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“Serafino Macchiati: Moi et l’autre”, finissage della mostra a Collesalvetti

Martedì 20 Febbraio 2024 — 10:58

L’Amministrazione Comunale di Collesalvetti ha il piacere di annunciare il Finissage della mostra Serafino Macchiati: Moi et l’autre. Le frontiere dell’impressionismo tra euforia Belle Epoque e drammi della psiche, in programma giovedì 29 febbraio 2024, ore 17

L’Amministrazione Comunale di Collesalvetti ha il piacere di annunciare il Finissage della mostra Serafino Macchiati: Moi et l’autre. Le frontiere dell’impressionismo tra euforia Belle Epoque e drammi della psiche, in programma giovedì 29 febbraio 2024, ore 17.00, alla Pinacoteca Comunale Carlo Servolini (Collesalvetti, Villa Carmignani, via Garibaldi, 79). Si intitola Cauchemar: il tema della Paura tra arti figurative, letteratura, sociologia e psicoanalisi l’importante iniziativa, promossa dal Comune di Collesalvetti e ideata da Francesca Cagianelli, consistente in una Tavola Rotonda coordinata da Valeria Cappelletti, giornalista pubblicista.

In omaggio al successo di stampa e di pubblico della mostra, ripetutamente equiparata, da parte di testimonial e operatori culturali, agli eventi promossi dalle grandi capitali europee, si è fortemente voluto l’ideazione del Finissage come un evento corale e interdisciplinare, concepito quale diapason di un Calendario Culturale, quello promosso e organizzato dal Comune di Collesalvetti, dal titolo Tra Simbolismo e Spiritismo. Il caso europeo di Serafino Macchiati dall’impresa Alinari all’illustrazione del romanzo psicologico, che ha costituito un vero e proprio laboratorio di acquisizioni scientifiche e di indagini assolutamente inedite, di latitudine internazionale.

A conclusione delle quattro puntate del Calendario Culturale 2023/2024, messe in campo per dilatare ulteriormente gli orizzonti tematici e iconografici della mostra e per potenziare l’offerta didattica della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, dedicate all’intreccio tra simbolismo e spiritismo, attraverso un ventaglio di proposte scientifiche interdisciplinari, fortemente proiettate nel serbatoio sconfinato della letteratura del decadentismo europeo e del dilagante boom dell’illustrazione libraria, ma rivolte al contempo a contaminare di inedite sfumature la sondatissima stagione della Belle Epoque, evidenziandone stavolta il lato oscuro, ovvero quel deflagrante innesto da una parte con il fenomeno della psichiatria e dall’altra con l’exploit delle teorie medianiche, il Finissage vedrà la partecipazione di storici dell’arte, filosofi e sociologi di fama nazionale e internazionale.

Dopi i saluti istituzionali dell’Amministrazione Comunale di Collesalvetti, seguirà l’introduzione di Francesca Cagianelli, storica dell’arte, conservatrice della Pinacoteca Comunale Carlo Servolini, e quindi, con il coordinamento di Valeria Cappelletti, giornalista pubblicista, si susseguiranno le opinioni di Mario Bernardi Guardi, Scrittore e giornalista, Alfonso Iacono, filosofo, ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Pisa, Massimo Introvigne, sociologo e saggista, fondatore e direttore del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), Dario Matteoni, storico dell’arte, direttore dell’Accademia di Belle Arti, “Alma Artis”, Pisa.

Sullo sfondo dello sconfinato panorama culturale e figurativo evocato nelle importanti conferenze curate dai protagonisti del Calendario Culturale, dalle rivelazioni emerse dallo spoglio della rivista parigina “Je sais tout” alla prestigiosa impresa editoriale della Divina Commedia promossa da Alinari; dalla vocazione simbolista di Macchiati, che catalizzerà in Francia l’attenzione di Henri Barbusse, alle strategie illustrative del marchigiano nella Parigi Belle Epoque; dall’evocazione della Fée grise e della Fée verte nei dipinti e nelle illustrazioni noir concepite dall’artista, alla lirica dei padri del decadentismo europeo, in primis Charles Baudelaire e Paul Verlaine, i relatori si misureranno sulla tematica della “Paura”, in relazione al progetto editoriale concepito da Macchiati all’alba del Novecento e mai realizzato, i cui capolavori furono comunque esposti nei più ambiti palcoscenici espositivi mondiali, quali i Salon parigini e l’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.

Sulle pagine del periodico “Noi e il Mondo” del settembre 1912, Carlo Gaspare Sarti, corrispondente a Parigi de “La Tribuna” e de “Il Caffaro”, evocava la genialità di Serafino Macchiati,  “il trionfatore di Parigi”, in relazione alla sua carriera di illustratore rivoluzionario, investito a quella data da un’autentica missione di psicologo, sempre più orientata verso la predilezione per l’incubo e la follia: “Egli ha immaginato tutt’una serie di visioni truci, di sogni folli, di incubi terrificanti, destinata ad illustrare una monografia sulla paura” – annota il critico – dove l’artista “ha ammassato figure ossessionate, ha impresso su alcuni visi i segni delle più tremende agitazioni, ha reso certi sguardi orrendamente affascinanti, ha messo brividi nelle carni, grida sulle labbra, demenze nei cervelli”.

La mostra sarà comunque visitabile secondo gli orari previsti: ore 15.30-18.30

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