Angelini si presenta. “Pronto a tutto. Sotto la curva? Sì, se c’è da metterci la faccia”
Le prime parole del tecnico: "Se ci sono gli applausi è giusto che se li prenda la squadra. Quando ci sarà da contestare per le prestazioni sarò il primo a metterci la faccia e andare dai tifosi. Gli allenatori passano i tifosi restano. Il Livorno è dei tifosi"
La notizia è arrivata presto la mattina di martedì 8 marzo. “L’Us Livorno – si legge nella nota ufficiale arrivata alle redazioni – comunica di aver affidato la conduzione tecnica della prima squadra a Giuseppe Angelini (la diretta Fb di QuiLivorno.it della presentazione, foto Amore Bianco), 56 anni, ex centrocampista riminese, nella scorsa stagione sulla panchina del Forlì, in serie D. Contestualmente sono stati confermati il vice-allenatore Matteo Bonatti, il preparatore atletico Alberto Marsili e il preparatore dei portieri Fabrizio Vivaldi“.
Poche righe che annunciano una nuova era. Dopo Buglio, dimessosi all’indomani dal kappaò contro il Perignano, arriva il nuovo tecnico. Faccia pulita, esperienza da vendere, promozioni da incorniciare (nel corso della sua carriera da allenatore, Angelini ha centrato tre promozioni dalla serie D alla C con il Bellaria Igea Marina, il Santarcangelo e il Cesena. Ha inoltre lavorato nel settore giovanile della Juventus ed è stato anche sulla panchina della Primavera del Napoli). Inizia subito. Poche chiacchiere. Non c’è da perdere tempo nonostante la vetta della classifica dica che il Livorno è lassù. Ma adesso c’è un nuovo sentiero da seminare. Nonostante il raccolto non sia proprio tutto da buttare. Giuseppe Angelini si butta subito a capofitto in questa nuova avventura amaranto dirigendo subito il primo allenamento da tecnico dell’Unione Sportiva Livorno 1915 nella mattinata di martedì 8 marzo, alle 10.30, al centro sportivo di piazza Gavi in Borgo Cappuccini.
Poi il bagno di flash e di giornalisti nella sala stampa dell’Armando Picchi. “Livorno è una piazza di altra categoria. Merita di tornare sui palcoscenici che gli competono come la serie B o la serie A. Si vede anche dall’entourage, dallo staff e dalla quantità di giornalisti (circa una trentina tra colleghi e operatori arrivati alla presentazione, ndr) che oggi mi sta accogliendo. E’ una piazza che non merita di star qua in Eccellenza – dice Angelini appena messo a sedere davanti al microfono – Purtroppo come altre realtà è capitato anche a Livorno di vivere questa disavventura. Ma sono convinto che non sia qua che deve stare”.
Si presenta a fianco del presidente Paolo Toccafondi che parla poco ed ha lo sguardo scolpito nel dolore per la scomparsa prematura dell’ex team manager amaranto Fabio Graziani di cui la società ha dato notizia tramite un comunicato stampa.
I riflettori vengono subito puntati dalla stampa sul rapporto con i tifosi.
“Ancora non ho avuto modo di conoscere la tifoseria ma so di cosa stiamo parlando qui a Livorno. Per certi versi sono abituato. A Cesena avevamo 10mila abbonati e l’imperativo era vincere. Non c’erano altri risultati. E anche qui a Livorno è la stessa cosa. Se andrò sotto la curva? Solo quando ci sarà da prendere i fischi. Se ci sono gli applausi è giusto che se li prenda la squadra. Quando ci sarà da contestare per le prestazioni sarò il primo a metterci la faccia e andare dai tifosi.
Ha già visto giocare la squadra? Conosce già i giocatori?
“La squadra non l’ho vista giocare perché in Eccellenza si fa fatica a vedere le partite se non sul campo. Quello che posso dire è che mi hanno sorpreso le dimissioni del mister in quanto la squadra è prima in classifica, ma avrà avuto i suoi buoni motivi. Conosco, a parte i nomi più blasonati, qualche altro giocatore contro cui avevo già giocato l’anno scorso.
Come li ha trovati i giocatori alla prima uscita in allenamento?
I ragazzi li ho trovati motivati, abbiamo fatto subito un buon allenamento con molta intensità. Posso dire che è sicuramente una squadra fuori categoria, ma vincere è difficile in tutte le categorie. Le difficoltà ci sono e ci sono in tutte le categorie ma è meglio affrontarle con giocatori bravi. Giocare nel Livorno non è come giocare nelle altre squadre. Ci vuole più personalità, più carattere al di là delle qualità fisiche-tecniche”.
Obiettivo che si è prefisso?
“Tutti dicono che il Livorno deve vincere il campionato. Io ho solo detto ai ragazzi che non dobbiamo vincerlo… vogliamo vincerlo. Sicuramente ci sarà da lavorare tanto. Ma se vinciamo il campionato lo vincete voi, voi livornesi, voi tifosi. Gli allenatori passano ma i tifosi restano. Il merito se vinciamo è di tutti. Dai giornalisti, ai tifosi, allo staff. Nei momenti di difficoltà se il giocatore sente che la stampa e il pubblico sono dalla sua parte magari supera i momenti brutti più facilmente. Io sono pronto a tutto”.
Ha già pensato a come voler far giocare il suo Livorno?
“A me piacerebbe far la partita. Se ci sono le condizioni e le caratteristiche per farlo giocare nella metà campo avversaria, cercare di andare a far gol il prima possibile, di riconquistare subito la palla. Però so anche che queste cose per ottenerle ci vuole lavoro e tempo per ottenerle. E quindi bisogna trovare un equilibrio. Ci sono molti allenatori preparati in Italia e anche la tattica non è più trascurata neanche in queste categorie. Il Livorno lo conoscono tutti. E le squadre che incontriamo fanno due campionati: quello di Eccellenza e le due partite contro il Livorno. Non sarà semplice, ma siamo qua per lavorare”.
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