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Includi… Amo. Livornese vince il concorso a tema

Domenica 21 Gennaio 2018 — 07:00

Tra le idee proposte da Francesca Bulletti e dalla collega di Trento una porta e una parete sensoriale, una serie di armadietti con maniglie removibili e un pavimento percettivo

di Giulia Bellaveglia

Per tutti i bambini frequentare l’ambiente scolastico è all’ordine del giorno: un qualcosa che riempie le loro vite e che si inserisce nel loro contesto di “normalità” (clicca qui per consultare il progetto vincitore).
Se, però, tutti i bambini a scuola possono incontrare delle difficoltà, maggiori sono quelle di coloro affetti da varie forme di disabilità che spesso, anche per la mancanza di strutture adeguate ai loro bisogni, vengono limitati nell’interazione con il mondo scolastico e con gli altri bambini. Proprio questo è il tema che ha interessato una nostra concittadina. Francesca Bulletti (nella foto in pagina), livornese classe 1984, è la vincitrice del concorso Includi… Amo bandito dalla Direzione didattica Paolo Vetri di Ragusa in collaborazione con l’Ordine degli architetti di Ragusa, Farm cultural park e Scuola di architettura per bambini (Sou).
Il concorso proponeva di trovare delle soluzioni per trasformare gli ambienti di apprendimento in ambienti inclusivi realizzando una rete tra le scuole del territorio. Vincitrice del concorso insieme a Francesca è Chiara Dallaserra, originaria di Trento: insieme collaborano al progetto Architutti. “Il bando richiedeva una proposta che promuovesse l’inclusione degli alunni con disabilità – spiega Francesca – la nostra idea è stata quindi quella di proporre un kit per il restyling inclusivo, ovvero sei elementi che insieme coprissero la maggior parte delle necessità dei bambini con esigenze specifiche”.
Tra le idee proposte dalle giovani ragazze troviamo una porta e una parete sensoriali, una finestra a misura di tutti, la tana, una sorta di rifugio con tutto il necessario per chi è affetto da patologie come l’autismo, una serie di armadietti con maniglie removibili e intercambiabili e un pavimento percettivo per distinguere le aule anche senza vedere.

Questo infine, il giudizio della giuria: “Il progetto si distingue per la sua completezza e semplicità espressiva e rappresentativa e si configura come un vero e proprio paesaggio dell’apprendimento, caratterizzato da elementi architettonici a diversa scala che soddisfano le esigenze di adattabilità e replicabilità in diversi ordini di scuole”.

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