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In pensione il dirigente Paolo Rossi

Martedì 6 Febbraio 2024 — 20:34

Il dirigente generale di pubblica sicurezza Paolo Rossi, 65 anni, che ringraziamo per la disponibilità

In polizia da 42 anni, il 1 febbraio 2024 è andato in pensione Paolo Rossi questore di Cagliari dal 1 novembre 2020: "Io amato? Penso di aver svolto il mio lavoro mettendoci sempre la faccia senza fare passi indietro di timore e senza neanche fare passi pesanti in avanti dimostrando forza. Grazie a tutti, i colleghi livornesi persone straordinarie che mi hanno aiutato a crescere. Tra noi e i sardi qualche similitudine. Livorno sempre al centro del mondo"

“Ringrazio tutti i colleghi con cui ho lavorato negli anni. In particolare la squadra di colleghi livornesi, persone straordinarie. Non posso fare i nomi, sono tante e non vorrei dimenticarmi qualcuno. Posso dire che sono state fondamentali per la mia crescita professionale. L’ho sempre ripetuto ovunque sono andato e mi sento di farlo anche adesso pubblicamente”. Parola di Paolo Rossi, livornese, 65 anni compiuti a gennaio, in pensione dal 1 febbraio 2024 dopo 42 anni in polizia. L’ultimo incarico ricoperto, fino al 31 gennaio, è stato quello di questore di Cagliari (con il grado di dirigente generale di pubblica sicurezza), incarico assunto il 1 novembre 2020 dopo una lunghissima carriera a Livorno, 22 anni, dove è rimasto fino al 2014 arrivando a ricoprire i ruoli di capo della squadra mobile, capo di gabinetto e vice questore vicario. Poi 1 anno da dirigente superiore al dipartimento di polizia a Roma a cui sono seguiti 2 anni da questore di Prato, quasi 3 da questore di Pisa e infine 3 anni e mezzo da questore nel capoluogo sardo. “Cagliari rimarrà la città del mio cuore – racconta Rossi che ringraziamo per la disponibilità – Sarà che in questi tre anni e mezzo ho trovato molte similitudini con Livorno che comunque è sempre stata al centro del mondo: i sardi più rigidi, meno espansivi di noi, ma allo stesso tempo veri, schietti, abituati ad avere una parola sola e a dire le cose come stanno. Come noi livornesi”. Tanti, troppi i ricordi per poterne tirare fuori uno su tutti. Forse il più fresco e il più toccante è stato il funerale di Gigi Riva che Rossi come questore ha seguito in prima persona. “Non potrò mai dimenticarlo né il funerale, un silenzio assordante, né il pellegrinaggio: due giorni di pellegrinaggio alla camera ardente allestita allo stadio per un eroe del popolo. E poi il giorno della partita, la prima senza Riva, quando tutto lo stadio ha intonato la bellissima canzone Quando Gigi Riva tornerà”. Un rispetto e un amore che, come Riva, Rossi dal canto suo sente di aver ricevuto dai colleghi e dai cittadini durante gli anni di servizio. “Se ho pensato al perché? Penso di aver svolto il mio lavoro mettendoci sempre la faccia; facendo quello che è stato il mio dovere, ovvero far rispettare la legge e garantire l’ordine pubblico, senza fare passi indietro di timore e senza neanche fare passi pesanti in avanti dimostrando arroganza e forza”. E ora? Facile: “Voglio godermi la mia città, la mia famiglia e perché no alcune passioni come la canoa, la bici, il mare e la moto”.

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