Brilli: “No alla chiusura della filiale di Livorno della Banca d’Italia”
La possibile chiusura della filiale livornese della Banca d’Italia, prevista dall’Amministrazione Centrale dell’Istituto tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, è motivo di grande preoccupazione
La possibile chiusura della filiale livornese della Banca d’Italia, prevista dall’Amministrazione Centrale dell’Istituto tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, è motivo di grande preoccupazione. Nel corso degli anni sono state chiuse molte filiali territoriali, anche in Toscana, confermando una prassi portata avanti da buona parte del mondo finanziario, la cosiddetta desertificazione bancaria; questo fenomeno si inserisce nel processo di disintermediazione e di allontanamento tra fruitore e servizio erogato, che noi critichiamo con forza, in quanto priva i territori di presidi fisici e umani necessari ai bisogni della collettività. Una ipotetica chiusura della filiale di Livorno comporterebbe un ulteriore depauperamento del territorio (inteso come Città ma anche come area vasta costiera), al quale forze politiche, sindacali categorie dovrebbero opporsi con decisione. Da questo punto di vista sosteniamo e facciamo proprio l’appello di FISAC Toscana e Livorno. Evidenziamo che la filiale livornese della Banca d’Italia, oltre ad assolvere un ruolo di educazione finanziaria, elemento su cui il nostro Paese è molto indietro rispetto al contesto europeo, assume un ruolo dirimente in riferimento alla consultazione della Centrale Rischi, ovvero quel database in cui privati e imprese possono avere contezza dell’ente da cui è partita una eventuale segnalazione. In questo senso avere un presidio fisico dove potersi rivolgere in caso di contenzioso o dove poter avere una fotografia delle proprie esposizioni debitorie può fare la differenza. In un territorio come il nostro, tra i primi posti in Italia per finanziamenti attivi in rapporto alla popolazione (elemento su cui potremmo discutere a lungo e per il quale una corretta educazione finanziaria risulta fondamentale), la chiusura della filiale sarebbe una scelta decontestualizzata e strategicamente sbagliata. Non da ultimo, l’elemento umano di tutela e dignità del lavoro di chi attualmente presta servizio a Livorno, e che, in caso di chiusura, subirebbe cambiamenti importanti nella propria vita, con ricadute indirette . Sarebbe necessario che, qualora l’Amministrazione Centrale dell’Istituto ritenesse obsoleta la filiale, proponesse un piano strategico per la stessa, implementandone le funzioni. Ringraziamo il nostro parlamentare Marco Simiani, il quale presenterà un’interrogazione parlamentare in merito a questa vicenda. Sosterremo le iniziative che Regione e amministrazioni locali riterranno necessarie a salvaguardia della filiale livornese della Banca d’Italia, ricercando al tempo stesso un rapporto con le organizzazione sindacali, le lavoratrici e i lavoratori interessati. Auspichiamo che sul tema si crei un impegno congiunto e trasversale delle forze politiche locali, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza, a tutela del territorio e in contrasto con ogni processo di impoverimento economico e sociale.
Il segretario dell’Unione Comunale PD Livorno, Alberto Brilli
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