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Autogestione all’Enriques, il comunicato degli studenti e della scuola. La questura: “Grande collaborazione da parte di tutti”

Sabato 12 Febbraio 2022 — 17:12

La questura: "Quando i ragazzi hanno capito le possibili conseguenze hanno deciso spontaneamente di uscire dall'istituto". La scuola: "Grazie alla professionalità e capacità di dialogo della questura e al comportamento degli studenti"

“Quando i ragazzi hanno capito che avrebbero rischiato una denuncia se avessero continuato senza autorizzazione a stare all’interno della scuola hanno interrotto autonomamente l’autogestione e tutto si è risolto dimostrando capacità di dialogo e collaborazione”. E’ quanto fa sapere il 12 febbraio a QuiLivorno.it la questura che con alcune volanti l’11 febbraio intorno alle 19 è intervenuta in via della Bassata, all’Enriques. I ragazzi, circa 150, hanno chiesto di poter proseguire l’autogestione oltre le 19, orario concordato con la scuola, e inizialmente quando non hanno potuto ottenere l’ok hanno deciso di non andarsene. “Ne è iniziata una sorta di trattativa – proseguono dalla questura – che ci ha visto fuori con alcune volanti assieme a municipale, carabinieri e finanza, tutti impegnati quella sera in un controllo interforze del territorio, e all’interno della scuola con 4 agenti Digos in borghese. Dopo circa un’ora capendo che non lasciare la scuola avrebbe potuto avere conseguenze, da autogestione sarebbe diventata occupazione con conseguenti denunce, i ragazzi hanno deciso spontaneamente e pacificamente di uscire dall’istituto. Istituto che ha dimostrato grande disponibilità consentendo una autogestione anche nel corso della mattina del 12 febbraio. Autogestione poi conclusasi tranquillamente alle 13″.
Invitata il 12 febbraio a commentare l’accaduto, la dirigenza scolastica dell’Enriques fa sapere che: “Il grave rischio per l’incolumità degli studenti, determinato dal grande numero di persone affluite nella scuola dopo l’orario di chiusura con conseguenti gravi fattori di rischio fuori controllo, compresa l’impossibilità di prevedere gli sviluppi durante la nottata, ha determinato la necessità di evitare in tutti i modi una situazione che avrebbe potuto avere conseguenze anche molto gravi. In linea coi molti momenti di confronto attuati in questa settimana di autogestione e proteste, la Dirigenza della scuola ha tentato ripetutamente di persuadere gli studenti a non restare nell’istituto, ma solo dopo l’intervento e le spiegazioni dei funzionari di polizia si è riusciti a convincerli dell’opportunità di lasciare i locali scolastici. Il tutto si è svolto nella massima tranquillità grazie alla professionalità e capacità di dialogo del personale della questura intervenuto e in virtù del comportamento tenuto da parte degli studenti”.
In un comunicato inviato nella serata del 12 febbraio gli studenti dell’Enriques fanno sapere che: “Siamo alla fine di una settimana particolare: abbiamo ottenuto l’autogestione di mattina durante la quale abbiamo svolto attività formative e ben organizzate, abbiamo parlato di tematiche che non vengono trattate e non sono incluse nella formazione dello studente e della studentessa. Ci siamo ripresi gli spazi che ci spettano, occupando la scuola anche il pomeriggio e la notte.
Ieri ci siamo trovati in due situazioni spiacevoli: alle 12.30 c’è stato un incontro con il Prefetto, Questore, Provveditore e il Vicepresidente della Provincia. Come abbiamo chiariro durante l’assemblea permanente, questo incontro si è rilevato inconcludente e poco proficuo.
Delusi dall’esito dell’incontro, ieri sera abbiamo provato ad occupare l’istituto: più di 200 di noi si sono chiusi nell’edificio con la volontà di continuare la protesta che portiamo avanti da giorni. È stata chiamata la DIGOS che, riuscita ad entrare nell’edificio, è rimasta per lungo tempo all’interno. Dopo un dialogo pacifico, è stato dato ordine alle forze di polizia di raggiungere la nostra scuola. Così sono arrivate più di cinque volanti e due furgoni blindati che hanno intimorito noi ragazzi, che, senza opporre la minima resistenza, abbiamo abbandonato l’edificio. Condanniamo fermamente l’impiego di un tale numero di forze dell’ordine rispetto a degli studenti che volevano manifestare pacificamente e il tentativo di porre fine alla mobilitazione da parte delle autorità. Ribadiamo che la minaccia di repressione non ci fermerà e che continueremo a lottare compatti nella speranza che le nostre voci non rimangano per l’ennesima volta inascoltate. Forza Enriques!

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