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Reinserimento al lavoro per 17 donne vittime di violenza

Lunedì 23 Settembre 2019 — 18:08

Le 17 donne, individuate tra Asl, Comune e centri antiviolenza, seguiranno un corso di 650 ore riguardante il settore della ristorazione. Progetto della Provincia

di Letizia D'Alessio

Si chiama Fiori di controviole, acronimo di un significato molto più ampio, il progetto della Provincia di Livorno, presentato a Palazzo Granducale il 19 settembre, che promuove il reinserimento nel mondo del lavoro di donne che sono state vittime di violenza fisica e psicologica. Il progetto coinvolge 17 donne, italiane e straniere, con un’età che va dai 22 ai 55 anni, tutte con alle spalle esperienze di forte disagio personale e talvolta anche economico. “Da una parte fa onore alla Provincia e alle associazioni realizzare un percorso di questo tipo – ha detto il vicepresidente provinciale Pietro Caruso – dall’altra però preoccupa il fatto di doverci trovare ad affrontare una problematica così delicata”. La Provincia ha partecipato al bando nazionale promosso dal Dipartimento delle Pari opportunità per la realizzazione di azioni a contrasto delle violenze di genere e ha così ottenuto un finanziamento di 270mila euro, pari all’80% del costo complessivo del progetto, che ammonta a 337.500 euro. Le donne, individuate tra Asl, Comune e centri antiviolenza seguiranno un corso di 650 ore riguardante il settore della ristorazione, diviso in una parte in cui verranno date le nozioni teoriche e una che prevede uno stage nelle cucine della Caritas in via Donnini. Per le partecipanti è previsto, oltre a un servizio di babysitting per coloro che hanno figli, anche un’indennità di partecipazione che ammonta a 3 euro all’ora per le ore effettivamente frequentate. “Questo progetto è nato grazie alla creazione di rapporti in questi anni con le varie realtà – ha affermato Paola Meneganti, responsabile del servizio affari generali e pari opportunità della Provincia – La violenza è uno strappo dell’Io che va ricomposto e il percorso che faranno queste donne ha l’obiettivo anche di far rinascere la fiducia in loro stesse”. Al progetto ha aderito anche l’associazione Randi, che monitorerà tutti i sei mesi di corso: “Fiori di controviole è importante sia per l’aspetto psicologico sia come strumento vero e proprio – ha concluso Linda Lombardo – La volontà è quella di sostenere le donne nel recupero della loro autonomia e al contempo intrecciare relazioni e spezzare la spirale negativa che si era creata”.

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