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Tra sfide e fatiche vi racconto la mia impresa su due ruote alla 1001 miglia

Lunedì 13 Settembre 2021 — 18:07

Quella per lo sport è una grande passione che mi ha accompagnata fin da ragazzina, atletica, pallavolo, finché non mi introducono nel meraviglioso mondo del Triathlon. Disciplina tanto bella e affascinante quanto dura e impegnativa, specie se lavori otto ore al giorno. Ho imparato subito a ritagliarmi un po’ di tempo ogni il giorno da dedicare agli allenamenti: all’alba oppure a tarda sera, qualche volte entrambe le cose. Mi piace, quindi lo faccio senza sacrificio.

Un anno fa il Covid ha cambiato la mia vita e le mie abitudini, così come è successo a  tante persone. Centri sportivi, piscine, palestre sono stati chiusi e di conseguenza allenarsi è diventato difficile; è lì che ho deciso di buttarmi sulla disciplina che potevo praticare senza limiti e che, guarda caso, è anche quella che mi piace e mi diverte di più, la bicicletta.

Da quel momento è stato tutto un susseguirsi di avventure e di chilometri, che un po’ alla volta sono aumentati… 150, 200, fino a farmi incontrare il magico mondo delle Randonnée.

Non esiste competizione qui, solo tanta amicizia e l’opportunità di conoscere persone da ogni parte del Mondo, proprio come è successo a me nell’ultima, grande esperienza: la 1001 miglia.

Stiamo parlando del brevetto più importante del panorama Internazionale, la gara più lunga d’Europa, 1600 Km con 15000 mt di dislivello e 132 ore massimo per terminarla.

L’ho voluta affrontare da vera “randagia”, proprio come sono abituata a sentirne parlare da anni. Ho dormito dove capitava, sui marciapiedi e alle fermate del pullman,  ho “sonnecchiato” più o meno 5 ore in 5 giorni, ma ne è valsa la pena. Ho realizzato il mio sogno, terminarla con tutta la forza e la passione che mi porto dentro da sempre, in 121 ore.

Siamo partiti da Parabiago, in Lombardia. Il percorso ha toccato la bellissima Liguria, salendo su fino al Passo del Bracco da cui si intravedevano scorci delle Cinque terre; è proseguito poi nella mia terra, la Toscana, tra Gorfigliano, Castelnuovo Berardenga, San Gimignano, Montalcino e fino alla lunga salita di Radicofani e a Pitigliano, in tutto il suo fascino serale.

Dopodiché ci siamo avventurati verso il Lazio soffermandoci sul Lago di Bolsena, Tavernelle S. Eusebio nella splendida Umbria e poi risalendo di nuovo in Toscana per le strade della Val di Chiana, Montepulciano, su per la silenziosa Vallombrosa.

Siamo tornati in Lombardia, nel centro sportivo di Parabiago dove tutto ha avuto inizio.

E’ stata dura rinunciare a un letto, a una doccia vera, a un pasto caldo al ristornate, soffrire la mancanza di sonno, il caldo di certe giornate e il freddo della notte, ma ci sono riuscita!

Ho incontrato persone provenienti da ogni parte del mondo, nascoste dietro a volti stanchi come il mio,  è bastata una parola di conforto o un sorriso per annientare la fatica mentale e a farmi guardare avanti.

Al mio arrivo a Parabiago, ho pianto come una bambina sopraffatta da mille emozioni diverse: felicità, orgoglio, ma anche stremata da quella fatica che mi portavo addosso. Oggi posso dire di aver concluso un’impresa eccezionale e aver coronato un mio grande sogno!
E desso pensiamo al prossimo…

Valeria

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