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“From 0 to 0: attraverso gli occhi della fotografa”: il primo libro di Ilaria Cariello

Sabato 5 Febbraio 2022 — 09:03

Cosa vuol dire seguire un atleta e documentare le sue avventure? Ce lo racconta Ilaria Cariello con il suo libro

Dal livello del mare alla vetta della montagna e viceversa, è questo che fa l'atleta paralimpico Andrea Lanfri durante i suoi "From 0 to 0" e la livornese Ilaria Cariello lo segue con la sua macchina fotografica. Adesso le sue avventure sono raccontate nel primo libro della fotografa

di Chiara Montesano

Quando qualche anno fa Ilaria Cariello, saltatrice e fotografa dell’Atletica Livorno, ha conosciuto Andrea Lanfri sulla pista di atletica di Firenze non avrebbe mai immaginato che quell’incontro l’avrebbe portata a girare per l’Italia e per il mondo con la macchina fotografica al collo e a scrivere un libro.

Andrea Lanfri aveva 29 anni quando ha contratto la meningite, ma non ha mai mollato. Dopo l’amputazione di entrambe le gambe e di sette dita delle mani ha indossato due protesi ed ha iniziato a dare spettacolo sulle piste di atletica, diventando il primo atleta paralimpico con doppia amputazione a correre i 100m sotto i 12 secondi. Stabilisce record su record e si mette al collo importanti medaglie internazionali, ma non gli basta.

Nel 2020 nasce il progetto “From 0 to 0”: Andrea parte dal livello del mare, arriva in vetta ad una montagna e poi torna al punto di partenza, unendo bicicletta, corsa e camminata in montagna. Ed è qui che entra in gioco la livornese Ilaria Cariello. Ilaria segue Andrea con la sua macchina fotografica, raccontando attraverso le immagini questo ambizioso progetto, primo in Italia nel suo genere.

Le edizioni del “From 0 to 0” vanno avanti e Ilaria sente la necessità di raccontare con le parole le emozioni che vive seguendo questo straordinario atleta, le fotografie non bastano più. Decide di scrivere un libro e sotto consiglio di Andrea lo propone ad una casa editrice fiorentina che lo pubblica.

L’abbiamo sentita e ci siamo fatti raccontare come nasce il suo primo libro “From 0 to 0, attraverso gli occhi della fotografa“.

Ciao Ilaria, com’è nata l’idea del libro?
“L’idea del libro è nata tornando indietro dal lavoro fatto in Sicilia sull’Etna. Ho vissuto un sacco di emozioni, non ero mai stata sul ciglio di un vulcano e non avevo mai visto la lava, sentito gli odori e rumori. Volevo raccogliere le emozioni e ho pensato di scrivere un libro che doveva essere per me e la mia famiglia. Avevo piacere che rimanesse anche ad Andrea così gliel’ho fatto leggere. Gli è piaciuto talmente tanto che mi ha dato i contatti della casa editrice che lo segue, la Porto Seguro, ed è andato tutto in porto. A gennaio ho firmato il contratto”.

Di cosa parla?
“È una raccolta di alcuni lavori del lavori fatti con Andrea. Raccolta di tre avventure. La prima è quella del Monte Pisanino edizione zero del progetto. È stata un’avventura. Andrea conosceva le diverse tratte perché le aveva fatte per allenarsi ma non le aveva mai seguite tutte insieme fino alla vetta. Ci teneva che fosse lì la prima edizione perché è nato e cresciuto sulle Apuane. La seconda, quella sull’Etna l’ho inserita perché diversa sotto il punto di vista della montagna, dato che si tratta di un vulcano. La terza invece è unica perché ha attraversato l’Italia. È partito da vicino Pescara, è salito sul Gran Sasso ed arrivato a Ladispoli”.

Il libro racconta questo progetto dal tuo punto di vista, quello della fotografia…
“Nel libro essendo raccontato dal mio punto di vista ci sono retroscena, avventure e disavventure. Tante cose vengono mostrate su Focus con il programma televisivo. Il Pisanino ad esempio doveva farlo in 13 ore ma ci ha messo 11 ore e mezza. Non possiamo dargli noia durante il percorso quindi cerchiamo di tenere il passo avvantaggiandoci ed abbiamo dei punti prestabiliti dove metterci. Ci sono state delle situazioni in cui eravamo in difficoltà a stargli dietro perché correva come un matto. L’ultimo tratto del Pisanino lo abbiamo fatto velocemente in macchina perché correva troppo forte. Lo seguivamo con il GPS”.

Come vi siete conosciuti te e Andrea?
“Il primo approccio lo abbiamo avuto in pista. Ero a fare le foto in curva ai 200m. Mentre facevo le foto vedo sfrecciare Andrea davanti all’obiettivo. Mi era nuova come cosa. Sapevo chi era l’allenatore e gli ho chiesto di presentarmelo. Da lì è nata l’amicizia ed è stato uno dei miei soggetti per la tesi dell’Accademia di Fotografia. Da lì è nato rapporto di collaborazione professionale e il lancio di diversi lavori”. 

Come sta andando il lancio del libro?
“Inaspettatamente bene perché è un argomento particolare. È visto dal mio punto di vista. Tante persone hanno già acquistato il libro. É stato promosso su tante pagine e da tante persone. Mi ha fatto piacere. Mi interessava che un progetto del genere venisse raccontato e più persone possibili lo conoscessero. Andrea ci insegna a non lasciarsi intimidire da quello che la vita può metterci davanti”. 

Avete altre edizioni in vista?
“Abbiamo in progetto un’altra edizione del “From 0 to 0″ per le tre cime di Lavaredo con partenza a Venezia e ritorno a Venezia. La parte della montagna sarà svolta in arrampicata quindi sarà diversa dal solito. Ci saranno anche delle edizioni all’estero ma non sappiamo ancora niente. Il 23 marzo invece partiamo per l’Everest”. 

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