Livorno, il report sulla “salute” dell’aria
Bene le polveri fini e sottili. Peggiore il dato sul diossido che resta comunque nella norma. Stanziati 35mila euro per analizzare i fumi del porto grazie alle centraline Arpat
Livorno, al pari di Massa e Siena, è la città toscana che nel 2022 ha registrato la più bassa media annuale per quanto riguarda le polveri fini (Pm 10). Stesso discorso, insieme a Grosseto, per quanto concerne le polveri sottili (Pm 2.5). Il diossido di azoto (No2) invece, non gode dello stesso primato, ma resta comunque nei limiti previsti dalla normativa vigente (clicca sull’icona bianca su sfondo azzurro sopra al titolo per leggere tutti i dati).
Statistiche che addirittura la eleggono, su scala nazionale, “città virtuosa” dal punto di vista ambientale, insieme a pochissime altre. A dirlo, sono i dati raccolti da Legambiente in occasione del consueto report annuale dal titolo “Mal’aria di città”. “A Livorno – commenta il sindaco Luca Salvetti – i limiti sono pienamente rispettati e persino già in regola con quella che sarà la normativa in vigore nel 2030. L’No2 è un aspetto su cui dovremo lavorare meglio, ma che resta comunque dentro le regole”. All’incontro negli spazi della casa comunale però, sono presenti tante associazioni e comitati al grido di “I fumi del porto ci uccidono”.
“Un’emergenza che riguarda Livorno in maniera stringente – prosegue il primo cittadino – perché il porto arriva praticamente dentro la città. Mi preme confermare che abbiamo stanziato 35mila euro per collocare ben 3 centraline Arpat necessarie a raccogliere dati a riguardo e che dovrebbero essere operative entro febbraio o, al più tardi, entro primavera. Un investimento che nessun Comune ha messo in piedi per un controllo di questo tipo. Mi piace però ricordare anche che per ragionare su questi problemi c’è bisogno di un quadro internazionale perché, se si impedisce ad alcune navi di entrare in porto per mancanza di criteri ed altri porti le fanno entrare, ci troveremmo con un grande vantaggio ambientale ma con una situazione economica disastrosa. Ciononostante scriveremo al ministro Salvini perché da Livorno parta uno warning significativo”. L’assessora all’ambiente Giovanna Cepparello illustra nel dettaglio il progetto centraline Arpat. “Saranno 3 – spiega – poste in 3 diversi punti strategici per 20 giorni a stagione. I dati raccolti si incroceranno con due bagagli di informazioni già esistenti, in modo da avere un’accuratezza pressoché ottima. Per quanto riguarda la questione del diossido, sappiamo che questo è particolarmente legato al traffico, per il quale ci siamo mossi attraverso il Pums – Piano urbano mobilità sostenibile, ndr – cercando di ridurre l’utilizzo del mezzo privato e sostenere la mobilità dolce”. In conclusione, il primo cittadino, ha voluto ricordare tutti gli altri interventi messi in atto dall’amministrazione.
“Sul Limoncino – precisa – abbiamo tenuto un atteggiamento molto chiaro che ci porta ad annunciare che il Comune ha formalizzato in conferenza dei servizi un parere negativo per quanto riguarda il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale. Su Eni abbiamo lavorato al progetto di riconversione in bioraffineria con una particolare attenzione ai livelli occupazionali, ma anche ad una lettura diversa dal punto di vista ambientale. Per quanto riguarda la Lonzi, abbiamo tolto da quel luogo tutta una serie di rifiuti e siamo in attesa che la Regione Toscana completi l’operazione. Per Ireos in Consiglio comunale avrei dovuto dare un parere, che ancora non ho dato in quanto ho chiesto ad Asl ulteriori valutazioni che ancora non sono arrivate. Infine mi preme parlare del verde. Quest’anno abbiamo un più 10% con nuove piantumazioni, mentre manteniamo un numero alto, circa 2 milioni e 400mila metri quadri, di verde urbano”.
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