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Buongiorno Livorno. Referendum: la sovranità appartiene ancora al popolo

Lunedì 5 Dicembre 2016 — 18:16

Il No ha vinto. La riforma di Renzi è stata bocciata, malgrado vantaggi enormi e tantissime condizioni favorevoli. Malgrado il vantaggio naturale che solitamente accompagna il cambiamento, specie sotto le sembianze del nuovo e del miracoloso. Malgrado lo “spirito del tempo” che favorisce la semplificazione e la banalità, la spettacolarizzazione e la personalizzazione della politica che sempre più è rappresentata da mattatori “piacioni” e da piazzisti ossessionati dal gradimento e dall’apprezzamento personale. Malgrado una campagna referendaria sostenuta dal “modello della mance” nella legge di bilancio di fine ottobre e nei decreti fiscali di novembre, dall’invasione mediatica imparagonabile perfino a quella che Berlusconi (colui che deteneva tutte le televisioni) usava per le sue campagne elettorali e per il referendum confermativo della sua riforma nel 2006, dalle svariate “corti dei miracoli” che hanno accompagnato il viaggio di Renzi da Obama in Usa e che hanno firmato appelli a suo favore.
Il progetto di “neocentralismo statalista” che sfruttava una riforma costituzionale che mal mascherava una legge finanziaria permanente (e quindi con la finalità principale di fungere da gabbia per le leggi di stabilità a venire) è stato bloccato. Rimane ovviamente un contesto difficile e un futuro tutto in salita, ma questo risultato è un ulteriore stimolo alle nostre convinzioni che serva, a partire dal piano locale, una sinistra sociale che non si limiti a delegare il voto, ma che elabori e pratichi proposte collettive e di partecipazione diretta. Gli attacchi delle classi dominanti e del mito decisionista-riformista grazie a questo voto possono rallentare e abbiamo più margini di mobilitazione e di organizzazione. Il tentativo di ratificare con la riforma costituzionale una post democrazia di fatto per trasformarla in una post democrazia di diritto è, al momento, fallito.

Buongiorno Livorno ha fin dall’inizio compreso l’importanza della riforma costituzionale e ha da sempre sostenuto, convintamente, il No. Lo dimostrano gli eventi di fine estate e in particolare l’incontro col Sindaco di Napoli De Magistris: in questi mesi abbiamo sempre avuto come principale riferimento il principio cardine che “La sovanità appartiene al Popolo”, non un semplice omaggio al secondo comma del Primo articolo della Costituzione, ma il senso del nostro impegno costante e della nostra contrarietà ad una riforma che avrebbe ulteriormente sottratto potere alle persone, sul solco tracciato da tempo e che ha visto, in particolare col pareggio di bilancio, uno svilimento della sovanità nazionale e un indebolmento della nostra Carta Costituzionale.

Abbiamo messo in campo le nostre ragioni del No, per lo più diverse da quelle degli altri avversari alla riforma renziana, dimostrando l’intreccio con i temi della finanza e dei media e della loro capacità di incidere nei processi di cambiamento in atto.

Non ci è interessata la difesa oltranzista e la sacralità della Costituzione, di cui vediamo limiti, difetti e anzianità, ma le necessarie riforme devono migliorarla e maggiormente corrispondere all’attuazione e all’efficacia, promuovendo in particolare la partecipazione popolare e le autonomie territoriali.

Il risultato locale premia anche il nostro lavoro sul territorio che è andato oltre i facili riferimenti ai guru politici nazionali. La credibilità che BL sta consolidando ha facilitato il nostro impegno di portare al voto i delusi, coloro che non si ritrovano in nessuno dei partiti nazionali e soprattutto chi ancora vede e sente la necessità di un progetto politico collettivo, capace di mobilitare dal basso e di dare soluzioni e prospettive di sinistra.

Il voto esprime certo anche una protesta sociale contro un governo che non fa gli interessi del popolo e che voleva cambiare la Carta per essere ancora meno disturbato e accentrare potere. Un governo che ha scelto di immobilizzare il paese in questa lunga campagna referendaria, consolidando divisioni e lacerazioni, e accettando il rischio di approdare a una nuova Costituzione nella quale una parte importante del paese non si sarebbe riconosciuta: gravissima la scelta di far coincidere il governo e una parte del partito del PD con il potere costituente. Chi si è reso protagonista di ciò non ha credibilità e non può offrire alcuna garanzia in termini di rispetto e di garanzia della Carta Costituzione e della Storia Repubblicana di questo paese.

Oggi è un gran bel giorno per chi sostiene e pratica il principio che la Sovranità appartiene al Popolo.

Direttivo Buongiorno Livorno

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