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Le mamme: “Tamponi? Si valutino anche altre soluzioni”

Venerdì 25 Settembre 2020 — 18:05

L'assessore: "Non è il Comune a prendere decisioni in materia. Il test salivare? Se arriverà sarà la Regione a stabilirlo". La Regione fa sapere che l'attenzione sull'argomento è massima e che interverrà a breve nel migliore modo possibile

Riceviamo e pubblichiamo la lettera arrivata da un gruppo di mamme di Livorno sulla questione Covid e tamponi ai bambini. A questo proposito segnaliamo la nascita del gruppo Fb Basta tamponi ai bambini che in due giorni conta oltre 2.000 iscritti. Trovate la lettera delle mamme più sotto. Prima vi invitiamo a leggere l’intervento dell’assessore del Comune di Livorno Andrea Raspanti. La Regione fa sapere che l’attenzione sull’argomento è massima e che interverrà a breve nel migliore modo possibile.

L’assessore Andrea Raspanti – “Comprendo le istanze delle mamme ma come amministratore locale, deve essere chiaro a tutti questo passaggio, posso solo “stimolare” il sistema. Non è il Comune che può riscrivere le regole. Le competenze in materia di sanità sono assunte dal ministero prima e dalla Regione poi. Il test salivare? Ben venga il test rapido e meno invasivo, se scientificamente dimostrato che è efficace, ma se arriverà anche in Toscana sarà una decisione regionale e non del Comune di Livorno”. A parlare, facendo un po’ di chiarezza in materia, è l’assessore al sociale Andrea Raspanti contattato telefonicamente da QuiLivorno.it il 25 settembre: “Come Comune stiamo monitorando la situazione e posso dire che il 29 settembre ci sarà una riunione del gruppo multidisciplinare di sorveglianza integrata della USL, riunione alla quale parteciperò e chiederò che venga potenziato il dipartimento di igiene e prevenzione USL e che la rete dei pediatri sia perfettamente integrata nel sistema. Il Comune ha a cuore il tema della salute pubblica, ovviamente, così quello dei bambini, tra le categorie che di più hanno subito l’emergenza sanitaria. Ma, ripeto, sulla questione tamponi e test salivari non posso rispondere a domande la cui risposta non compete a livello comunale”.

La lettera di “un gruppo di mamme di Livorno” – Gentile presidente, assessori e consiglieri, siamo un gruppo di mamme molto preoccupate per il protocollo sanitario vigente nella nostra Regione in materia di lotta al contenimento del Covid 19. Noi chiediamo che i nostri bambini possano essere visitati dai loro pediatri anche in presenza di uno o più sintomi compatibili con il contagio da covid 19. Non esiste solo questa malattia, e crediamo che solo un triage telefonico non sia sufficiente, mentre fare una visita può essere utile ad evitare di sottoporre i nostri bambini a tamponi inutili, dato che per loro possono risultare particolarmente traumatici perché altamente invasivi. Ci sono esperienze di narici lesionate in bambine di tre anni, in tamponi risultati per fortuna, negativi e che però hanno fatto sì che la bambina venisse visitata dopo 7 giorni, perché senza esito tampone negativo il pediatra non visita. Inoltre un bambino può essere positivo al covid 19, non presentare comunque sintomi gravi, tipo avere una febbre non alta, e nel frattempo avere ad esempio un’otite, che se trascurata può portare danni irreparabili. Chi risarcisce i bambini e i loro genitori per danni riportati in seguito a protocolli sanitari che si rivelano lesivi? La Regione? Lo Stato? Il pediatra? Preparatevi perché si tratta dei nostri figli, e siamo disposte a tutto pur di tutelarli. Chiediamo che si possano trovare altri mezzi, più efficaci, che richiedano meno tempo nel fornire risposte e che siano meno invasivi. Alcune Regioni hanno proposto test salivari. Chiediamo che il benessere psicologico dei nostri figli non passi in secondo piano, che la scuola non lasci indietro nessuno e che torni a mettere il bambino e l’adolescente al primo posto. Oltre a tutelare la loro salute, ci preme però tutelare anche la loro qualità di vita. Hanno diritto a essere tutelati in toto, non esiste solo il covid 19, dato che ora si fanno piani a lungo termine per il contrasto del contagio da coronavirus, è necessario che ci siano linee guida applicabili non solo nel momento dell’emergenza, ma anche nel tempo, sono passati mesi e ancora non si è pensato a un piano a lungo termine che sia valido e sostenibile a tutela della salute dei più piccoli. Le regole cambiano anche da regione a regione, per esempio in Lombardia è sufficiente un’autodichiarazione del genitore per il rientro a scuola del figlio, perché c’ è tutta questa discrezionalità? Il virus non è lo stesso? Perché non ci sono certezze  giusto? E perché per l’adulto nell’ambiente di lavoro ci sono altre regole, perché il bambino è trattato come un untore? Chiediamo che si faccia chiarezza e si dia risalto anche al risvolto psicologico del bambino che non può solo essere trattato come  un potenziale infetto. Non è possibile che per un raffreddore o qualche linea di febbre scatti subito il tampone da protocollo. Chiediamo alternative valide e che il bambino venga visitato. La diagnosi è necessario che venga nel più breve tempo possibile, perché molte mamme raccontano che già da ora, hanno aspettato molti giorni per fare il tampone e altrettanti per avere delle risposte. Capirete che questo non è nell’interesse della salute dei nostri figli e che se la situazione è questa ora,a settembre, immaginate cosa potrà succedere in inverno,quando verosimilmente i tamponi richiesti saranno moltissimi. Chiediamo che il protocollo attuale venga rivisto ,migliorato e che l’ aspetto psicologico non venga più trascurato. La scuola come la sanità, sono state a lungo dimenticate, senza fondi e lasciate a deteriorarsi. Le conseguenze le abbiamo viste e le vediamo tuttora. Facciamo sì che questo virus oltre a mostraci le lacune di un sistema fallimentare, ci possa insegnare che questo sistema si può cambiare. Siamo genitori, non molleremo finché non saremo ascoltate e fino a quando oltre alle parole, ci saranno i fatti.

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