Aci Livorno: “Aurelia dissestata, la messa in sicurezza non può più attendere”
Gli automobilisti e i centauri sono risultano spesso additati pubblicamente dai media come gli unici responsabili di qualsiasi problematica inerente alla sicurezza stradale, catalogati in blocco come irrispettosi delle regole dettate dal saper vivere e delle strettissime norme che ormai coinvolgono tutto ciò che è inerente al Codice della Strada. Tutto questo senza considerare l’altro lato della medaglia, vale a dire le colpevoli carenze di cui si macchiano le stesse istituzioni e le autorità competenti, rispettivamente in tema di manutenzione delle infrastrutture e di supervisione dei comportamenti scorretti. L’asfalto di molte arterie urbane ridotto a quello dissestato dei più remoti tratti campestri oppure il caso di strade di grande comunicazione estremamente pericolose come quello esemplare della storica Aurelia.
La SS 1 di competenza dell’Anas è un cosiddetto ‘pianto greco’ in qualsiasi punto essa la si prenda in considerazione. Se il manto bituminoso è da considerarsi complessivamente accettabile, non si può purtroppo asserire altrettanto per quanto concerne in generale gli svincoli, la segnaletica, il drenaggio delle acque meteoriche. Di fronte a tali diffuse criticità che ormai si protraggono da anni e mettono costantemente a repentaglio l’incolumità dei guidatori e dei loro passeggeri, non è possibile che il gestore si sottragga agevolmente alle proprie responsabilità, apponendo un semplice cartello indicante un pericolo generico che avverte come la strada non sia in condizioni sicure.
Una segnaletica del genere può essere tollerata soltanto in condizioni di estrema urgenza, nell’immediatezza successiva a un evento che ha causato un disservizio. E’ invece assolutamente inaccettabile che questo cartello rimanga parte integrante della segnaletica verticale per anni: ad esempio, ancora oggi, lungo la strada, si possono vedere cartelli che indicano la presenza di alberi fuori sagoma posizionati però sin dai tempi della piantumazione.
La via Aurelia è pericolosa in quanto mal mantenuta. In particolare il tratto che si estende da Montepescali in poi, in primis nella parte compresa tra i tunnel di Follonica da e per Livorno fino a Rosignano, è dissestato ormai da tempo dissestato. Solo alcune parti di carreggiata, in maniera tutt’altro che coesa e unitaria, sono state riparate negli ultimi periodi.
Dei destini di quest’arteria si dibatte pubblicamente da anni: secondo alcuni, sarebbe stata soppiantata dalla parallela concretizzazione dell’Autostrada Tirrenica, un progetto su cui si è discusso fino all’infinito ma che oggi pare non avere definitivamente più alcun futuro sul piano della fattibilità, sia strutturale che economica. Stabilito quindi che non verrà realizzata la Tirrenica, occorrerà mettere mano a profondi lavori di ristrutturazione dell’intera arteria e non limitarsi ad apportare dei rattoppi non coordinati nell’ottica di un intervento più generale. Interventi improvvisati che, oltre a necessitare in ogni caso di un notevole esborso di fondi, servirebbero solo a nascondere temporaneamente la polvere sotto il tappeto e non certo a risolvere il problema alla radice.
Il comparto della mobilità su gomma rappresenta un mercato in grado di muovere sul suolo nazionale una quantità di euro di tutto rispetto. Si calcola che qualcosa come all’incirca 163 miliardi di euro all’anno si muova, tra entrate e uscite, intorno al settore ancora oggi più importante e strategico per la mobilità di persone e merci in Italia. Un segmento economico di tali proporzioni meriterebbe maggior rispetto e tutela.
Riccardo Heusch
Presidente Commissione Traffico e Mobilità
AC Livorno
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