Rugby: i livornesi Tosi, De Rossi e D’Ammando protagonisti nell’Italia under 18
La straordinaria tradizione tutta labronica sta proseguendo (anche) con tre giocatori classe 2007, il tallonatore Jacopo De Rossi, il pilone Leonardo Tosi e il mediano di mischia Edoardo D’Ammando, in grande evidenza con la selezione dell’Italia under 18 nelle due – ravvicinate – gare amichevoli vinte contro i pari età dell’Irlanda
È supportata da basi storiche la teoria per la quale il gioco del rugby sarebbe nato a Livorno, e più precisamente in Piazza Grande, in occasione di una variante del calcio fiorentino, in due partite della primavera 1766. Si spiega così, con le sue ‘antiche’ origini, il motivo per il quale grandi rugbisti livornesi hanno caratteristiche tecniche e caratteriali tali da consentir loro di realizzare mete di grande prestigio? Ci limitiamo a ricordare come Marzio Innocenti, Fabrizio Gaetaniello e Andrea De Rossi siano stati capitani azzurri e come, dal 1965 ad oggi, altri 11 campioni – Fabio Gaetaniello, Franco Mazzantini, Matteo Mazzantini, Gianmarco Lucchesi, Gianluca Guidi, Federico Mori, Leandro Manteri, Massimo Goti, Roberto Sciacol, Diego Saccà e Simone Gesi – siano stati capaci, in 60 anni di storia ovale, di indossare la maglia della maggior rappresentativa azzurra. Numerosissimi altri atleti nati all’ombra dei Quattro Mori hanno giocato in altre prestigiose selezioni, giovanili e seniores. La straordinaria tradizione tutta labronica sta proseguendo (anche) con tre giocatori classe 2007, il tallonatore Jacopo De Rossi, il pilone Leonardo Tosi e il mediano di mischia Edoardo D’Ammando, in grande evidenza con la selezione dell’Italia under 18 nelle due – ravvicinate – gare amichevoli vinte contro i pari età dell’Irlanda.
LE PRIME DUE PARTITE – Nei tiepidi pomeriggi di martedì 20 e venerdì 23 maggio 1766 si disputarono due partite in una Piazza Grande in cui era stato costruito un anfiteatro mediante 125 palchi. Le due gare, 50 contro 50, si giocarono sotto gli occhi del Granduca, tra i Celesti e i Rossi. Il primo confronto fu una sorta di semplice esibizione e finì 0-0, senza alcuna ‘caccia’: una sfida con pochi contatti fisici e caratterizzata da molte interruzioni, dettate da chiarimenti sul regolamento. La seconda finì 2-0 per i Celesti, con i Rossi che si ritirarono anzitempo per manifesta inferiorità. Fu una gara ‘vera’, addirittura ‘violenta’, tanto che l’infanta di Spagna, Maria Luisa, moglie del Granduca, ne rimase scossa: fu l’ultima partita dell’epoca giocata a Livorno.
TAVOLA ROTONDA – La volontà di dimostrare come lo sport della palla ovale sia nato a Livorno e non, come vuole la leggenda, in Inghilterra nel 1823, si è evidenziata, anche nella riuscitissima tavola rotonda della scorsa settimana dal titolo ‘Le origini del rugby e il calcio fiorentino’. Hanno partecipato all’evento, che fa seguito al libro di successo ‘Leghorn 1766’, ad un documentario e ad una mostra online, tra gli altri, il consigliere FIR Antonio Luisi, il presidente del CRT FIR Riccardo Bonaccorsi, il Presidente Museo Fango e Sudore di Artena Corrado Mattoccia, il Direttore dell’Archivio di Stato di Livorno Marianna Volpin, il già Direttore dello stesso Archivio Massimo Sanacore, il rappresentante della Biblioteca International University of Fiesole Peter Keneally, il Direttore della Società Italiana Storia dello Sport Sergio Giuntini, il Direttore del Corteo Storico Repubblica Fiorentina Filippo Giovannelli e il Ricercatore Matteo Poggi.
I TRE BIANCOVERDI – Un passo in avanti dalla primavera 1766 all’autunno 2024. Edoardo D’Ammando, Jacopo De Rossi e Leonardo Tosi hanno disputato, con la maglia dell’Italia under 18, allenata dal livornese Paolo Grassi, sia il match del 30 ottobre a Casale sul Sile, sia quello del 2 novembre a Paese. Due gare chiuse con le affermazioni degli azzurrini contro i coetanei dell’Irlanda 31-17 e 54-26. Il terzetto di atleti dell’Unicusano Livorno si è messo in grande evidenza. Per De Rossi due mete nel primo confronto, per Tosi una meta nella seconda sfida. L’ennesima dimostrazione di come il rugby sia nato a Livorno…
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