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Libertas-Piacenza, le pagelle. Fantoni è “Ken il Guerriero”, Buca “Don’t stop me now”

Lunedì 23 Dicembre 2024 — 10:03

FOTO NOVI

Questa Libertas è così, dal muso duro, sporca e mai doma, mai banale. Vittoria fondamentale voluta fortemente dal gruppo. Tra i singoli un + infinito a Capitan Fantoni, un Banks che si mette in regia e regala triple, Filloy che c'è nei momenti chiave, Allinei che risponde presente. E una bella gara studiata bene da coach Andreazza che regala un bel pacco per Natale ai suoi tifosi

di Giacomo Niccolini

Una vittoria “dura cattiva e progressiva”, perché alla Libertas non piace “ballar la commerciale”. L’incipit è dedicato al popolo della discoteca che urlava così in pista quando partiva un pezzo un po’ più progressive a fronte del classico ritornello da cantare a squarciagola che passava nelle radio. Perché questa Libertas è così, dal muso duro, sporca e mai doma, mai banale. Come quella musica di nicchia per intenditori. Una montagna russa continua. Perché quando ti aspetti i punti dall’arco arriva una prova maiuscola del reparto lunghi. Con un capitano ancora più immenso, ancora più monumentale, ancora più inarrivabile che gioca con un’infiltrazione alla caviglia per un infortunio arrivato in allenamento venerdì e tenuto sottotraccia e le due frattura al naso che gli costringono a portare una maschera che a dire il vero, sporca un po’ le percentuali ai liberi ma... chissenefrega visto che lotta come un leone. E con lui anche Dorin Buca che stoppa lo stoppabile, in difesa sgomita e inibisce e in attacco alza la voce. Ma poi c’è Banks l’assist-man, Filloy con gli strali mortiferi, Tozzi che resuscita nella seconda parte di partita scambiando il Natale con la Pasqua, Allinei che da qualche settimana a questa parte, e ieri a maggior ragione, gira a dovere, Fratto che non molla un secondo e partecipa alla festa, Italiano che scalpita sui pedali, Bargnesi che ruggisce e Hooker che anche in una serata un po’ velata ha sempre il suo flavour.
Ed ora le pagelle della redazione di QuiLivorno.it!

