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Tour a casa natale Modigliani e domenica al cimitero ebraico

Giovedì 17 Febbraio 2022 — 13:12

Sabato 19 febbraio doppio appuntamento a casa natale Amedeo Modigliani e domenica 20 febbraio Livorno ebraica: visita al Cimitero monumentale di viale Ippolito Nievo

Sabato 19 febbraio doppio appuntamento a casa natale Amedeo Modigliani: alle 11 e alle 17, obbligatoria la prenotazione al 320-88.87.044 il green pass e la mascherina. Il costo è di 10 euro a persona.

La casa natale Amedeo Modigliani è allestita al primo piano di una palazzina ottocentesca in via Roma, già via della Barriera Maremmana. Grazie all’attenzione dei proprietari non ha subito nessuna modifica, che ne possa alterare la lettura, conserva, perciò intatto il fascino di una dimora ottocentesca, con i suoi bellissimi pavimenti in cementine, le famose piastrelle nate in Italia composte da polvere di marmo cemento e ossidi di ferro, gli infissi in legno, con i vetri sottili, imperfetti, dove la polvere lascia la patina del tempo, le porte smaltate, il lavello in marmo bianco in cucina. Qui è nato Amedeo, il 12 luglio del 1884, qui ha vissuto la sua famiglia, qui è cresciuto, con i fratelli Modigliani Uberto Mondolfi, il sindaco di Livorno costretto alle dimissioni dal regime fascista proprio cento anni fa, il 3 agosto del 1922. Durante la visita guidata di circa un’ora sarà ricostruita la vita di questo grande artista, della sua famiglia, i rapporti con l’ebraismo, la sua ricerca estetica, dalle contaminazioni macchiaiole, alla sua maturità artistica.

Domenica 20 febbraio Livorno ebraica: visita al Cimitero monumentale di viale Ippolito Nievo, obbligatoria la prenotazione al 3208887044 il green pass e la mascherina. Il costo è di 10 euro a persona.

Questo cimitero è frutto dell’ampliamento della città lorenese  e la conseguente apertura di tre cimiteri a poca distanza l’uno dall’altro: quello degli Inglesi in Via Pera, quello Olandese alemanno in via Mastacchi e quello Greco ortodosso, con una piccola necropoli russa al suo interno, dove riposano il gran ciambellano dello zar, Il poeta e compositore  Karsakov.

In ordine cronologico è il terzo cimitero ebraico presente a Livorno, è stato inaugurato nel 1840 ed è stato attivo fino al 1900. Ci offre una rappresentazione grafica di quella che era la comunità ebraica livornese ottocentesca: laica, colta, ispirata dagli ideali di libertà e universalismo, pochi simboli religiosi, solo le mani che benedicono presenti sulle tombe dei Cohen, e qualche stella di David; molti simboli legati al neoclassicismo, all’archeologia. Molte sepolture a forma di obelisco, di sarcofago, di colonna, decorate con clessidre alate, capsule dell’oppio, falene notturne, dardi ovuli, foglie di acanto, non mancano simboli massonici o legati all’attività lavorativa del defunto, come gli strumenti dell’attività mineraria dei Modigliani o il malto del produttore di birra.

Qui si intrecciano storie familiari di mercanti, spedizionieri, studiosi, rabbini, musicisti, che hanno reso Livorno un punto di riferimento nel Mediterraneo e in Europa. Qui riposano ben 27 rabbini tra i quali, Jeuda Coriat, Elia Benamozegh, Israel Costa, Baruch Piperno, Samuel Eschenazy, Mosè Coen; personalità livornesi come il musicista Michele Bolaffi, l’editore Salomone Belforte, gran parte della famiglia di Amedeo Modigliani.

Il cimitero, che era stato abbandonato per anni grazie ad un importante lavoro di restauro promosso dalla comunità ebraica di Livorno, con il sostegno della fondazione Livorno, è tornato fruibile in tutta la sua bellezza, dallo splendido cancello in ferro battuto, con le due porte laterali, che rimanda al motivo della serliana, ai vialetti di nuovo percorribili e ordinati.

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