Livorno-Venezia 0-2, un altro ko in casa
Primo tempo da dimenticare per gli amaranto che prendono due gol in 3' (Longo e Capello) per due evidenti errori difensivi, ripresa senza emozioni
di Simone Panizzi
A distanza di appena tre giorni dalla vittoria con la Juve Stabia che sembrava aver dato nuove speranze, il Livorno si squaglia di fronte ad un Venezia quadrato e poco più (in fondo all’articolo l’intervista post gara a mister Balleri realizzata da Area Comunicazione AS Livorno Calcio/Paolo Nacarlo). Una prestazione incomprensibile degli amaranto, scesi in campo senza idee e senza benzina nelle gambe, non a loro agio nel 4-3-3 che invece a Castellammare aveva rivoltato le sorti della gara. I lagunari, dopo un’occasione estemporanea di Awua in avvio, mettono alle corde il Livorno e bussano due volte in 3′. Prima Longo al 19′ quindi Capello al 22′, in entrambi i casi dimenticati dalla difesa di Balleri (stasera al posto dello squalificato Filippini). La squadra gira così male che al 32′ entrano già Ruggiero e Ferrari per Seck e Braken, impalpabili, per passare al 3-5-2. I cambi non hanno effetto immediato, perché il Livorno ha due fiammate solo a inizio ripresa: prima Agazzi spreca, poi Ferrari trova un attento Lezzerini sulla sua strada. Gli ultimi 25′ di gara sono pura accademia, con il Venezia che gira palla con pazienza e il Livorno che cerca un spunto che non arriva mai.
Il triplice fischio di Ros suggella una delle peggiori prestazioni stagionali della squadra, ormai sempre più in caduta libera e destinata, a meno di clamorosi ribaltoni, a una retrocessione che pare certa. A sette giornate dal termine, son ben dodici i punti di distacco dalla zona playout.
IL TABELLINO
LIVORNO: Plizzari, Del Prato, Bogdan (59′ Coppola), Boben, Seck (32′ Ruggiero), Luci (59′ Trovato), Agazzi, Awua, Marras (51′ Murilo), Braken (32′ Ferrari), Marsura. A disposizione: Neri, Ricci, Morelli, Fremura, Pallecchi, Mazzeo. All. Balleri.
VENEZIA: Lezzerini, Lakicevic, Modolo, Casale (58′ Molinaro), Ceccaroni, Lollo (66′ Zuculini), Fiordilino (58′ Vacca), Maleh (76′ Marino), Longo, Zigoni (58′ Montalto), Capello. A disposizione: Bertinato, Pomini, Riccardi, Cremonesi, Fiordaliso, Monachello. All. Dionisi.
Arbitro: Ros di Pordenone (assistenti Mokhtar e Vono, quarto uomo, Volpi)
Reti: 19′ Longo, 22′ Capello
Note: ammoniti Marras (L), Modolo (V); calci d’angolo 5-4; recupero 2’+5′.
Plizzari 6: stavolta a tradirlo non sono le traiettorie ma la sua difesa traballante.
Del Prato 5,5: da esterno soffre nella prima mezzora, meglio quando scala a centrale ma ormai il risultato è compromesso.
Bogdan 5: complice di Boben nelle due reti subite, anche se in tono minore. Ma la difesa stasera ha fatto acqua (59′ Coppola 6: almeno lui può essere contento per il debutto in Serie B).
Boben 4: da eroe a Castellammare a peggiore in campo il passo è breve: si perde prima Longo, quindi Capello sui due gol veneti.
Seck 4,5: mostra ancora una volta tutti i suoi limiti nelle due fasi, appare spaesato e fuori condizione (32′ Ruggiero 5,5: difensivamente tiene, ma da esterno dovrebbe anche appoggiare l’azione).
Luci 5,5: l’eterno Andrea dà tutto come sempre, ma non ha la bacchetta magica per salvare una squadra depressa (59′ Trovato 5: nulla da segnalare in oltre mezzora sul terreno di gioco, se non un tiro nel recupero).
Agazzi 5,5: predica spesso nel deserto, perché le idee sono offuscate e le gambe girano poco.
Awua 5,5: non ha la qualità delle ultime gare, stavolta la corsa non basta a raggiungere la sufficienza.
Marras 5,5: ci mette la voglia di sempre, ma non può essere solo lui a risolvere i problemi (51′ Murilo 5: sfugge il senso del suo ingresso per Marras, non tira mai in porta).
Braken 4: mezzora di gioco senza toccar palla, anzi è deleterio per la già asfittica manovra offensiva amaranto (32′ Ferrari 5: un tiro a inizio ripresa respinto da Lezzerini e un paio di sponde interessanti: poco).
Marsura 5,5: ha qualche spunto interessante, ma come spesso accade si intestardisce troppo nelle giocate individuali.
All. Balleri (Filippini squalificato) 5: ci mette la grinta a cui ci aveva abituato da giocatore, ma le scelte (di Filippini) non pagano, come denotano i due cambi alla mezzora.
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