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Aci: restringere la carreggiata sul viale Italia? Contraddittorio e controproducente

Lunedì 20 Marzo 2017 — 12:46

Sono anni che l’AC Livorno sostiene che per ridurre la velocità sulle strade urbane è sufficiente adottare il sistema già applicato in concreto in Spagna e in Francia. Suggeriamo da tempo di procedere con l’installazione di semafori con rilevatore di velocità in prossimità dei passaggi pedonali: in caso di eventuale sforamento del limite da parte del mezzo in circolazione, scatta automaticamente il segnale di stop indicato dall’accensione della lanterna rossa. Trascorso un fisiologico primo periodo di rodaggio, gli automobilisti si abituerebbero all’idea e capirebbero di sprecare minor tempo rispettando i limiti piuttosto che procedere ad alta velocità per poi però trovarsi costretti a una brusca frenata di fronte al semaforo.

Troviamo quindi tanto inutile quanto controproducente l’ipotesi di progettare un restringimento di carreggiata che finirebbe per penalizzare la circolazione lungo la strada che costeggia bel lungomare d’Italia. Per ricavare lo spazio da destinare alla parallela pista ciclabile ipotizzata sulla carta, sul lato mare di viale Italia non mancano di certo le aree a possibile disposizione; mentre per quanto concerne gli stalli auto a lisca di pesce ipotizzati sulla carta lungo il lato interno, l’idea ci appare altrettanto poco lungimirante. Tale soluzione è applicabile senza particolari limitandosi soltanto alla sua applicazione in vie residenziali ma non è assolutamente adatta per un’arteria contraddistinta costantemente, in ogni periodo dell’anno, da una forte pressione viaria.

Per uscire da un parcheggio a lisca di pesce, il guidatore deve giocoforza arretrare in retromarcia, con a disposizione una visibilità limitata, posizionandosi al centro della carreggiata con estrema calma, allungando così i tempi di attesa in coda delle restanti auto, inevitabilmente bloccate a causa dell’ostruzione della carreggiata. In aggiunta, con una sola carreggiata per senso di marcia a disposizione, anche gli autobus in fermata si trasformerebbero automaticamente nei cosiddetti ‘semafori mobili’, vale a dire ostacoli insuperabili per il resto dei mezzi privati. Nelle dichiarazioni riportate a mezzo stampa, possiamo leggere chiaramente come Viale Italia venga definita correttamente dai consiglieri comunali quale “strada di maggiore scorrimento”. E’ quindi semplicemente tanto assurdo quanto contraddittorio creare in maniera artificiosa e volontaria imbuti proprio in quelle che risultano riconosciute come vie individuate dalla categoria D del Codice delle strada. E che, in quanto tali, necessitano di particolari e ben definiti requisiti.

Considerato che lo scopo della riduzione di carreggiata è dettato dai tempi di attraversamento del pedone, ci chiediamo provocatoriamente: perché non trasformare il viale Italia in una semplice via di periferia, di secondo piano? Una soluzione ancor più sbrigativa potrebbe essere quella di trasformare l’intera area in zona pedonale? L’Amministrazione Comunale si ostina nell’operazione di sensibilizzazione verso un cambio di mentalità in fatto di mobilità urbana sostenibile.

Per poter anche soltanto aspirare a raggiungere un minimo obiettivo in tal senso però, si dovrebbero porre a priori i presupposti concreti. In primis, i livornesi dovrebbero poter disporre di un servizio di trasporto pubblico funzionale ed efficiente, mentre è solo di qualche giorno addietro la notizia relativa al fatto che, di domenica, non sia prevista alcuna linea diretta di collegamento tra un quartiere popolato massivamente come la Leccia e il resto della città; oppure che per raggiungere tutte le attività commerciali in zona Porta a Terra, provenendo dal centro città, occorra salire su ben due autobus.

Se il principio del restringimento della carreggiata equivale all’ottenimento di una maggiore sicurezza, potremmo applicarlo anche al caso della Variante Aurelia considerato che, per raggiungere lo stesso nobile scopo lungo quel tratto di strada si utilizza tuttora un sistema di controllo sanzionatorio grazie al rilevatore di velocità. Quando gli automobilisti meritano di essere sanzionati, è giusto che siano multati; ci pare però parimenti doveroso rimarcare come questi ultimi meritino anche la piena fruizione del diritto alla libertà di movimento e la tutela della loro incolumità.

Riccardo Heusch e Virgilio Marcucci 

Presidenti Commissioni Traffico e Mobilità / Tutela Automobilisti 

AC Livorno

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