Crystal è tornata a casa dopo tre mesi di ospedale
Foto condivisa con la mamma che ringraziamo per la disponibilità
La mamma: "E' nata il 18 febbraio Crystal ma per noi è come se fosse rinata il 30 giugno. E' il giorno zero. Grazie all'ospedale di Livorno, grazie al primario di Pediatria Danieli che non ha mai smesso di scriverci per sapere come stava la nostra bambina e alle pediatre Talini e Gigantesco. E poi naturalmente grazie al Meyer e all'ospedale Massa dove hanno salvato la vita a Crystal. E virtualmente a tutte le persone che ci hanno sostenuto e ci sono state vicino. Spero che questa storia serva a far capire a tanti di non lamentarsi per le cavolate"
“Tra poco faccio 5 mesi ma in realtà sono 8 giorni che riesco a godermi finalmente la mia casa e le mie sorelle”. A scriverlo, facendo pronunciare queste parole alla bambina, è la mamma di Crystal, Valentina, che attraverso un post Fb nel gruppo “Mamme di Livorno uniamoci” oggi ha voluto ringraziare per la vicinanza ricevuta in questi mesi complicati. “Crystal è tornata a casa il 30 giugno dopo tre mesi di ospedale – prosegue Valentina, che ringraziamo per la disponibilità – Sono giorni in cui viviamo con un certo stato d’ansia le giornate, sul chi va là come si dice in questi casi, però il rientro a casa dalle sorelle di 7 e 9 anni è stato emozionante e bellissimo”. Nata il 18 febbraio 2024, Crystal ha contratto la pertosse a 40 giorni di vita. Dall’ospedale di Livorno è stata trasferita al Meyer di Firenze e poi all’ospedale di Massa. Qui, dopo due mesi di terapia intensiva di cui 40 giorni intubata, il 29 maggio è stata finalmente trasferita in reparto fino al 30 giugno, giorno della dimissione. “E’ nata il 18 febbraio Crystal ma per noi è come se fosse rinata il 30 giugno. E’ il giorno zero. Tengo a ringraziare l’ospedale di Livorno per come siamo stati seguiti e gestiti, ringrazio inoltre il primario di Pediatria Danieli che non ha mai smesso di scriverci per sapere come stava la nostra bambina e le pediatre Talini e Gigantesco. E poi naturalmente il Meyer e l’ospedale Massa dove le hanno salvato la vita. E virtualmente tutte le persone che ci hanno sostenuto e ci sono state vicino. Spero che questa storia serva a far capire a tanti di non lamentarsi per le cavolate. Ci sono cose peggiori”.
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