“La Luisa e il Botticelli”, via alla mostra di Lenzerini
Sabato 10 giugno alle 18 Il Melograno Art Gallery inaugura la mostra personale di Luisa Lenzerini dal titolo "La Luisa e il Botticelli"
Sabato 10 giugno alle 18 Il Melograno Art Gallery inaugura la mostra personale di Luisa Lenzerini dal titolo “La Luisa e il Botticelli”.
La mostra “La Luisa e il Botticelli” nasce durante la pandemia. “A me piace molto Botticelli e il suo modo di trattare il corpo femminile – spiega l’artista per cui mi sono fatta aiutare da lui per proporre alcuni miei pensieri. Nella Primavera mi sono servita dell’opera del Botticelli per trasformarla in un messaggio per il futuro. Ho trasformato Mercurio in uno spazzino che pulisce i mali del mondo. Tra gli oggetti che spazza via ci sono le mascherine, una scarpa rossa, un fucile.
Le tre Grazie sono diventate quattro perché sono i quattro colori fondamentali della umanità, bianco, nero, giallo e rosso. La Venere è impersonificata da Samatha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, con i suoi capelli che si sollevano per la mancanza di gravità nello spazio. Ci indica la volta celeste per farci capire che facciamo parte dell’universo e che non siamo soli. Sulla destra, al posto della Primavera, ho rappresentato Wangari Maathai, ambientalista keniota, premio Nobel per la Pace, fondatrice del Gren Belt Movement contro la desertificazione che ha piantato oltre 40 milioni di alberi lungo tutta la fascia a rischio dell’Africa. Accanto a lei troviamo Malala Yousafzai, la più giovane vincitrice del premio Nobel per la Pace, attivista e blogger pakistana che combatte per i diritti all’istruzione e che ha lanciato il messaggio “date ai bambini un libro, una penna e un insegnante e saranno loro a costruire un futuro migliore”. La “Fiorita” è la Primavera che deve essere ancora e sempre più fiorita. “La nascita di Venere”, nata durante la pandemia, racconta i mali del mondo, in particolare in quel periodo. La Venere impersonifica la nostra madre terra, come morta, con la plastica che la imprigiona attorno alla vita, senza che possa liberarsene. Sullo sfondo una barca di migranti. Attorno una gran confusione di rifiuti e immondizia. I personaggi che vengono a soccorrerla sono coperti dalle loro maschere e non sono riconoscibili, non hanno identità, proprio come durante la pandemia, quando eravamo un po’ tutti irriconoscibili sotto le mascherine. “A spasso con Botticelli” ricalca la sola parte inferiore della Primavera del Botticelli. Troviamo ancora le quattro grazie, della quali vediamo soltanto i piedi, e gli altri personaggi, che sono mescolati a molti altri, qualcuno sul monociclo, un Pinocchio, trampoli, proprio per ricordarci che siamo tanti, siamo frutto di incontri, di passaggi “.
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