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Finanza: “bonus facciate”, sequestro di falsi crediti d’imposta per oltre 1,2 milioni

Mercoledì 19 Luglio 2023 — 15:50

Il reato è di truffa per aver generato solo cartolarmente crediti d’imposta fittizi, successivamente ceduti, per poi essere monetizzati, nel cassetto fiscale delle società edili

Come si legge in un comunicato del 19 luglio, nell’ambito di un procedimento aperto dalla Procura della Repubblica i militari labronici hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Livorno avente ad oggetto crediti fittizi per un ammontare complessivo di oltre 1,2 milioni di euro.
Le indagini sono scaturite da una mirata analisi di contesto e intelligence estesa sul territorio e riguardante gli ingenti bonus fiscali nel settore edile svolta dai finanzieri del Gruppo e coordinata dal Comando Provinciale. Sono state individuate delle società edili che fraudolentemente hanno realizzato consistenti, ma artificiosi, crediti fiscali. Il meccanismo di frode ancora una volta sarebbe consistito nel generare, sulla base di comunicazioni presentate telematicamente all’Agenzia delle Entrate, fittizi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi, in realtà mai realizzati, rientranti nel regime applicativo dei cosiddetto Bonus facciate ai sensi degli artt. 119 e 121 del Decreto Legge nr. 34/2020. Il tutto all’insaputa dei proprietari degli immobili oggetto di ristrutturazione edilizia che, pur risultando formalmente beneficiari delle agevolazioni fiscali, hanno negato di aver intrattenuto rapporti con gli indagati, nonché di aver eseguito interventi di manutenzione sui propri appartamenti. Tra l’altro, prosegue la nota stampa, i lavori ed i relativi costi, del tutto fittizi, risultano assolutamente incoerenti con la ridotta metratura degli appartamenti indicati nelle dichiarazioni inviate all’Agenzia delle Entrate; dichiarazioni che, tuttavia, hanno generato nei cassetti fiscali un imponente ed illecito credito d’imposta, fortunatamente bloccato dai finanzieri poco prima che venisse “monetizzato”. Il reato per cui si procede è quello di truffa per aver generato solo cartolarmente – mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti ed invio telematico delle comunicazioni prescritte dagli artt. 119 e 121 del Decreto Legge nr. 34/2020 – crediti d’imposta fittizi, successivamente ceduti, per poi essere monetizzati, nel cassetto fiscale delle società edili. Il servizio svolto testimonia l’importanza che la Guardia di Finanza  assegna – quale forza di polizia economico/finanziaria a tutela della spesa pubblica – al regolare utilizzo delle risorse dello Stato necessarie per garantire la ripresa del Paese: vista l’attuale congiuntura economica negativa è prioritario assicurare la corretta destinazione delle somme erogate alla collettività, nel contempo individuando i frodatori che pregiudicano il giusto impiego di ingenti risorse pubbliche a danno di tutti. Doveroso precisare che si tratta di indagini preliminari per cui le contestazioni di cui sopra dovranno poi essere verificate nel corso del giudizio.

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