Imprese e Covid, per quasi 9 su 10 l’impatto è negativo
L'indagine è stata realizzata dal Centro Studi e Servizi della Camera di commercio Maremma Tirreno. Report completo su https://www.lg.camcom.it/pagina1753_studi-e-ricerche.html
Il Sistema informativo Excelsior ha effettuato a livello nazionale due indagini campionarie consecutive per tracciare un identikit delle imprese con almeno un dipendente, alle prese con l’impatto da Covid 19: la prima nel periodo tra fine maggio ed inizio giugno e la seconda un mese dopo. I risultati delle due indagini, relativamente alle province di Livorno e di Grosseto, sono stati estrapolati dal Centro Studi e Servizi della Camera di commercio Maremma Tirreno con focus specifici che forniscono utili informazioni per monitorare lo status ed i sentiment delle imprese locali. “Il sistema camerale continua la sua opera di monitoraggio dell’impatto del Covid 19 sul tessuto imprenditoriale locale – commenta il presidente Riccardo Breda (foto) – Dopo due ricerche ad hoc condotte direttamente, il nostro Centro Studi e Servizi ha elaborato ed analizzato i risultati di un’indagine realizzata a livello nazionale
dal sistema informativo Excelsior, in due successivi tempi, su tutti i territori provinciali. Ebbene, da questi ultimi dati emerge in modo evidente la conferma che non solo la pandemia ha travolto e stravolto i sistemi produttivi a tutti i livelli ma come sia importante, per affrontare la sfida dei mesi a venire, proseguire in tutte le azioni volte a supportare l’impegno che il mondo produttivo sta compiendo per far ripartire il Paese ed in particolare, continuare nel processo di innovazione e digitalizzazione delle imprese”.
A Livorno quasi 9 imprese su 10, per la precisione il 88,5% del campione, dichiarano di aver subito un impatto negativo per gli effetti della pandemia e la gran maggioranza di queste (quasi il 60%) prevede di poter cominciare a recuperare le perdite subite solo a partire dai primi mesi del 2021. Risulta pertanto significativamente minima (10,7%) la quota di imprese intervistate che dichiara di non aver subito contraccolpi produttivi e perdite economiche significative. Così come per tantissime altre realtà, anche nella nostra provincia sono le piccole imprese (10-49 dipendenti) e le micro imprese (1-9 dipendenti) a risentire maggiormente dello shock senza precedenti legato all’emergenza Covid-19, mentre le medio-grandi imprese mostrano una maggiore resilienza. Nel periodo di realizzazione della prima indagine, 25 maggio/9 giugno 2020, solo il 27,5% delle imprese livornesi presenti nel campione si collocava su posizioni non troppo distanti dalle condizioni operative precedenti l’emergenza sanitaria, mentre la maggior parte, il 64%, ha dichiarato di operare a regimi ridotti rispetto alla situazione pre Covid ed il 8,6% erano ancora sospese o stavano valutando se e come riprendere l’attività. Tali dati indicano che nel nostro territorio la percentuale di imprese è risultata minore rispetto a quella Toscana ed Italiana per regimi di attività simili rispetto a quelli pre-Covid (rispettivamente 29,9%e 32,2%) mentre risultava maggiore per la quota di imprese con attività a regime ridotto (Toscana 62,1% ed Italia 58,2%); in posizione intermedia invece per attività sospese o che ipotizzano la chiusura (Toscana 8% ed Italia 9,6%).
In questo quadro particolarmente complesso si confermano tuttavia come strategie “premianti”, anche sotto l’aspetto della stabilità occupazionale, la presenza stabile sui mercati esteri e l’aver portato a compimento piani di digitalizzazione adeguati. Fra i fattori di vantaggio delle imprese abitualmente esportatrici nel contenere l’impatto nell’affrontare lo shock della crisi e della chiusura forzata è da segnalare la possibilità di organizzare l’attività ricorrendo allo sviluppo del commercio elettronico e al lavoro agile.
Nell’immediata fase post-lockdown, il tessuto imprenditoriale è in primo luogo concentrato sulle misure per ripartire in sicurezza. Circa l’86% delle imprese livornesi ha dichiarato di adoperarsi per l’adozione di strumenti atti a garantire il rientro in sicurezza dei lavoratori (84,3% Toscana e 81,7% Italia). Risulta inoltre significativa l’attenzione all’adozione di protocolli di sicurezza sanitaria (circa il 59%), e poi, nell’ordine, alla formazione del personale sui dispositivi di protezione individuale (50%), alla riprogettazione degli spazi dedicati all’accoglienza della clientela/utenza per garantire il rispetto del distanziamento sociale (24,2%) ed alla presenza di un responsabile prevenzione Covid-19 o di in punto sanitario di riferimento (16,8%). Tra le azioni previste nel futuro a breve, oltre a garantire le misure necessarie a ripartire in sicurezza, una quota di imprese, anche se ancora contenuta, ha fra le priorità l’adozione o l’estensione delle forme di lavoro agile (tale “misura” risulta pianificata dall’8,7% delle imprese), lo sviluppo di servizi a domicilio (circa l’8%,) e lo sviluppo del commercio elettronico (5%). Per fare fronte alla crisi nei prossimi mesi le imprese hanno dichiarato che adotteranno per lo più azioni di reskilling del personale già presente in azienda (opzione scelta da 3 imprese su 4); segno che la pandemia produrrà un’ulteriore accelerazione del processo di riconversione e rafforzamento delle competenze del capitale umano per favorire l’allineamento alle nuove forme organizzative del lavoro. Spostando lo sguardo sulle azioni da porre in essere nel II semestre 2020, e comunque in una prospettiva post-Covid19, si rileva un elevato dinamismo che spinge l’83,2% delle imprese livornesi (82,6% Toscana e 82% Italia) a programmare interventi a fronte del 16,8% (17,4% Toscana e 18% Italia) che dichiara di voler attendere l’evoluzione della situazione per poi delineare un piano di attività. Il report riporta anche i risultati della successiva indagine, svolta tra il 22 giugno ed il 6 luglio, finalizzata a comprendere l’evoluzione della situazione con l’inizio della stagione estiva. Ebbene, risulta aumentata in modo significativo la percentuale delle imprese con attività a regimi simili a quelli pre-emergenza (dal 27,5% al 35,5%), mentre le quote delle imprese con attività a regime ridotto e quella delle attività sospese si attestano su valori più bassi rispetto a quelli riscontrati nell’indagine condotta un mese prima. L’arrivo dell’estate non riesce tuttavia a fugare tutte le apprensioni sul futuro in quanto aumentano le imprese che posticipano il periodo di ritorno ai regimi post COVID al primo semestre 2021; ciò non si verifica, nello specifico, per le imprese digitali e in transizione digitale che rispetto alle non digitali fanno registrare un aumento significativo della quota per cui si è già verificato un ritorno alla piena operatività. Tra le imprese livornesi che hanno dichiarato di proseguire l’attività tra agosto e ottobre 2020, il 59,2% prevede di avere problemi di liquidità, quota che risulta grosso modo in linea con il valore medio regionale (58,9%) e nazionale (58,4%). Il Report completo è consultabile sul sito della Camera di commercio Maremma e Tirreno: https://www.lg.camcom.it/pagina1753_studi-e-ricerche.html
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