La povertà e le sue declinazioni, incontro tra istituzioni pubbliche e religiose
Due le principali tematiche affrontate: le declinazioni della povertà e l’intervento pubblico, privato e del terzo settore di contrasto alla povertà. Il vescovo monsignor Giusti "Nuove povertà prima inesistenti"
“Chi sono i nuovi poveri? Due coniugi separati costretti a cercare due case. Oppure i giovanissimi che magari per piacere alle bimbe credono di diventare più attraenti assumendo alcol e droga. E ancora, le vittime della guerra russo-ucraina, quelle che ne sono colpite direttamente e quelle che lo sono indirettamente, sparse per tutto il mondo”. Con queste parole il vescovo monsignor Simone Giusti ha aperto il convegno dal titolo “La povertà e le sue declinazioni nell’economia globalizzata” che, per tutta la giornata di venerdì 4 novembre, ha animato gli spazi della parrocchia Nostra signora di Fatima nel quartiere Corea. L’evento, organizzato dalla Diocesi di Livorno in collaborazione con Comune di Livorno, Fondazione Livorno e Università di Pisa ha affrontato due tematiche principali grazie agli interventi di esperti o impegnati nel settore: le declinazioni della povertà (lo stesso Giusti, Loredana Giani, Guido De Nicolais, Monica Delsignore, Jean Bernard Auby e Marina D’Orsogna) e l’intervento pubblico, privato e del terzo settore di contrasto alla povertà (Cinzia Pagni, Giorgio Righetti, Aldo Sandulli, Stefano Zamagni). Una sinergia tra istituzioni pubbliche e religiose che hanno voluto affrontare il tema della povertà, non necessariamente legata al fattore economico. “Con i nostri mezzi possiamo soltanto lavorare per ridurre il danno – spiega l’assessore al sociale Andrea Raspanti -, invece un Paese dovrebbe lavorare per insegnare a camminare. Uno dei punti chiavi e di partenza per fare questo è senz’altro il mondo della scuola, che deve sapere bene come accompagnare i giovani all’ingresso nella vita”. Tra i presenti anche il rettore Riccardo Zucchi e il presidente di Fondazione Livorno Luciano Barsotti che, a conclusione dei saluti istituzionali, ha voluto porre l’attenzione e ricordare come “le Casse di Risparmio, con le storiche filiali dei Monte dei Pegni, meglio conosciuto come Monte di Pietà, affrontavano il tema dell’indigenza ponendosi esse stesse il problema dell’aiuto ai più deboli”.
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