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Dark Kitchen, dissequestrata l’attività. Gonnelli: “Ora valutiamo il risarcimento del danno”

Venerdì 13 Maggio 2022 — 15:54

A distanza di circa un mese e mezzo dalla prima sentenza di sequestro di ramo d'azienda il giudice dissequestra l'attività e la rende a Simone Gonnelli e ai suoi due nuovi soci. "Felici di come sia finita e che la giustizia abbia fatto il suo corso. Adesso faremo le nostre valutazioni dopo che l'attività è stata fermata per tutti questi giorni". I due ex soci: "Non ci fermeremo qui"

di Giacomo Niccolini

Si è conclusa a distanza di circa un mese e mezzo la vicenda che aveva visto il sequestro di ramo d’azienda relativo al locale Dark Ktichen Italia che confeziona e distribuisce cibo (dal sushi agli hamburger), tramite delivery e su ritiro in sede in via Cairoli. La vicenda che aveva visto due di tre  soci della società posta in liquidazione chiedere e ottenere dal Tribunale delle Imprese di Firenze di diventare i custodi cautelari della società adesso vede un nuovo ribaltone della decisione presa il 1° aprile scorso dal giudice che inviò sul posto un ufficiale giudiziario accompagnato dall’avvocato Antonella Cittadino, legale dei due soci in causa.
In data venerdì 13 maggio la sentenza che rimette in mano a Simone Gonnelli e ai suoi due nuovi soci Michele Bardi e Leonardo Marradini i locali del Dark Kitchen. “Siamo estremamente contenti di come si siano evolute le cose e del corso che ha preso la giustizia. Adesso non vediamo l’ora di rimetterci al lavoro per tornare il prima possibile operativi. Dobbiamo riprendere quanto prima possesso dei locali e valutare lo stato dell’arte delle attrezzature e di quanto lasciato dai custodi. Poi valuteremo l’eventuale richiesta di risarcimento danni per aver tenuto chiusa, a questo punto in maniera non legittima, un’attività per circa un mese e mezzo. Il giudice ci ha dato ragione condannando i due ricorrenti al risarcimento delle spese legali pari a circa tremila e seicento euro. Ma come ho anticipato adesso valuteremo anche gli altri danni subiti. Abbiamo messo in ferie, pagate, per un mese e mezzo tutti i nostri dipendenti che adesso non vedono l’ora di tornare a lavoro. In questo mese e quasi mezzo sono state anche cambiate le serrature e dobbiamo quindi riappropriarci proprio di quello che materialmente ci era stato tolto a partire dalle chiavi per entrare dentro. Faremo chiaramente le nostre valutazioni. Adesso, veramente, non vediamo l’ora di riniziare con tutta la nostra produzione”.
Non è mancata la risposta dei due soci ricorrenti, ormai ex custodi dei locali e delle attrezzature all’interno di Dark Kitchen. “Noi non ci fermiamo di certo qui – hanno risposto all’unisono contattati telefonicamente da QuiLivorno.it – continueremo la nostra battaglia legale per far valere i nostri diritti. Ora la responsabilità è in mano al liquidatore”.

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