Mondo dell’arte in lutto: addio a Maurizio Biagini
Si è spento all'età di 57 anni il noto pittore ed ex ristoratore Maurizio Biagini. Tantissimi i messaggi di cordoglio piovuti nella giornata di martedì 19 luglio sui social alla notizia della sua scomparsa
Lutto nel mondo dell’arte livornese. È stato trovato privo di vita all’interno del suo appartamento all’età di 57 anni in seguito ad un malore il noto pittore Maurizio Biagini. Tantissimi i messaggi di cordoglio piovuti nella giornata di martedì 19 luglio sui social alla notizia della sua scomparsa. “E con oggi un altro pilastro, uno di quei pazzi di famiglia di cui hai sempre stimato che hai sempre visto come fonte d’ispirazione artistica e qualche insegnamento di vita me lo ha insegnato…. il cielo adesso avrà un artista in più“, si legge sulla sua bacheca Facebook inondata di messaggi di saluti commossi e sinceri.
Un vuoto incolmabile quello che lascia Biagini descritto da tutti come persona buona e rara. Biagini oltre che artista e pittore nella vita è stato anche ristoratore e ottimo macellaio. Come ristoratore ebbe la gestione dell’Oste Modì in via Fiume, poi “Dedo Passami l’Olio” sugli Scali del Pontino.
Ma il suo vero e più intimo amore era proprio per l’arte e la pittura, amore che ha ereditato dal padre e che ha fatto suo portando la sua poetica e imprimendo il suo credo artistico nelle sue tele, nel suo modo di essere e di stare con le persone. Nei suoi dipinti si respiravano frammenti di pop-art riuscendo ad imporsi anche nel circuito di mercato nazionale e internazionale grazie alla sua freschezza e innovazione. Da ricordare la sua personale al Museo Piaggio e la recente mostra “Livorno approssimativa” a cavallo tra il 2016 e il 2017 ai Granai di Villa Mimbelli. Quest’ultima personale contava complessivamente trenta tele di grandi dimensioni, mai esposte prima. Un omaggio dunque che l’artista livornese, classe 1964, intese fare alla propria città a cui la stessa mostra fu dedicata. Una Livorno “approssimativa” – come recitava il titolo – dove gli squarci, le figure, i monumenti erano ritratti a grandi linee, “approssimati”, così come li vedeva Biagini, con tutti i loro difetti ma anche con i loro pregi; una Livorno popolare e “approssimativa”, criticata da molti ma che porta in sé un quid rarefatto e sempre al limite che la rende unica e fuori dall’ordinarietà delle città provinciali.
Lo chiamavano il “pittore ribelle” come era il suo spirito libero, personaggio eclettico e innovativo che traeva ispirazione per i suoi lavori sì dalla pop-art, ma anche dai grandi maestri come Schifano. Livorno perde un altro pezzo importante di quella Livorno di artisti che tanto fa parlare fuori dai nostri confini.
Appresa la notizia l’assessore alla Cultura del Comune di Livorno Simone Lenzi esprime le condoglianze dell’Amministrazione e della città ai familiari e a quanti gli hanno voluto bene. “Una grave perdita per l’arte cittadina e non solo”, ha commentato Lenzi.
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