La Chiesa non lascerà sole le famiglie di via Corcos
Riportiamo il lungo comunicato apparso sul giornale online della Diocesi, “lasettimanalivorno.it” (clicca qui), in merito alla occupazione della palazzina di via Corcos.
Il comunicato di Diocesi di Livorno e Fondazione Caritas – Venerdì scorso la Diocesi e la Fondazione Caritas si sono fatte promotrici di un incontro tra i rappresentanti delle famiglie che hanno occupato la palazzina di via Corcos e le Pie Figlie di San Paolo, proprietarie dell’immobile. Il confronto si è svolto in un clima cordiale e costruttivo. La proprietà ha informato le famiglie che attualmente si trovano all’interno della struttura che era già da tempo stato disposto il distacco delle utenze e che, a propria tutela, ha proceduto a denunciare l’occupazione, ma che non c’è alcuna intenzione, di fronte a un atteggiamento collaborativo, di procedere per la via penale. La Caritas, a nome della Diocesi, ha ricordato come la questione sia ricaduta sulla Chiesa, ma riguardi primariamente le istituzioni pubbliche, che sono tenute a dare risposte chiare e tempestive alle persone in difficoltà. Ha espresso la propria vicinanza alle famiglie e rinnovato la disponibilità a offrire loro aiuto e un sostegno concreto in presenza di un atteggiamo distensivo e di una contemporanea mobilitazione di Comune e Prefettura.
Ci preme oggi sottoporre alla città alcune riflessioni che speriamo possano contribuire a una migliore comprensione della situazione e alla creazione di uno spirito di comunione.
Sappiamo quanto sia dolorosa e destabilizzante la condizione di incertezza e privazione che troppe famiglie livornesi si sono trovate improvvisamente a dover sopportare. Ci sentiamo vicini a tutti coloro che, come noi, si danno da fare per offrire a queste persone un aiuto e per mettere le istituzioni di fronte alle loro responsabilità di pubblici garanti dei diritti, e comprendiamo la frustrazione che lo spettacolo della miseria incolpevole e dell’ingiustizia può suscitare in chi ha a cuore la vita dei proprie fratelli. Ci impegniamo ogni giorno per conciliare “l’opzione preferenziale per i poveri” col rispetto del principio del dialogo e col rifiuto della violenza, anche solo di quella morale del giudizio, ed è su questa strada di pace che siamo disposti a fare la nostra parte anche nella lotta per il riconoscimento dei diritti delle famiglie che hanno occupato la palazzina di via Corcos. Chiediamo però che si metta in moto un percorso che chiami in causa il senso di responsabilità di tutti e per prime delle istituzioni, perché è bene ricordare che la disperazione di queste famiglie, ricaduta stavolta su una congregazione religiosa esterna alla Diocesi, riguarda innanzitutto loro.
Il dovere avvertito dalla Chiesa verso i deboli e i poveri non deriva da un vincolo normativo a cui essa può essere richiamata dall’esterno. È un dovere morale che la Chiesa ha liberamente assunto su di sé, frutto di una libera scelta e parte di una missione più ampia di testimonianza dell’amore di Dio per tutti gli esseri umani. Il Vangelo ci invita a essere “misericordiosi come il Padre”, ci affida il compito di difendere e promuovere la dignità di ogni essere umano rispondendo innanzitutto al suo bisogno di prossimità e dedizione personale, di comprensione e amore. Gli aiuti che quotidianamente la Chiesa offre ai bisognosi sono una testimonianza di questa prossimità e dedizione, hanno valore in quanto rimandano a quell’amore. In questo spirito, nel solo 2016 la Fondazione Caritas Livorno ha offerto accoglienza a 36 famiglie e un totale di 236 persone, ben l’80% in più rispetto al 2015. Di queste 236 persone, 73 (tra cui 35 bambini) sono state accolte facendo fronte a situazioni di emergenza. Il Centro per la Famiglia ha seguito per tutto il corso dell’anno 307 nuclei in difficoltà e 640 minori, offrendo varie forme di sostegno per evitare nuove emergenze: dal pagamento di canoni e utenze, alla fornitura di abbigliamento, prodotti per l’infanzia, pacchi alimentari distribuiti tramite la rete della parrocchie. Negli ultimi tre anni, solo per interventi di sostegno all’abitare (canoni e utenze, ma anche pagamento di alberghi per far fronte alle emergenze più forti), il Fondo di Solidarietà ha erogato contributi per oltre 60.000 euro. E tuttavia questa è solo la punta del lavoro di ascolto, orientamento, accompagnamento e formazione che gli operatori e i volontari portano avanti umilmente sette giorni su sette, 365 giorni all’anno.
Confondere la Chiesa con le istituzioni, trattare la Chiesa al pari delle autorità civili, chiedere alla Chiesa di farne le veci, significa non solo snaturare il senso del nostro servizio, negargli quel carattere di libertà che lo fonda e lo distingue, ma anche tradire il senso stesso della laicità. Altra cosa invece è appellarsi al principio di sussidiarietà, principio che però oggi ci sembra più che mai frainteso. Chi ha occupato, ha deciso per disperazione di mettere con le spalle al muro un interlocutore senza prima verificare la sua disponibilità al dialogo e all’aiuto. La fiducia che è mancata è forse possibile costruirla adesso, vedendo in questo episodio un’occasione di incontro e di collaborazione in vista di un fine comune e adeguando le uscite pubbliche di tutti al clima costruttivo e dialogante che ha contraddistinto i confronti diretti. La Chiesa livornese si prende un impegno chiaro: se il Comune sarà capace di stabilire tempi certi per la sistemazione delle famiglie e se queste libereranno la palazzina, noi ci faremo carico di offrire una soluzione temporanea, di provvedere ai loro bisogni e di accompagnarle nel tempo che dovranno aspettare prima di vedersi riconosciuto il loro diritto a una casa dignitosa. La Fondazione Caritas Livorno è pronta a dar seguito alla cordialità dimostrata avviando fin da adesso un percorso di ascolto e discernimento con i nuclei che attualmente si trovano in via Corcos e impegnandosi fattivamente per trovare nell’immediato una soluzione alternativa all’occupazione.
Diocesi di Livorno e Fondazione Caritas
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