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“E’ una podologa abusiva”, scatta la denuncia dopo il post Fb. Assolta dopo due anni

Venerdì 19 Novembre 2021 — 07:00

Il calvario di Stefania Cundari, estetista professionista dal 1992, è iniziato con un post che aveva pubblicato sulla sua bacheca Facebook in cui parlava di micosi delle unghie. Poi l'indagine dei Nas svolta nei suoi confronti per esercizio abusivo della professione fino all'archiviazione chiesta dal pm Tenerani. "E' la fine di un incbuo"

di Giacomo Niccolini

Aveva pubblicato un post sulla sua bacheca Facebook, nell’aprile del 2019, dove parlava di micosi alle unghie e si presentava come un’esperta in materia di pedicure in quanto ne aveva all’attivo più di 30mila eseguite nella sua lunghissima carriera da estetista.
Un post che non è passato inosservato ed è arrivato dritto dritto all’Ordine dei podologi livornesi che hanno così inoltrato una denuncia al tribunale di Livorno chiedendo ai magistrati di indagare Stefania Cundari, nota a tutti come Lady S.,  per esercizio abusivo della professione.
“Sono un’estetista con regolare licenza vidimata dalla Regione Toscana sin dal 1992, figlia di Adriana Pucci estetista per una vita a sua volta. Nella mia lunga carriera, oltre ad aver vissuto a fianco di mia madre durante il suo lavoro quotidiano quando ero piccolina, ho eseguito circa 35mila pedicure specializzandomi sempre di più nell’estetica del piede. Non sono una podologa e non lo sono mai stata, né ho mai millantato di esserlo. Questo post che pubblicai però ha destato l’attenzione di qualcuno che ha subito segnalato la cosa”.
Una segnalazione finita quindi nelle mani del sostituto procuratore Antonella Tenerani che, sbloccata la situazione dovuta alla pandemia da Covid, nel giugno del 2021 decide di far intervenire i carabinieri del Nas per far luce su quanto segnalato. “Sono stati tre mesi di indagine – spiega l’avvocato di fiducia di Cundari, Massimo Manfredini, all’interno di una conferenza stampa tenutasi nel suo studio di via Grande – in cui la mia cliente ha subito una pesante pressione psicologica e un’invasione della privacy notevole. I Nas hanno infatti eseguito tutto alla perfezione mettendo la lente di ingrandimento su ogni particolare potesse aiutare a capire quanto di buono facesse nella sua professione Stefania Cundari: ovvero un’estetista professionista con moltissimi clienti”.
“Non è stato semplice – spiega Lady S. – gli inquirenti hanno controllato i registri del mio negozio contattando i vari clienti per interrogarli sul mio operato. Per alcuni giorni si sono posizionati fuori dalla porta d’ingresso del mio salone di bellezza in via Montebello per interrogare sul posto e nell’immediatezza della prestazione fornita i clienti che uscivano dalla struttura. Per non parlare dei controlli effettuati sul mio cellulare e sul profilo Facebook. Tutto questo per aver esercitato correttamente la mia professione che amo profondamente e che ho sempre di più indirizzato al trattamento del piede senza aver mai la pretesa di essere una podologa”.
Il 26 ottobre scorso dopo quindi alcuni mesi di angoscia per “sentirmi all’interno di un fascicolo di indagine penale sulla mia persona e sulla mia professionalità“, spiega Cundari nello studio dell’avvocato Manfredini, è arrivata la tanto attesa conclusione, a lieto fine, di questa vicenda: la richiesta di archiviazione da parte del sostituto procuratore Tenerani che, dopo aver visionato tutta la documentazione fornita dai Nas in merito a questa vicenda, ha deciso di chiudere il fascicolo con un niente di fatto. “La notizia di reato risulta infondata – si legge nella richiesta di archiviazione del firmata dal pm Tenerani – in quanto l’esito delle indagini ha rassicurato il rigetto di ogni sospetto, visto che la segnalazione effettuata non implica attività non consentite ma il mero suggerimento di un approccio ai problemi selettivi partendo dal parere di un’estetista esperta”.
“Per me finisce un incubo – ha chiosato Cundari – Sono stati mesi durissimi e voglio ringraziare tutti i miei clienti che non mi hanno mai lasciata sola e mi hanno sempre dimostrato stima e affetto. Adesso questo capitolo spiacevole  si è chiuso e posso continuare, come ho sempre fatto, ad esercitare tutta la mia professionalità in quello che faccio”.

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