Futuro di Asa ecco la posizione dei sindaci del Pd
Come appare evidente, i sindaci della triplice alleanza (Nogarin, Buselli e Parodi) non hanno la benché minima idea di come districarsi nella gestione del futuro di Asa, non avendo alcuna proposta operativa in mano, brancolando tra proclami sull’acqua pubblica e trattative di tutt’altra natura fuori microfono: ecco spiegato che l’unica strategia che resta loro è quella di attaccarci in quanto sindaci del Pd, di fatto peraltro completamente estromessi da qualsivoglia ambito decisionale.
Se vogliamo essere onesti, per usare un termine caro ai Sindaci della triplice alleanza, l’agire “scellerato” sta proprio in questo loro atteggiamento, che mira a cercare effetti politici positivi in un’inerzia che sta paralizzando ASA, privando i territori di infrastrutture essenziali sia nel settore idrico che in quello della depurazione.
Non siamo stati noi Sindaci del PD ad incontrare riservatamente più volte i vertici di IREN, non siamo stati noi a votare per primi insieme a IREN la nomina del nuovo presidente di ASA, non siamo noi a ricevere puntualmente da ASA i canoni milionari che Nogarin, proprio in nome della pubblicità dell’azienda, fa gravare sulle tariffe dell’acqua.
Non sono i Sindaci del PD ad aver visto definire nel piano industriale immediatamente approvato da IREN la stragande maggioranza dei futuri investimenti concentrati su Livorno e Volterra.
La litania che ci ha portato a consumare un anno intero di lavoro si era conclusa con la proposta da parte del Comune di Livorno di una commissione che definisse l’ultima linea di conciliazione fra le esigenze del socio industriale IREN e quelle dei soci pubblici. La commissione, preiseduta dal presidente del consiglio di sorveglianze indicato dal Comune di Livorno, con la presenza dell’Assessore Lemmetti, ha concluso i propri lavori già nel mese di giugno, ma i risultati cui è pervenuta non sono mai stati resi pubblici sino all’ultima assemblea societaria del 6 dicembre, poiché non graditi allo stesso proponente la commissione, ovvero il Comune di Livorno.
Ora il problema sta in questi termini: continuiamo a parlare di democrazia, di trasparenza, di interessi pubblici dei cittadini, ad avere quantità e qualità di servizi, oppure pensiamo che demonizzando gli altri, si eviti l’analisi reale della situazione, di come si sia andata sviluppando, degli ostacoli ideologici che hanno impedito l’evolversi di una trattativa che proprio il Sindaco di Livorno ha portato avanti e che con una lettera indirizzata proprio ad IREN, l’odiato socio privato di cui fanno parte anche i Comuni di Torino, Genova, Parma e Reggio Emilia, dichiarava di voler conciliare?
Il punto sta tutto qui: la trattativa con IREN l’ha iniziata e portata avanti il Sindaco di Livorno, la commissione di “conciliazione” sulla proposta di IREN l’ha voluta lui, il presidente del consiglio di gestione immediatamente votato da IREN l’ha indicato lui, l’aumento tariffario previsto anche per il 2017 e 2018 l’ha proposto lui, il pallino della gara gas l’ha in mano il comune di Livorno: come faranno i cittadini a credere che siano gli altri Sindaci a trattare con IREN?
Il problema semmai è un altro: come giudicare che una oligarchia di soli 3 Comuni prevalga con arroganza su altri 20 accusando questi ultimi di voler privatizzare, quando nei fatti sono i comuni di Livorno, Volterra e Suvereto ad aver reso di loro proprietà l’azienda come dimostrano le nomine fatte, come dimostra il piano degli investimenti, come dimostra il livello dei canoni riscossi.
Tutto questo, si ripete, in ossequio al referendum sull’acqua, il mantra democratico, in forza del quale la democrazia, almeno in ASA, non esiste più.
I Sindaci dei Comuni di Campiglia Marittima, Castagneto Carducci, Cecina, Collesalvetti, Piombino, Rosignano Marittimo, Santa Luce, San Vincenzo, Sassetta.
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