Il primo giorno di scuola… non è uguale per tutti!
Il 16 settembre nelle scuole della nostra città le campanelle hanno suonato per iniziare un nuovo anno scolastico ma purtroppo anche quest’ anno non per tutti quel suono ha significato la stessa cosa, quel suono dovrebbe significare per tutti il rientro tra i banchi dove studi e ritrovi i tuoi compagni dove tutti insieme affrontano tra salite e discese un nuovo anno scolastico ma purtroppo non è cosi no perché per i nostri ragazzi con disabilità anche quest’ anno è iniziato subito in salita visto che le nomine verranno fatte comodamente il 24 settembre ben 9 giorni dopo l’ inizio della scuola. Sinceramente sono davvero stufa ed arrabbiata perché sembra che nel mese di agosto ogni priorità venga messa in pausa, sembra che il mondo in questo mese estivo cessi di andare avanti e con lui tutte le sue difficoltà!
Il 16/09 i nostri ragazzi si sono trovati davanti a loro un nuovo muro da abbattere ma non uno dei tanti che trovano fuori in una società impreparata ad accoglierli ma un muro ben più grosso da buttare giù un muro istituzionale, si sono trovati in difficoltà nell’unico luogo dove si possono sentire semplicemente loro stessi, nell’unico luogo dove si sentono parte integrante di un sistema insieme ai loro coetanei.
Mi domando come questo succede ancora dov’è la difficoltà di nominare insegnanti che sappiamo benissimo che non ci saranno già da giugno quando le scuole chiudono?
Dove sta la difficoltà semplicemente ne rispettare ed applicare la legge 104/92 che dovrebbe tutelare i nostri ragazzi ?
Io il 16/09 ho visto insegnanti che si sono messi a disposizione totale per arginare questa emergenza girando come trottole per far si che nessuno dei ragazzi rimanesse scoperto in modo da garantire loro continuità, (qui personalmente devo ringraziare il corpo docenti del liceo Enriques e nello specifico la professoressa Galdino come coordinatrice dei professori del sostegno).
La parola continuità nelle vite dei nostri ragazzi e dei noi famiglie è il punto centrale è quello che viene sottolineato nei PEI, ma sembra che questi documenti hanno poco significato, ed è quello che noi famiglie portiamo avanti giornalmente perché la non-continuità crea delle regressioni e delle difficoltà enormi dove anni di lavoro possono essere spazzati via semplicemente da una voluta disorganizzazione! Come famiglie facciamo tutte parte di associazioni che si fanno in 1000 per cercare di arginare i disservizi che a livello istituzionale ci vengono negati: progetti di autonomia per il dopo di noi,tema molto importante ma non troppo per lo stato, continuo di attività educative domiciliari, centri estivi… ed altro e tutto questo sulle spalle delle famiglie che facenti parte dei direttivi delle varie associazioni devono individuare gli educatori e con loro progettare oltre a tutti i costi elevati che ogni famiglia deve fare fronte per far si che tutto possa andare avanti , perché la loro vita e la loro crescita abbia appunto una continuità. Apparentemente questo sembra solo un nostro problema ma non è cosi il problema riguarda tutti anche i normodotati perché se la scuola deve tappare i buco sostegno e numericamente i docenti non ci sono la lezione trova uno stallo per tutti, perché tutti ragazzi compresi devono adeguarsi alla situazione per far andare avanti le cose e questo , a parere mio, è davvero grave perché cosi si nega a tutti il normale diritto allo studio peraltro sancito nella costituzione ed è da qui che dovremmo tutti insieme ripartire rivendicando un diritto che stanno negando a tutti e come sempre il più debole paga un prezzo più alto e che non si può continuare a tagliare fondi alla scuola o meglio al futuro di un paese! concludo dicendo che noi come famiglie non dobbiamo assecondare la situazione ma tutti insieme fare rete con le varie associazioni per combattere una battaglia che ogni anno c’è ma sembra che chi di dovere faccia rimanere nell’ombra perché troppo scomoda .
Elena Mataresi, madre e vice presidente di Disabilandia
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