Il coro Garibaldi D’Assalto festeggia i primi 10 anni di canti
Una mostra con l'Anpi ai Bottini dell'Olio (fino al 28 aprile), spettacolo teatrale, canzoniere con Qr code e tante altre iniziative per la ricorrenza (2013-2023). Il fondatore del coro, Pardo: "Cantiamo con il cuore, di impeto, siamo un coro inclusivo. Ci riuniamo tutti i lunedì alle 17,30 all'ex Aurora. Venite a trovarci"
Il coro Garibaldi D’Assalto festeggia i primi 10 anni (2013-2023) di canti e per festeggiare il decennale ha promosso una serie di iniziative. Molto gradita da Paolo Edoardo Fornaciari, per tutti Pardo – fondatore del Coro con Marco del Giudice, Maria Torrigiani e la pianista Stefania Casu – la presenza alla conferenza stampa del sindaco. “Averlo qui con noi oggi non è cosa da poco, anzi è un vanto. Colgo l’occasione per ringraziare il Comune e la Fondazione Goldoni. Il nostro è un coro che porta avanti una tradizione di oltre 200 anni di canto sociale a Livorno: ovvero canto di lavoro, di lamento, di protesta”. “Sono stati 10 anni intensi – ha esordito Salvetti sottolineando anche l’importanza del lavoro di ricerca storica che svolge il coro – dalla prima esibizione dell’aprile 2013 al Teatro Officina Refugio ad oggi tanti i momenti significativi che hanno visto il coro legato alla storia della città. Per questo era giusto essere qui oggi. Anzi, aggiungo che come amministrazione siamo più che disponibili a condividere le idee del Coro per festeggiare questa ricorrenza, perché no, anche a Effetto Venezia che quest’anno come sapete ha come tema il cinema”. Un invito accolto con favore da Pardo che ricorda i “quattro docu film realizzati durante la pandemia non potendo esibirsi in pubblico in quel periodo”.
Per quanto riguarda le iniziative durature legate alla ricorrenza il coro ha realizzato un Canzoniere con Qr code per la realizzazione grafica di Maria Grazia Fontani e il saggio Il canto sociale a Livorno dal Settecento ai giorni nostri di Laura Bastogi. E’ stata poi presentata la mostra illustrativa “Almen nel canto non vogliam padroni” che fino al 28 aprile (inaugurazione il 13 aprile alle 17) sarà visitabile alla Biblioteca Labronica dei Bottini dell’Olio concessa al Coro dal Comune di Livorno che ha deliberato il patrocinio e la compartecipazione all’iniziativa, contribuendo anche con la stampa del materiale informativo (grazie alla realizzazione grafica a cura di Roberta Mariotti, Alberto Favollo e Marco Giovannetti). Per sottolineare il legame del Coro con la storia della Resistenza, il presidente Anpi Gino Niccolai ha spiegato che l’associazione accompagnerà la mostra con un’antologia di manifesti antifascisti degli anni ’50 e ’60. Il coro eseguirà per l’occasione tre canzoni significative: una sorta di anticipazione del successivo concerto di chiusura delle iniziative che si terrà il pomeriggio del 28 aprile, alle 17, al Museo di Città. Mentre il 20 aprile alla Goldonetta andrà in scena l’azione teatrale “à la Popote“, tratta da Esilio, il resoconto dei 19 anni trascorsi in Francia per sfuggire alle persecuzioni fasciste da Giuseppe Emanuele Modigliani “Menè” e sua moglie Vera. I dialoghi si snoderanno nella Popote ossia la mensa dei rifugiati politici italiani a Parigi tra interventi di personaggi esecrabili (uomini d’ordine, fascisti grossi e piccini) figure luminose (Leone Trozki, Giacomo Matteotti, Bruno Buozzi) e i due coniugi, che di quando in quando, ascolteranno le loro parole sottolineate da canti, intonati dal Coro. L’azione scenica, scritta da Pardo Fornaciari, per la regia di Emanuele Gamba, sarà interpretata da Filippo Scarparo ed Anna Matarazzo rispettivamente nei panni di Menè e Vera Funaro, affiancati da Edoardo Ripoli e Claudio Pulià”. Ah, un’ultima cosa: “Perché veniamo chiamati a cantare in pubblico? – conclude Pardo – Perché piace l’impeto con cui cantiamo, perché più che con la voce cantiamo con il cuore. Siamo un coro inclusivo, cioè dove tutti possono venire a cantare proprio per questa ragione. Ricordo a tutti che ci riuniamo tutti i lunedì alle 17,30 all’ex Aurora. Venite a trovarci”.
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