CNA: “Parrucchieri ed estetiste non sono la causa della ripresa del Covid”
“Parrucchiere ed estetiste non sono certo la causa scatenante della ripresa della diffusione del Covid 19”: ad affermarlo è Valentina Bonaldi coordinatrice CNA del settore per Livorno
“Parrucchiere ed estetiste non sono certo la causa scatenante della ripresa della diffusione del Covid 19”: ad affermarlo è Valentina Bonaldi coordinatrice CNA del settore per Livorno. “Questi operatori sono da sempre soggetti a protocolli sanitari e si sono prontamente adeguati anche a quelli stilati dal ministero per il contrasto alla diffusione di questo virus. In questi mesi post lockdown hanno lavorato coscienziosamente e non ci sono evidenze di casi che abbiano contratto il virus da attività di questo genere: è evidente quindi che le cause dell’innalzamento repentino dei contagi siano da ricercare altrove. Un nuovo lockdown graverà come un macigno su una economia che a stento stava riprendendosi, senza comunque aver recuperato quanto perso nei tre mesi di chiusura.
La piaga dell’abusivismo è invece in continua espansione nel settore dei servizi alla persona. Gli ultimi dati Istat confermano il dilagare di un fenomeno che mette a repentaglio la salute dei cittadini: il tasso di irregolarità di acconciatori e centri estetici risulta pari al 27,1%. Si tratta del valore più alto osservato tra i vari settori e che supera di gran lunga quello medio nazionale (14,2%).
Le imprese regolari del settore sono oggi chiamate a convivere con l’esercizio abusivo della professione. Il lockdown tra la fine di marzo e la prima metà di maggio ha messo in fortissima difficoltà le attività che riguardano la cura e il benessere della persona che risultano essere tra quelle maggiormente colpite dalla pandemia, essendo state, inoltre, tra le prime a chiudere e le ultime a riaprire.
L’abusivismo, oltre a mettere a repentaglio la salute dei clienti e a vanificare lo sforzo collettivo di contenere il contagio, getta discredito sulle imprese che operano nel rispetto della legalità.
Anche per questo motivo va evitata a tutti i costi la possibilità di una seconda chiusura delle imprese del settore che dimostrano quotidianamente di operare con il massimo rispetto e rigore delle norme e dei protocolli di sicurezza e sono disponibili a confrontarsi con le istituzioni per individuare le soluzioni più efficaci. Nuove restrizioni invece – conclude Bonaldi – rischiano di compromettere la continuità delle imprese e acuire il fenomeno dell’abusivismo rispetto al quale CNA sollecita da tempo un impegno ancora più incisivo da parte delle autorità locali affinché siano intensificati i controlli”.
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