Task force in Comune per l’accoglienza di due navi Ong
Il sindaco con il gruppo di lavoro (che comprende la Protezione Civile e il Sociale)
Livorno indicata dal Ministero dell’Interno come “porto sicuro” per due navi, la tedesca Sea Eye 4 e la nave di Emergency Life Support. Il sindaco: "La gestione dell’emergenza è a carico della Prefettura ma l’Amministrazione Comunale non si farà trovare impreparata"
Il sindaco ha riunito un gruppo di lavoro (che comprende la Protezione Civile e il Sociale) per coordinare le attività dell’Amministrazione Comunale in vista dell’arrivo a Livorno di due navi Ong con a bordo circa 250 naufraghi. Come annunciato Livorno è stata indicata dal Ministero dell’Interno come “porto sicuro” per due navi, la tedesca Sea Eye 4 e la nave di Emergency Life Support che attualmente (il comunicato è delle 16 circa del 19 dicembre) navigano in mare aperto tra la Tunisia e la Sicilia. Presenti alla task force a Palazzo Municipale gli assessori al Sociale Andrea Raspanti, con la dirigente Arianna Guarnieri, e il responsabile del Servizio Sociale Paolo Tiso e la responsabile ai rapporti con Asl Caterina Tocchini, l’assessora al Porto Barbara Bonciani, il dirigente della Protezione Civile Comunale Lorenzo Lazzerini con alcuni tecnici. Presente anche il direttore generale del Comune Nicola Falleni. Il Sindaco si è tenuto in stretto contatto con gli assessori Monni e Spinelli della Regione, che ha il coordinamento delle operazioni e con il presidente dell’Anci Bifoni. “La gestione dell’emergenza è a carico della Prefettura – sottolinea il Sindaco – ma al Comune saranno sicuramente affidati compiti di supporto immediato allo sbarco delle persone, dai pasti, all’accoglienza dei minori non accompagnati e quant’altro si renda necessario. In attesa di disposizioni ufficiali da parte del Prefetto, che arriveranno nelle prossime ore, l’Amministrazione Comunale non si farà trovare impreparata ed ha già predisposto un piano di massima delle strutture eventualmente disponibili per I primi pernottamenti, di bagni chimici, pulizia, di fornitura dei pasti, di messa a disposizione di educatori per la sorveglianza dei minori, dei servizi di interpretariato. Il tutto anche grazie a una rete di contatti che vanno dall’Autorità di Sistema, alla Diocesi e al volontariato”.
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