Il livornese Cassio in gara per suonare al concertone del Primo Maggio
Simone Brondi nella foto principale tratta da un fotogramma del video del singolo Elliott girato da Germana Stella Sebastianelli
Il cantautore livornese, Simone Brondi, in arte Cassio, è in lizza al contest di 1MNEXTO2024 per suonare sul palco del concertone del Primo Maggio. C'è tempo fino al 30 marzo per votarlo e per vederlo protagonista nella Capitale
Si chiama Simone Brondi, spegnerà 34 candeline fra un paio di mesi, è quando suona e canta le sue canzoni sul palco e in studio si trasforma in Cassio. È questo il nome d’arte scelto dal cantautore labronico che è in lizza per suonare sul palco del concertone del Primo Maggio a Roma (clicca qui per votare l’artista livornese, c’è tempo fino al 30 marzo).
Un contest rivolto ai giovani artisti emergenti e che lo ha visto arrivare alla stretta finale con cento colleghi che si contendono, a suon di voti online, il privilegio di salire su uno dei palchi più ambiti in ambito artistico.
Simone Brondi è Cassio da circa cinque anni cioè da quando, dopo un periodo di girovagare musicale, si è rimesso con la chitarra in mano e ha iniziato a scrivere la sua musica. “Un cantautorato scuro – racconta QuiLivorno.it – non so descrivere in nessuna maniera il mio modo di fare musica se non così”. Un cantautorato che non disdegna le sonorità moderne e quelle elettroniche accostandole a tematiche profonde, vere sentite e come dice lo stesso artista, scure.
Non per questo le sue canzoni, raccolte nell’album “19 luglio 1944” (prodotto da Andrea Pachetti) non contengono una luce. Anzi. Una luce tutta particolare fatta di tinte a chiaroscuro con testi mai banali e una voce che racchiude vento di novità. “Ho intitolato il mio album così per un duplice motivo: perché è il nome della via dove abito e perché racchiude la data della liberazione della mia città dai fascisti”.
Simone Brondi (nella foto qui in pagina durante un live di Francesca Di Fazio) ha iniziato a suonare all’età di circa 13 anni e nei primi anni della sua esperienza musicale si è subito affacciato al punk formando un gruppo i “Tinkerbell” (Campanellino) che vennero prodotti da una major in Giappone. Poi con “La Maison” Simone si trasferì a Londra dove per due anni suonava per strada con gli altri componenti del gruppo come veri e propri busker vivendo in un appartamento “Vaine House” che dette il nome all’album prodotto da Enrico Gabrielli un vero e proprio mostro sacro nell’ambito musicale. Poi il ritorno a casa, Livorno. Via 19 luglio 1944. Simone che diventa Cassio. Ma perché Cassio? “Mi sono sempre piaciuti i nomi degli antichi romani. Anche a mio padre che ha tentato in tutte le maniere di chiamare con uno di questi uno dei suoi tre figli. Ma mia madre si è sempre opposta. E così quando ho potuto mi sono rinominato così, Cassio, esaudendo un suo desiderio”.
A dicembre Cassio è stato ospite del Surfer Joe nella sua Livorno. “Non amo fare tante date nella mia città. Ne faccio una all’anno. Quest’anno ospite dei fratelli Valdambrini al Surfer Joe, l’anno prima da Toto Barbato e Mimmo Rosa al The Cage”. Ma Cassio ha anche un bel numero di date in programma: il 28 marzo all’Asino che Vola a Roma, poi a Mestre. E tra una data e l’altra? “In realtà oltre a fare il cantautore nella vita al momento ho un salone da parrucchiere a Marilia, il B-hive dove taglio e acconcio i capelli”.
Qua sotto il video di “Marti”, uno dei suoi singoli estratti da “19 luglio 1944”
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