Crestacci diventa… “Mascagni”. E prima il talk show “Un musicista in famiglia”
Il monologo teatrale dell'attore labronico per la regia di Alessandro Brucioni con la partecipazione del fisarmonicista Massimo Signorini è in programma giovedì 10 settembre alle 21.15 sulla Terrazza
Sarà “Mascagni”, il monologo teatrale in programma giovedì 10 settembre, alle 21.15 sulla Terrazza protesa sul mare dedicata al grande compositore livornese, ad animare il nuovo appuntamento del “Mascagni Festival” in corso di svolgimento a Livorno. Prima dello spettacolo andrà in scena il talk show al calasole “Un musicista in famiglia” con la pronipote del grande compositore, Guia Farinelli Mascagni, il musicologo Fulvio Venturi, l’assessore Simone Lenzi e il direttore artistico del festival, Marco Voleri. Il monologo “Mascagni” coprodotto da mo-wan teatro con il Mascagni Festival, con la regia di Alessandro Brucioni, è uno spettacolo di narrazione”. Un attore (Michele Crestacci) e un fisarmonicista (Massimo Signorini) sul palco racconteranno con uno stile comico e drammatico la storia personale e artistica di Pietro Mascagni, restituendo il complesso ritratto di un uomo reso celebre in tutto il mondo per le sue composizioni. Nel pensare la sua figura, gli autori si sono concentrati sulla ricostruzione del mondo sociale e culturale dell’epoca: l’avvento del fascismo, le guerre coloniali, la rivalità artistica, il desiderio di affermazione e di riconoscimento del suo valore artistico, le sue burrascose vicende sentimentali. Mascagni nell’immaginario sonoro di chi racconterà il personaggio da questa prospettiva è certamente l’intermezzo, dove le note narrano con sconfinata e struggente dimensione melodica la drammatica vicenda umana.
MASSIMO SIGNORINIMascagni racconterà ancora molto di noi e della Livorno del secolo scorso. Come per tutti gli spettacoli di mo-wan teatro sui personaggi storici e celebri di Livorno, il taglio scelto è lo sconfinamento tra il passato e il presente, la continuità e le differenze, la scoperta di sotterranee connessioni culturali, sociali e di costume. Ritrovare in noi stessi i caratteri dei personaggi, e far in modo che essi siano capaci di raccontarci come uomini contemporanei e di raccontarsi nel loro mondo intimo e umano oltre che storico e culturale. Siamo come dei medium. Nel contatto con la storia del personaggio forziamo le stanze chiuse, entriamo nelle cantine umide, ci issiamo sui vetri delle loro finestre per vedere e riconoscere i loro voli artistici. Attraverso una trilogia di spettacoli su personaggi di Livorno, la compagnia mo-wan teatro (Michele Crestacci e Alessandro Brucioni) si è impegnata nel recupero della memoria e dell’identità della città di Livorno, cercando di restituire un ritratto del personaggio e la storia del contesto storico e sociale in cui era immerso. La trilogia cominciata con lo spettacolo Modigliani (un pittore celebre in tutto il mondo) è proseguita con lo spettacolo su Caproni (un poeta-insegnante) si è conclusa con l’ultimo lavoro su Picchi, (la storia di un calciatore modello nell’Inter di Herrera e Moratti). Questi tre spettacoli di narrazione sono stati l’occasione per uno scavo nell’anima e nello sfondo della storia umana di Livorno. Abbiamo riscoperto lo spirito di una comunità e il sarcasmo perenne che riverbera per le strade, una Livorno terra ruvida, pittoresca e chiassosa. Una Livorno di scontri, rivoluzioni e arretratezza culturale. Una Livorno dove nel 1921 ebbe origine il Partito Comunista, dove operai e contadini tutte le domeniche si mettevano in coda con le loro piccole Fiat per correre al mare. Entrare attraverso la lente delle dolorose e epiche vicende di tre celebri personaggi è stata l’occasione per fare i conti con noi stessi e con una terra in cui siamo cresciuti. Questo spettacolo ne è la naturale chiusura del cerchio.
Tutte le informazioni su www.goldoniteatro.it
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