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Pielle-Piacenza, le pagelle. Diouf monumentale. Chiarini: l’hermano ne mette 20

Giovedì 25 Gennaio 2024 — 01:30

Foto Bellaveglia

In un match dal punteggio larghissimo la Pielle brilla con il "solito" Chiarini e con un immenso Diouf. Ecco le pagelle che la redazione di QuiLivorno.it confeziona per il team che, nella giornata in corso,  gioca il match tra le mura  amiche

di Giacomo Niccolini

Una Caffè Toscano Pielle dalla doppia faccia quella vista al PalaMacchia contro la Bakery Piacenza. Nonostante il punteggio da cavalcata con la pipa in bocca (81-53 il finale in via Allende) il match non è scorso tutto liscio come il risultato può far credere. Nei primi due quarti la Pielle arranca. Dopo un inizio “in carrozza” dove i biancorossi sono rimasti a guardare i padroni di casa annaspano, soprattutto nella seconda frazione, dove gli ospiti si portano a un meno quattro minaccioso 33-29 quando fischia la sirena e manda tutti negli spogliatoi. Come dice però Ferraro nel post partita, Cardani striglia a dovere i suoi puledri che rientrano in campo carichi a molla e concentrati come per un esame di maturità. La Pielle cambia volto. E lo switch è definitivo. Il solco diventa via via incolmabile e tutti a bere un the caldo alla sirena finale. Adesso è secondo posto in condominio con la Libertas a quota 30 punti. Là davanti, a un tiro di schioppo (32) ancora Herons Montecatini ma dietro l’altra sponda termale, quella Gema, rallenta con la sconfitta odierna rimanendo a 24 punti.
Ecco le pagelle che la redazione di QuiLivorno.it confeziona per il team che, nella giornata in corso,  gioca il match tra le mura  amiche.

Chiarini 8,5 – Anche oggi l’hermano piellino ne mette 20. Anche oggi El Pampa biancoblu segna con una facilità degna di chi spara a una mosca con un cannone. Le sue percentuali sono da museo impressionista, dipinge un 5/6 dalla lunga e un 2/3 dall’interno, smista e fa girare il pallone favorendo la circolazione di palla come un mitocondrio con l’ossigeno. È lui il battito dell’equipo. CORAZÓN
Diouf 7,5 – Il ragazzone from Senegàl cresce di partita in partita. È su ogni pallone, stoppa, spintona, spinge, realizza, smanacca. Va in doppia cifra con grinta e passione e costringe le manone piacentine a fermarlo con le cattive subendo 6 falli. Incontenibile. E come l’analcolico biondo che fa impazzire il mondo, è lui il quinto moro di Livorno che fa impazzire la Pielle. MONUMENTALE  
Gamba e Cristofani SV – In questo girotondo d’anime c’è posto anche per loro quando il dado è tratto e il Rubicone è ormai passato. Il Cesare piellino decide che sì c’è tempo anche per loro. Dicono che c’è un tempo per seminare, cantava Fossati, e uno che hai voglia ad aspettare. Nel garbage time del “tanto a po’o” finale, son pur sempre gigli che brillano di futuro. PRIMAVERA PIELLINA
Manna 6 – Il voto è di incoraggiamento. Ai fini statistici mette in archivio sei minuti. E quindi la penna sul registro… come da “regolamento” del miglior pagelliere, va messa. Anche se, in realtà, combina poco. Un rimbalzo e due falli commessi. Ma stasera la Pielle è in formato fragole panna e champagne e tutto il mondo sembra buono, anche il professore… come cantava Venditti. MINUTO OGGI MINUTO DOMANI…
Pagani 5 – Poco il minutaggio sulle sue spalle ma anche poco quello che porta alla causa piellina. Serata con la luna un po’ storta nonostante la cavalcata trionfale davanti ai soliti 2500 nonostante l’infrasettimanale. In difesa prova a imporsi ma è poco. Sbaglia dalla linea della carità, perde un pallone. A referto è virgola. Tre falli in quasi sette minuti di gioco senza tirare neanche dal campo. Chiude con meno due di valutazione. Palla in buca e luci accese. TILT
Ferraro 7 – Partita da Giano Bifronte per il numero uno piellino. Parte contratto, fuori fuoco, concentrandosi molto sulla difesa (che comunque porta i suoi frutti). Poi l’obiettivo della sua macchina fotografica personale inquadra e mette a fuoco il soggetto: la vittoria. Esce dal tunnel per i secondi 20 minuti come investito da una secchiata d’acqua presa a Santa Giulia sull’ottovolante fatto di legno di castoro di Gardaland. Migliora e cresce sotto canestro dove alla fine strappa 8 rimbalzi e riesce anche a mettere a segno due triple contribuendo alla sagra del tiro dalla lunga, tipica specialità della casa in questo mercoledì di gennaio (10/27 la statistica finale di squadra). DOUBLE FACE
Campori 6,5 – Il capitano è il capitano. Si issa sul pennone e vede la terra gridando alla ciurma di non mollare la presa. Diligente recita la sua parte al meglio uscendo un po’ dal torpore delle ultime uscite casalinghe. Porta fieno in cascina e i mattoncini per costruire la vittoria. LEGO TECHINC
Laganà 6 – Venti minuti di gioco senza strafare. Sostanzialmente porta a casa la pagnotta con i suoi 6 rimbalzi. Occhio però alle palle perse. Oggi i 4 palloni sfuggiti sono come la siringa Pic… indolor. Domani sta mano potrebbe esse’ fero… come insegna Mario Brega. BIANCO-BLU… E VERDONE
Lo Biondo 7 – E’ lui l’alfiere dello scacchiere biancoblu. Si muove in tutto il campo e si lancia (anche nel vero senso della parola) su ogni pallone. Si rende protagonista del giro-palla più veloce del west contribuendo alla circolazione dal perimetro che mette in difficoltà la difesa piacentina. Dalla fondina sfodera qualche numero dalla media distanza. Pesca il jolly della tripla quando serviva allungare e trova 3 assist innescandosi alla perfezione e reciprocamente come il Mastro di Chiavi e il Guardia di Porta di Ghostbusteriana memoria con Diouf. WHO YA GONNA CALL? LO BIONDO!
Loschi 7 – La sua voglia di tornare a contare si legge negli occhi di quando chiede palla. È a affamato da mesi di “senza basket”. E il digiuno lo ha motivato. Come il Conte Ugolino della Gherardesca narrato da Dante la bocca sollevò dal fiero pasto. La sua è fame di pallacanestro. Stasera sono 12 punti. Ancora tanta, troppa imprecisione dalla lunga (2/8) ma rientra nei giochi come se non fosse mai andato via. Loschi è davvero l’acquisto in più della Caffè Toscano. LOSCHI C’E’. E SI VEDE
Rubbini 6,5 – Partita alti e bassi per il Mago che ogni tanto incanta tutti con l’Expecto Patronum che non ti aspetti ma ogni tanto fa cadere la piuma sbagliando l’accento su Wingardium Leviosa. In difesa c’è. Se Piacenza rimane al palo è perché ci mette… la bacchetta. SERPE VERDE

 

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