Intesa strategica con il porto di Damietta per i porti di Livorno e Piombino
Il presidente Guerrieri e l'ammiraglio Tarek Adly
Il presidente Guerrieri a Bruxelles per firmare un importante protocollo di intesa con il vice presidente della port Authority egiziana, ammiraglio Tarek Adly. L'Egitto è oggi uno dei maggiori produttori di idrogeno green al mondo e l’obiettivo dell’Adsp è quella di trasformare Livorno e Piombino in gateway europei per il trasporto dell’idrogeno allo stato liquido dal Nord Africa. I due porti sono pronti ad affrontare la sfida, tant’è vero che il sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale è già stato qualificato dalla società di consulenza internazionale Deloitte come “case study” rilevante per lo sviluppo dell’idrogeno a livello costiero. Cosi l’idrogeno egiziano si fa strada in Italia
A distanza di poco più di quindici giorni dal G7 italiano, nel quale è stata ribadita la centralità del piano Mattei e la necessità di un impegno maggiore per lo sviluppo dell’Africa, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Luciano Guerrieri, si è recato a Bruxelles per firmare un importante protocollo di intesa con il porto di Damietta. L’obiettivo è quello di consolidare il ruolo di Livorno e Piombino quali canali privilegiati dei traffici energetici nella regione euro-mediterranea. Una strategia, quella assunta da Guerrieri, che era stata anticipata già un mese fa in occasione dell’ultimo tavolo convocato nel quartier generale dell’AdSP, a Palazzo Rosciano, per parlare della crisi del Mar Rosso e dell’impatto che stava avendo sulle dinamiche commerciali nazionali. “La tensione mediorientale è solo l’ultimo, drammatico, episodio di una storia che ripropone la necessità di bilanciare resilienza ed efficienza in un contesto nel quale gli interessi geopolitici e geoeconomici sono sempre più intrecciati” aveva allora dichiarato Guerrieri, sottolineando come le recenti dinamiche confermassero l’apertura di nuovi scenari favoriti dal pieno affermarsi dei processi di reshoring e nearshoring: “Le produzioni stanno rientrando nei paesi di origine e in geografie a corto raggio, facendo emergere con forza il ruolo centrale della Turchia, del Marocco e dell’Egitto, con i quali diventa oggi necessario dialogare per intercettare le nuove esigenze di mercato”.
In occasione di quel tavolo il n.1 dello scalo portuale labronico non aveva nascosto la volontà di cominciare fin da subito a stendere una rete di contatti e relazioni con quei Paesi, qualificando il porto di Damietta come trampolino di lancio per la definizione di nuovi modelli collaborativi con i paesi del Maghreb. Da allora a oggi gli sherpa dell’AdSP livornese e della Port Authority di Damietta hanno lavorato pancia a terra per riempire di contenuti il nuovo accordo, limandone i dettagli e valutando l’opportunità di organizzare l’incontro per la firma a Bruxelles per il 27 e 28 giugno, proprio nei giorni in cui il Consiglio Europeo si riunisce per votare e ufficializzare la scelta dei tre nomi per il presidente della Commissione Ue, il presidente del Consiglio Ue e l’Alto Rappresentante Ue.
Non una scelta casuale, quella di firmare l’intesa proprio nella capitale della politica europea e, in particolare, presso gli uffici della Regione Toscana, al n.14 di Rond Point Schuman. L’intenzione è quella di dare a questo accordo un’efficacia e una dimensione geografica molto più ampia di quella che avrebbe avuto se fosse stato firmato a Damietta o a Livorno. E non è un caso che le priorità dell’AdSP siano state condivise passo dopo passo sia con il Ministero delle Infrastrutture che con la stessa Regione, considerata dall’AdSP un punto di riferimento istituzionale imprescindibile per il coordinamento e la realizzazione di iniziative destinate a realizzare nuove sinergie a livello macro-territoriale. “L’AdSP si sta muovendo nel solco tracciato dall’attuale Governo e dal suo Piano Mattei – ha dichiarato Guerrieri, a margine della firma – in un contesto di marcata regionalizzazione dei traffici commerciali, il porto di Damietta può diventare un partner strategico per costruire nuove filiere industriali sul fronte energetico”. L’intesa, che ha valenza annuale, prevede una più stretta collaborazione delle due Port Authority in temi considerati centrali dall’UE, come la trasformazione digitale, lo sviluppo del trasporto multimodale e, soprattutto, lo sviluppo sostenibile nei porti. Tema, quest’ultimo, considerato particolarmente strategico dall’AdSP MTS, che ha da tempo definito una propria strategia tesa a promuovere la transizione energetica. La decarbonizzazione passa dal mare. Questo è un dato di fatto. E l’idrogeno può giocare un ruolo rilevante per raggiungere la neutralità del carbonio. Non è certamente un caso che l’intesa tra le due Port Authority sia stata siglata nel bel mezzo di un convegno sulle possibilità di sviluppo dell’idrogeno a livello comunitario, iniziativa di carattere internazionale cui hanno preso tra gli altri parte il direttore del settore logistico e marittimo del Ministero dei Trasporti egiziano, Sherif Zakaria; il presidente dell’Arab Academy of Science Technology Maritime Transport, Ismail Abdel Ghafar; e il direttore generale per l’energia in Europa (DG ENER), Tudor Costantinescu.