Fantoni +∞ – No non è un errore di battitura. Quel simbolo che vedete accanto al nome del capitano, per chi non lo conoscesse, è il simbolo dell’infinito. In matematica si usa correlato con la nozione di limiti. Ecco anche nel basket. Perché quest’uomo, davvero, sembra non conoscerne. Oltre ogni limite, verso l’infinito e oltre. Gioca con due fratture al naso, con un elmo in testa che gli oscura la visuale e gli sporca la percentuale ai liberi. Ma chissene… perché per il resto è immortale sul campo. L’inizio è da Flash con sei punti che arrivano in pochi amen, il resto è da Hulk con il numero 8 che si colora di verde e strappa la maglia ad ogni cazzotto che prende. Ci prova anche Ursulo D’Almeida il cui nome è un mix tra un cattivo Disney e un centrocampista incontrista colombiano, lo percuote, lo scuote e lo picchia (in senso sportivo). Finisce in panchina per rimettersi a posto il naso come farebbe Rambo con la polvere da sparo nella ferita aperta in pancia. Torna più cattivo di prima sul parquet. Segna 12 punti, prende 5 rimbalzi, un numero infinito di cazzotti che non vanno a registro. Nel post gara abbraccia il suo popolo e sussurra: “Sono stanco, capo. Stanco di andare sempre in giro solo come un passero nella pioggia” (cit- Il Miglio Verde). A fine gara quando negli ultimi minuti si accomoda in panchina è standing ovation per questo bambino infinito che fra tre mesi spegne 40 candeline. Ci stiamo commovendo? No, ci è entrato solo un Fantoni in un occhio. KEN IL GUERRIERO
Banks 7,5 – In una serata un po’ opaca per Hooker, BanksBanksBanksAdrianBanks si mette il cappello e sciarpa alla Fellini, apre la regista e dà il ciack a questo film amaranto: “Una sfida per la salvezza”, produzione Andreazza and Friends, protagonista Tommy Il Guerriero, direttore della fotografia il pubblico del PalaMacchia. Perché l’istantanea più bella è questo tifo tutto amaranto che urla per tutti e incita l’americano in ogni momento, anche quelli più slow. Con lui all’ingresso in campo c’è il suo bambino che schiaccia cinque a tutti. Adrian sente la carica della sua famiglia venuta da Miami per Natale. Parte in sordina poi si carica del playmaking amaranto. Si tuffa come all’acquapark di Riccione sul Kamikaze per recuperare una palla e scaglia tre bellissime triple tutte sbilenche come sa far lui. CIACK SI GIRA
Italiano 7 – Il voto è solo per la grinta incommensurabile. Fa una partita parallela a bordo campo, praticamente in tribuna stampa accanto a noi, sulla cyclette. Si piazza lì e pedala. Una sorta di compartecipazione mistico-eucaristica al rito del match. Ancora non al top fisicamente urla e sbraita ad ogni canestro, ad ogni decisione arbitrale dubbia (e ieri un po’ in confusione la terna sembra sia andata a più riprese). Lui è come Pantani su quei pedali. Pedala e pedala. E quando Andreazza lo chiama lui scende dal sellino e si butta nel mare agitato di un match chiave. Mette la sua firma con 3/3 dai liberi.  Poi torna a vincere il Gran Premio della Montagna sul Passo Pordoi. SCALATORE
Filloy 7,5 – Nel momento chiave: lui c’è! Spacca la partita a cinque dal termine con la tripla che affonda la barca piacentina riportando Livorno sul +10 (65-55) e sancendo il definitivo distacco nel momento in cui gli ospiti provavano a rimettere la testa sopra. Ma è anche croupier di assist fondamentale. Vede dove nessuno vede e trova palloni d’oro come Paperon de Paperoni nel Klondike servendo pepite ai suoi compagni che appoggiano a canestro: 4 assist di platino per lui, 26 minuti di qualità, conduzione di gioco e palloni recuperati. Ariel il sirenetto spedisce in fondo al mar, in fondo al mar, gli avversari. CLASSE OHIO
Hooker 6,5 – Serata velata per il folletto nero che realizza con percentuali basse da due punti (2/8 dalla media) ma si fa valere come può recuperando comunque 6 palloni sputati dal ferro e mettendo alla fine della fiera anche 4 assist a registro. Lascia il testimone da Spielberg a Banks e Filloy e recita una parte da attore non protagonista. Prestazione che non gli vale la nomination agli Oscar ma in una partita dove tutti recitano la loro parte, il vero Oscar è quello di squadra. E Quinton si inserisce alla perfezione nello storytelling di un match complicato come un film polacco in bianco e nero con i sottotitoli. Alla fine riesce ad essere sempre a strappare un applauso. CLAP YOUR HANDS
Buca 8 – Il bimbo di bottega esce dalla bottega di prepotenza. Se pur alternando qualche errore di “gioventù”, Dorin mette sul piatto una prestazione maiuscola tutto fisico e cattiveria. La curva canta “Oh eh oh, Buca l’ha stoppata”. E di stoppate ne mette 5! Con quelle manone che si inerpicano sin lassù inibisce gli avversari. Sotto canestro sgomita e si rende più sgamato. In difesa prende 7 rimbalzi. Là sotto è gigante. E non solo per centimetri. La sua presenza è ingombrante per gli avversari che con lui faticano a trovare soluzioni. Cresce sempre di più. Contro Piacenza mette a segno la sua miglior partita stagionale. E IL CIELO E’ SEMPRE PIU’ BLU
Tozzi 6,5 – Esce alla distanza. Prima parte del match impalpabile. Seconda parte del match importante dove registra una prestazione da leccarsi i baffi con un canestro che pesa come un pallone medicinale e ristabilisce il +7 in un momento di down amaranto. DA UFO A TARTUFO 
Bargnesi 6 – Esce per cinque falli dopo aver picchiato il picchiabile. Difende e si arrocca come Torre con il Re difendendo lo scacchiere amaranto. Fa parte della ciurma nel mare in tempesta. BARRA A DRITTA
Allinei 7 – Ma che domenica bestiale, una domenica con te. Ogni tanto mangio un fiore e lo confondo con… Allinei. Parafrasando Concato, TeleSpalla Greg mette a segno una partita con i fiocchi. Preciso come Maverick quando nel mirino ha Tom “Iceman” Kazansky, Gregorio non sbaglia. Il suo 2/3 dalla lunga parla chiaro. Recupera palloni, subisce falli, mette 3 assist. Ah bene. TOP GUN
Fratto 6,5 – Sedici minuti di intensità. Cheek To Cheek là sotto con i cattivoni di Piacenza che provano in tutte le maniere a far saltare i nervi. Fratto risponde facendo il suo sporco lavoro. Sei punti brillanti incastonati un collier di sostanza. Donne è arrivato l’arrotino. Noi abbiamo Fratto, che arrota tutto. Tutto per la casa e per i canestri. L’ARROTINO
Andreazza 7 – Oh Oh Oh. BabboNataleAndreazza regala due punti ai suoi tifosi che lo osannano a fine gara attendendolo come i bambini con Santa Claus. E alla fine Santa Claus is Coming To Town. E la town è il bellissimo PalaMacchia festante d’amaranto. Andreazza tira fuori le gambe da un match difficilissimo dove ruota alla perfezione le sue pedine. Capisce che la vittoria passa dal pitturato e dà fiducia a Buca non risparmiando Fantoni. Capisce che in regia stavolta ci stanno meglio Banks e Filloy e affida a loro il megafono per i ciack. Capisce che è giusto buttare nella mischia uno scalpitante Italiano e capisce che sì, questa partita era da vincere. E lo fa. Con tutti i mezzi a sua disposizione. ALCHIMISTA

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