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“Il Giornalino” compie 64 anni e torna… a vestirsi d’amaranto

Sabato 19 Settembre 2020 — 15:35

Un ‘pezzo’ di storia livornese che continua a seguire le vicende della squadra amaranto e altre notizie del mondo sportivo livornese con la tipica e super celere uscita post-partita. Questo sarà esattamente il 64esimo compleanno del mitico “Giornalino”

Si riparte il 27 settembre con il campionato degli amaranto e riparte – dopo lo stop causa Covid del marzo scorso – anche il leggendario “Il Giornalino”. Un ‘pezzo’ di storia livornese che continua a seguire le vicende della squadra amaranto e altre notizie del mondo sportivo livornese con la tipica e super celere uscita post-partita. Questo sarà esattamente il 64esimo compleanno del mitico “Giornalino” poiché la prima edizione uscì nel lontano 1956, anno in cui il Livorno militava in serie “C” e vestiva la casacca amaranto un certo Armando Picchi, livornese di scoglio, futuro capitano e bandiera dell’Inter. In quegli anni il Giornalino veniva realizzato da Carlo Lucchesi, e poi dal figlio Giovanni, “Giovannino” per gli amici ma anche “il Rossino”,  titolari della Tipografia Pozzolini. La distribuzione avveniva al Chiosco Balloni, in piazza Cavour, ritrovo consueto degli sportivi. Da allora nacque anche la leggenda della mitica bandiera amaranto che veniva appesa su un pennone quando il risultato era favorevole al Livorno, ovvero vittoria sia in casa che, ovviamente, in  trasferta, ma anche il pareggio fuori dalle mura amiche. Il risultato di parità all’Ardenza veniva considerato un mezzo scivolone e allora niente esposizione della bandiera amaranto. E appena uno entrava in piazza Cavour, lo sguardo era proprio diretto su quel pennone, con la speranza di vedere appesa la bandiera. In ogni caso, capannelli di tifosi si radunavano intorno al chiosco in attesa dell’arrivo de Il Giornalino, circa un’ora, un’ora e mezzo dal termine della partita. Era una attesa spasmodica e un vero assalto al chiosco già prima che l’addetto della tipografia Pozzolini mettesse piede a terra col suo motorino per la consegna della prima tiratura dei giornali, perché gli sportivi erano volevano essere subito informati e leggere tutte le notizie riguardanti il match degli amaranto ma anche per conoscere i risultati sugli altri campi.

E così è stato fino agli anni ‘80, quando con l’avvento delle prime radio libere era possibile ascoltare la radiocronaca, o comunque il resoconto, della partita, in tempo reale. D’altra parte non c’erano altre alternative: o leggevi Il Giornalino la domenica pomeriggio, altrimenti, per sapere qualcosa sull’esito del match del Livorno, dovevi attendere il lunedì con l’uscita dei quotidiani. Se ti accontentavi di conoscere il risultato, potevi ascoltare Radiosera che intorno alle ore 20-21, ma anche 22, leggeva tutti i risultati, dalla serie A alla serie C.

Al Chiosco Balloni, in seguito, per soddisfare la sempre più crescente richiesta degli sportivi, furono aggiunti altri due punti di distribuzione: in piazza Grande (lato redazione La Nazione o la conosciutissima pizzeria Lilly) e all’ingresso principale dell’ospedale. Qui sostavano due pulmini, attrezzati di luce con appositi generatori, con la stessa modalità dell’esposizione della Bandiera amaranto nel caso di risultato positivo del Livorno. Anche qui si radunavano capannelli di sportivi, anche se in forma decisamente inferiore rispetto a Piazza Cavour, e l’unico argomento, ovviamente, era il Livorno Calcio. Se prima Il Giornalino era distribuito gratuitamente, fu poi messo in vendita, a 500 lire e poi a 1000, anche per evitare assembramenti che, talvolta, ostruivano il transito degli automezzi o motocicli e davano un gran daffare ai vigili urbani che dovevano intervenire per mantenere disciplinare il traffico.

Oggi il mondo è cambiato. Con Sky Dazn, tv private, Facebook e tantissime app dello smartphone che, non solo trasmettono in diretta, ma ti dicono magari anche il numero di scarpa dei giocatori che hanno calcato il campo di gioco.

Il Giornalino – che nel frattempo, dopo la scomparsa di “Giovannino”, fu portato avanti da Bruno Damari, attuale direttore responsabile, che proprio nella Tipografia Pozzolini mosse i primi passi di giornalista – tuttavia non ha mai perso di importanza. Rimane sempre la prima “voce stampata” al seguito del Livorno ed è sempre oggetto di desiderio degli sportivi, perché, oltre alle vicende della squadra amaranto, possono trovare interessanti servizi sugli altri sport cittadini.

La carta stampata – nonostante la grave crisi che sta riguardando tutta l’editoria – ha sempre mantenuto il suo fascino. Nel caso de Il Giornalino, dal foglio iniziale degli anni ‘50 è passato alle 8-12 pagine, passando dalla tradizionale stampa tipografica a quella digitale, ti dà la possibilità di… riflettere, magari di sognare. Leggi i risultati, le classifiche, i prossimi turni (dalla serie A alla serie C) e inizi a fantasticare: se si vince domenica (o sabato) e facciamo bene anche nelle prossime 3-4 partite, e magari le dirette concorrenti commettono qualche passo falso, si può iniziare a parlare di classifica di vertice, di vantaggio in sicurezza o, nelle stagioni disgraziate, hainoi, di spiraglio per la lotta alla salvezza. Un conto è avere il tutto su una pagina stampata, altrimenti ti devi sbizzarrire e “spippolare” in rete, e non sempre è tutto facile, specialmente con gli sportivi più anziani che hanno meno dimestichezza con le nuove tecnologie.

Il Giornalino, edito dall’Editrice “Il Quadrifoglio” già dal 1986, si è poi dato una organizzazione più capillare per raggiungere i tifosi. “Te lo portiamo a casa”: potrebbe essere lo slogan attuale nel senso che il giornale viene consegnato direttamente in vari esercizi commerciali (bar, pizzerie, ristoranti, circoli ricreativi ecc.), in ogni quartiere cittadino, e quindi alla portata di tutti. Fatto non trascurabile è completamente gratuito per i lettori, grazie a piccole sponsorizzazioni da parte degli inserzionisti.

Insomma, Il Giornalino rimane un pezzo di storia cittadina e nonostante i suoi 64 compleanni non ha certo voglia di andare in pensione.

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