“I porti non sono soltanto meri punti di smistamento delle merci, ma fulcri strategici nell’ecosistema energetico del futuro, in grado di collegare produzione, distribuzione e consumo in un quadro sempre più sostenibile e tecnologicamente avanzato” è il concetto di fondo del ragionamento sviluppato dal presidente Guerrieri in apertura dell’iniziativa. Guerrieri ha ricordato come uno degli obiettivi strategici dell’AdSP sia proprio quello di creare le basi per la nascita di una vera e propria catena del valore dell’idrogeno, una “Hydrogen Valley per la costa toscana”, a servizio della navigazione, della logistica e degli impianti industriali dell’Alto Tirreno. Da questo punto di vista l’accordo con il porto di Damietta (presente per la firma il vice presidente della port Authority egiziana, l’ammiraglio Tarek Adly) risponde “all’obiettivo di acquisire un ruolo strategico nel costituendo sistema di import dell’idrogeno da paesi terzi, con la conseguente creazione di infrastrutture per lo stoccaggio, la distribuzione e l’utilizzo”.
Ma perché proprio Damietta? Il fatto è che l’Egitto è oggi uno dei maggiori produttori di idrogeno green al mondo. Un primato che ha saputo acquisire in virtù del grande potenziale di sviluppo di energia elettrica da fotovoltaico ed eolico, necessaria per l’elettrolisi. L’Egitto è diventato una delle più importanti nazioni esportatrici. L’obiettivo dell’Adsp è quella di trasformare Livorno e Piombino in gateway europei per il trasporto dell’idrogeno allo stato liquido dal Nord Africa. I due porti sono pronti ad affrontare la sfida, tant’è vero che il sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale è già stato qualificato dalla società di consulenza internazionale Deloitte come “case study” rilevante per lo sviluppo dell’idrogeno a livello costiero. “Il sistema portuale dell’Alto Tirreno ha le carte in regola per diventare un key energy import hub nel Mediterraneo” si legge nello studio che la consultancy firm Deloitte ha prodotto per conto della Commissione Europea. Nel memorandum of understanding è scritto nero su bianco che le Parti si impegneranno in particolare ad organizzare programmi congiunti di supporto tecnico nel campo della transizione verde e delle tecnologie energetiche sostenibili, concordando sul fatto che il Memorandum of Understanding firmato oggi “costituirà la base comune per lo sviluppo, la presentazione e il sostegno di proposte congiunte al fine di ottenere sovvenzioni dai programmi di finanziamento europei”. Quanto idrogeno potrà essere importato dall’Egitto non è dato ancora sapere. L’intesa verrà riempita di contenuti nei prossimi mesi. L’Adsp preparerà una studio di fattibilità su una supply chain mediterranea per l’idrogeno verde, i cui primi risultati verranno resi noti a novembre durante l’European Hydrogen week. Pienamente soddisfatto dell’intesa il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, secondo il quale il Memorandum of Undesrstanding potrà imprimere una forte spinta a beneficio delle attività economiche ed ambientali dei porti interessati: “Livorno e Piombino hanno tutte le carte in regola per proporsi come prima hydrogen valley marittimo-portuale italiana, puntando sullo sviluppo di una filiera completa dell’idrogeno che dovrà partire dalle applicazioni in qualche modo già pronte allo switchenergetico per poi traguardare target di più lungo periodo, compresa la realizzazione, sulle banchine toscane, di un terminal per l’import di idrogeno (e/o ammoniaca) via mare” ha dichiarato.
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