Il 5 settembre l’inaugurazione della mostra “Luigi Servolini e Frank Brangwyn al tempo dell’Eroica”
Momenti della rinascita della xilografia tra Italia e Inghilterra”, organizzata e promossa dal Comune di Collesalvetti, in occasione della Fiera di Collesalvetti, ideata e curata da Francesca Cagianelli. Ingresso gratuito
Si inaugura martedì 5 settembre 2023, ore 17.00, alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (VILLA CARMIGNANI, Collesalvetti, via Garibaldi, 77) la mostra “Luigi Servolini e Frank Brangwyn al tempo dell’Eroica. Momenti della rinascita della xilografia tra Italia e Inghilterra”, organizzata e promossa dal Comune di Collesalvetti, in occasione della Fiera di Collesalvetti, ideata e curata da Francesca Cagianelli (fino al 26 ottobre, tutti i giovedì, ore 15.30-18.30; dal 9 settembre al 1 ottobre: sabato e domenica, ore 15.30-18.30 / INGRESSO GRATUITO, visite guidate su prenotazione per singoli gruppi: 0586-980251/252 e 392 6025703).
Determinata a proseguire e amplificare il percorso espositivo pluriennale avviato con l’obiettivo di valorizzare la stagione dei due Servolini alla luce di un sempre più approfondito e articolato dialogo culturale con l’Europa, l’Amministrazione Comunale colligiana punta questa volta alla relazione artistica intercorsa tra Luigi Servolini e il pittore e incisore britannico Frank Brangwyn (Bruges, 13 maggio 1867 – Ditchling, 11 giugno 1956).
Se è vero che nel volume “La Xilografia” (Arnoldo Mondadori Editore 1950) Luigi Servolini celebrerà Frank Brangwyn tra i più meritevoli interpreti della rinascita del genere della xilografia a colori in Inghilterra, tra coloro cioè che “si distinguono, oltre che per l’originalità, per la novità dei mezzi con cui ottengono i loro lavori”, è sulle pagine della prestigiosa rivista ligure “L’Eroica” che già si profila quell’afflato espressivo verso “il caso Brangwyn” condiviso oltre che dal direttore Ettore Cozzani, anche con ogni probabilità da coloro che, come lo xilografo livornese, vi furono cooptati nel corso degli anni Venti.
Non a caso, nel percorso espositivo della mostra colligiana, domina la sala riservata alle incisioni di Brangwyn pubblicate sul numero speciale de “L’Eroica” del 1919 dedicato all’Inghilterra, all’interno del quale un programmatico redazione illustra le ragioni della fortuna dell’artista britannico in Italia, con riferimento alla sua arte, come “tipica espressione della moderna sensibilità e gagliardezza tecnica inglese”, i cui esiti xilografici risultano “un segno della sua grande passione per la nostra terra e la nostra cultura”.
La popolarità di Brangwyn in Italia si identifica quindi nella capacità di quest’ultimo di interpretarne egregiamente e modernamente le “meraviglie naturali”, il “mistero dei suoi ricordi storici”, la “tragica immensità dei suoi cataclismi”, ma soprattutto di restituirne convintamente “il giovanile impulso di vita” e “lo sfolgorante desiderio di levarsi alla nobile conquista d’un avvenire degno della sua grandezza passata!”.
L’obiettivo principale de “L’Eroica” resta quindi quello di celebrare “il creatore di mille visioni di drammatica grandiosità e di potente bellezza”, oltre che ovviamente “l’amico della nostra patria e della nostra generazione”, colui cioè che ha addirittura adempiuto l’impegno di rivelare l’arte italiana in Inghilterra, come nel caso dell’organizzazione dell’Esposizione dell’Incisione Italiana Contemporanea”.
Con i preziosi legni donato in anteprima all’Eroica Brangwyn ha inoltre inteso partecipare alla battaglia per la rinascita della xilografia trasfondendo in una branca incisoria mai da lui praticata finora un lampo della sua fantasia e il palpito della sua fede.
Sarà il triestino Ermanno Viezzoli, inarrestabile promotore oltre che dell’opera di Vittore Grubicy de Dragon, anche della parabola artistica del livornese Benvenuto Benvenuti, che tenterà di dipanare nel corso di alcune sue imprese editoriali quella “via dell’Infinito” riconducibile all’universo espressivo di Brangwyn, ribadendo in sede italiana l’“atto di fede” all’artista inglese, considerato nient’altro che “il profilo dominante del panorama artistico contemporaneo”.
L’ampia panoramica offerta dalla mostra colligiana della produzione xilografica di Luigi Servolini all’epoca della collaborazione con “L’Eroica”, ma anche nel decennio successivo, rende atto di quell’ammirazione per la sperimentazione degli estremi virtuosismi della pratica xilografica messi in atto da Brangwyn e condivisi da una folta schiera di xilografi del Novecento.
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