Aci: strisce pedonali come “angoli bui”
Apprendiamo dalla cronaca locale degli ultimi tempi dell’incremento esponenziale d’incidenti in prossimità degli attraversamenti pedonali, in qualsiasi parte della città essi si trovino (continua)
Apprendiamo dalla cronaca locale degli ultimi tempi dell’incremento esponenziale d’incidenti in prossimità degli attraversamenti pedonali, in qualsiasi parte della città essi si trovino. Non manca giorno che non avvenga uno scontro tra un mezzo in transito e un pedone impegnato a passare da un marciapiede all’altro. Tale catena di episodi negativi ci fa supporre sia giunto il momento di formulare una seria riflessione su quanto più volte segnalato dal nostro Ente, anche attraverso i pareri forniti dal Consigliere dell’AC Livorno Virgilio Marcucci.
Velocità, il capro espiatorio. Non è un mistero che gli attraversamenti pedonali a Livorno rappresentino ormai da tempo e per la stragrande maggioranza dei veri e propri ‘angoli bui’ portatori di insidie e tranelli per gli utenti della strada. E’ da sempre sin troppo semplice e comodo addossare la colpa del verificarsi di tali incidenti esclusivamente alla scarsa prudenza e al mancato rispetto dei limiti di velocità da parte di automobilisti e centauri.
Unire forze ed idee. Il replicarsi continuo di tali sinistri, quasi in serie, conferma al contrario che la problematica è ben più complessa. Urge affrontare questa criticità quanto prima e tramite un’analisi approfondita, giungendo a soluzioni condivise ed adottando provvedimenti di ampio respiro. Un primo passo imprescindibile per avviare tale processo virtuoso è quello che dovrebbe vedere l’Amministrazione Comunale, le autorità e gli uffici competenti, cominciare a relazionarsi verso altri soggetti cittadini impegnati anch’essi nel settore della sicurezza stradale, su tutti l’Automobile Club. Fondamentale, a nostro avviso, sarebbe anche il parallelo confronto di Palazzo Civico con Amministrazioni di altre realtà urbane, per comprendere se e in quale modo queste ultime sono riuscite a porre un freno significativo ai numeri inquietanti delle statistiche di incidenti. Sinistri che vedono puntualmente coinvolte le cosiddette ‘categorie deboli’ come pedoni e ciclisti. Siamo del parere che sia sempre preferibile attingere, anche fosse di sana pianta, ad un’idea già rivelatasi efficace piuttosto che cercare con ostinazione l’originalità, con annesso il serio rischio potenziale che quest’ultima risulti però sterile e fine a sé stessa.
Le nostre proposte. In tempi non sospetti, per quanto concerne la sicurezza dei pedoni,sconsigliammo vivamente sia l’utilizzo dello strumento dei dissuasori di parcheggio sia quello dei rallentatori di velocità, spesso camuffati da attraversamenti pedonali rialzati: qualsiasi infrastruttura, posizionata anche soltanto i margini della carreggiata, rappresenta difatti un potenziale ostacolo e una fonte di rischio in caso di urto di un veicolo o di semplice caduta fortuita da parte del pedone stesso. Data l’escalation di analoghi incidenti, l’AC crede sia giunto il momento di procedere con una nuova mappatura degli attraversamenti pedonali: un censimento aggiornato e una conseguente selezione dei punti da considerare come più a rischio di sinistri. Su questi e su altri ‘spot’ sensibili, si dovrebbe poi intervenire, dotandoli di un semaforo a richiesta e di un eventuale potenziamento per quanto concerne l’illuminazione.
Un paio di esempi. In aggiunta agli attraversamenti, la lista degli stessi marciapiedi pericolosi in quanto malmessi sarebbe lunga. Qui ci limitiamo a indicare due casi tra i più evidenti. Il marciapiede di via Leonardo da Vinci invaso dalle sterpaglie tanto da precluderne l’uso ai (paradossalmente verrebbe da dire per fortuna ancora pochi) pedoni, costretti all’azzardo di una camminata sulla carreggiata. Oppure il marciapiede del ponte di Santa Trinita, sul quale insiste ancora oggi un manufatto tanto precario quanto rabberciato in cemento, a protezione della spalletta divelta. Se quest’ultima viene protetta, lo stesso non si può dire dei malcapitati pedoni che, senza peraltro essere avvisati dell’interruzione forzata tramite un’adeguata segnaletica, si vedono sbalzati giocoforza per una passeggiata rischiosa lungo la carreggiata.
Trend preoccupante. Nel 2015, rispetto all’anno precedente con valori già elevati, a livello nazionale, si è registrato un incremento del 5,5% per quel che riguarda la mortalità stradale all’interno dei centri abitati (dove avvengono oltre il 75% degli incidenti). Nello specifico, lungo le strade urbane della provincia labronica, secondo le statistiche rilevate dall’Istat la voce ‘morti e feriti causati da incidenti tra veicolo e pedone’ è aumentata sensibilmente: da un numero complessivo di 126 persone nel 2001, si è toccato nel frattempo il picco record di quota 288 nel 2010, attestandosi su un comunque preoccupante dato di 214 malcapitati coinvolti nel 2014.
Riccardo Heusch Presidente Commissione Traffico e Mobilità AC Livorno
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