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Marc Sardelli inaugura una personale con 41 dipinti

Sabato 7 Dicembre 2024 — 19:29

Le opere sono piccoli acquarelli dove sono raffigurati luoghi e attività di lavoro della Livorno medicea ma anche le bellezze architettoniche di Norimberga, città tedesca dove Sardelli ha soggiornato e lavorato in diversi periodi di tempo tra il 1970 il 2000. Al Vernissage presenti, tra gli altri, l'amico Salvatore Loiacono e il sindaco Salvetti

Inaugurata il 6 dicembre, alla presenza del sindaco di Livorno Luca Salvetti, la mostra di Marc Sardelli che durerà fino al 20 dicembre alla galleria Antonio Amato Circolo Culturale d’Arte di via Micho. 41 sono i lavori esposti. Questi riassumono i temi ricorrenti le passioni dell’opera dell’artista livornese legato fortemente alla tradizione classica della pittura. Una serie di piccoli acquarelli dove sono raffigurati luoghi e attività di lavoro della Livorno medicea, altre opere di vero pregio eseguite con la stessa tecnica, che raccontano le bellezze architettoniche di Norimberga città tedesca patria di Albrecht Dürer dove il Sardelli ha soggiornato e lavorato in diversi periodi di tempo tra il 1970 il 2000. Un bel dipinto olio su tela, quale omaggio al comandante Carlo Fecia di Cossato che il 9 settembre 1943 al comando di Nave Aliseo fu esempio di Resistenza contro le forze Naziste nella battaglia ingaggiata a difesa della guarnigione italiana di Bastia in Corsica; un piccolo Vespucci, lo Yacht Dragone per onorare il suo titolo di Pittore Ufficiale della Marina militare italiana. Il ritratto della giovane chiara ed altri acquarelli strepitosi quale il foro Traiano, il foro romano, la veduta della città di Burano, la Fontana del biancone di Firenze, lo squero di Venezia.

In questa mostra il Sardelli presenta una sintesi di una serie di disegni realizzati alcuni anni fa e mai esposti a Livorno che illustrano la storia del movimento di giovani cattolici che si opposero al regime nazista, in maniera non violenta, denominata la “Rosa Bianca”. Sophie e Hans Scholl insieme a Cristoph Probst, fondatori del gruppo, nel Febbraio 1943 vennero denunciati perché colti in flagranza durante un’azione di volantinaggio clandestino all’università di Ludwig Massimilian di Monaco di Baviera, questi furono arrestati, e, dopo essere stati interrogati dalla Gestapo furono giudicati in un processo sommario che li condannò alla decapitazione che venne eseguita pochi giorni dopo l’arresto. Per l’occasione, Federico Maria Sardelli figlio di Marc, Direttore d’orchestra e molto altro, ha scritto una breve e condivisibile recensione visibile all’interno della brochure distribuita ai visitatori della mostra nella quale, nel dichiararsi orgoglioso discepolo del padre, stigmatizza e/o disapprova la credenza per la quale, in un mondo in cui l’arte viene spacciata come tale solo attraverso la provocazione e che, venga oltremodo affermato che non serva esser padroni delle tecniche pittoriche, esalta a gesto rivoluzionario e innovativo il lavoro del padre in quanto, con coraggio, coerenza e maestria, continua con rigore, a navigare nel solco della linea della tradizione. Il Prof. Günther Dietrich critico tedesco, nel recensire l’opera del Sardelli ne traccia un profilo alquanto lusinghiere definendolo non a caso quale “ideale allievo di Albrecht Dürer”. La mostra è stata presentata dal dott. Salvatore Loiacono, amico personale del Maestro Sardelli, che ha illustrato come alle soglie delle 95 primavere l’artista Sardelli produca le sue opere senza lasciare nulla al caso, sempre intento alla ricerca della autenticità dei particolari da inserire nelle sue opere che non hanno mai sceneggiature banali. Il sindaco Salvetti, oltre a portare il saluto della amministrazione comunale a quello che ha definito “decano dei pittori livornesi” ha voluto esprimere il suo compiacimento per il fervore artistico che in questi ultimi tempi si è risvegliato nella città.

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