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Basta con il finto buonismo, ora la sinistra pensi a Livorno

Lunedì 23 Luglio 2018 — 17:57

Riceviamo e pubblichiamo un'analisi politica sulla situazione della sinistra livornese scritta dall'ex consigliere comunale del Partito Democratico, Adriano Tramonti

Riceviamo e pubblichiamo un’analisi politica sulla situazione della sinistra livornese scritta dall’ex consigliere comunale del Partito Democratico, Adriano Tramonti, oggi riferimento politico del circolo Arci Salviano e organizzatore della Festa dell’Unità, nonché imprenditore e presidente della Polisportiva Carli Salviano Calcio.

“C’e stata una bellissima assemblea fra le varie anime della sinistra livornese. Più di 150 partecipanti, un’età media che farebbe invidia alla Francia dei mondiali di Russia, e un’atmosfera idilliaca, che ha accompagnato un dibattito lungo due ore in un’estate afosissima. E poi c’è stato un post-riunione, che ci ha rinchiuso in discussioni interne, in posizionamenti per marcare una linea, per fuggire dall’idea di essere prigionieri dell’altro. E l’unica cosa che sembra emergere è la paura per la Lega di Salvini. Comunicati su comunicati, tutti a sottolineare, da una parte, che l’inciucio con il fantomatico Pd non è stato fatto, dall’altra (la mia) a sottolineare che siamo solo una parte di quel partito che ormai non governa piu da quattro lunghi anni questa città. Credo che sia arrivato il momento, da parte di tutti, di andare oltre, di non fare l’errore della Seconda Repubblica, che usava l’anti-berlusconismo come collante, ma non riusciva mai a discutere di quale fosse in realtà la nostra idea di società. Oggi si c’è Salvini, ma c’è anche un 5 Stelle, e la sinistra si ritrova relegata ad un ruolo marginale nel palcoscenico nazionale, e a Livorno, se non si da una mossa, ha gia una fine dichiarata. Ma perché non proviamo ad andare oltre, a non avere paura dell’altro, ad aprire ad altri questo confronto? Mi viene subito in mente un’esperienza consolidata e bellissima del civismo di Cannito. Perché non proviamo a litigare, a farlo animatamente, con qualche cazzotto sul tavolo, sull’idea di città e ci scrolliamo di dosso questo finto buonismo? Quello che magari ci fa sedere insieme ad un tavolo a bere una birra, a parlare di futuro, ma che fa riemergere le differenze d’opinione una volta rientrati nelle nostre stanze politiche, riaffermando una diversità spesso percepita come insormontabile. Ma non la sentite questa voglia di comunità, che tambureggia nella sinistra livornese? Lo so, ognuno di noi avrà chi dirà: “ma loro sono quelli che ..”“loro dicevano di noi..”, ma è proprio qui che si vede la maturità di una classe dirigente che si appresta a voler cambiare la rotta di una città ormai arenata. Apriamo una fase di discussione permanente, dove l’argomento principe non può più essere la tipologia di contenitore politico con cui confrontarsi, ma quello che le persone, i militanti e le nuove generazioni si apprestano a riempire e le cose che hanno da dire al riguardo. Vogliamo rimanere relegati al 2014, o vogliamo, tutti insieme, metabolizzare gli errori fatti, senza avere la presunzione di rinfacciarli all’altro?
Ora c’è Livorno. Ci sono i disastri di una amministrazione grillina, c’è lo spettro della Lega, ma c’è sempre di più la voglia di un riscatto che parte dal basso. Con i nostri valori comuni, che nessuno può rinnegare e che dobbiamo mettere a disposizione per ricreare una comunità a sinistra, che, da troppo tempo, aspetta di riessere riunita”.

Adriano Tramonti

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