Nuova Londi, i titolari: “Trattative aperte per un partner”. Il comunicato della Cgil
Sergio Zaru e Fulvio Bais, soci titolari della Nuova Londi, intervengono su QuiLivorno.it in merito alla questione legata al momento che sta attraversando l'azienda
Sergio Zaru e Fulvio Bais, soci titolari della Nuova Londi (foto tratta da un video sul sito dell’azienda), intervengono su QuiLivorno.it in merito alla questione legata al momento che sta attraversando l’azienda: stipendi, ordinativi da mandare avanti e le trattative aperte per la ricerca di un partner che “possa portare più sicurezza finanziaria”. Questione stipendi dei 14 dipendenti: “È vero che la Nuova Londi in questi ultimi 18 mesi ha passato e sta passando un momento di stress finanziario ed economico con ripercussioni anche sulle erogazioni degli emolumenti; tale situazione si è evidenziata nel corso del 2019, creando in tale periodo un gap di tre mensilità e mezzo che ci siamo comunque posti come limite massimo da non superare in modo da tutelare i dipendenti (in caso di insolvenza dell’Azienda l’INPS copre tre mensilità). Da gennaio di quest’anno (stipendi di dicembre 2019) fino ad aprile di quest’anno gli emolumenti sono sempre stati liquidati regolarmente. La società ha proposto alle organizzazioni sindacali ed ai dipendenti, una volta sbloccata la situazione (cosa poi avvenuta), il pagamento della mensilità di aprile e, entro una settimana il pagamento della mensilità di maggio, contestuale ad un piano di rientro delle mensilità pregresse, da concordare; la proposta non è stata accettata dai dipendenti, i quali hanno deciso di rinnovare l’azione di pignoramento e di fatto l’azienda è bloccata”. Questione ordinativi: “Pur comprendendo lo stato d’animo dei dipendenti e le situazioni familiari che si sono venute a creare con stress e preoccupazioni (sono gli stessi che viviamo quotidianamente anche noi) e ritenendo lecite e legali le azioni intraprese tramite le organizzazioni sindacali riteniamo opportuno che i fatti siano esposti nella loro interezza e veridicità. Dieci anni fa abbiamo rilevato, da ex dipendenti, questa azienda, che era di fatto chiusa, l’abbiamo rigenerata, sia commercialmente che economicamente, abbiamo dato dignità e lavoro a molte persone (per sei di loro anche la possibilità di raggiungere la pensione). Abbiamo investito tutto quel poco che avevamo e ci siamo indebitati per portare avanti il nostro progetto, siamo diventati marca leader in Toscana, il tutto chiaramente con l’apporto di tutte le componenti aziendali; soci, macchinari, marchio e dipendenti. Tutta questa situazione si inserisce in un contesto commerciale che vede ordinativi, inevasi, per più di 25.000 cartoni, con i clienti, e consumatori, che giornalmente chiamano per sapere quando saremo in grado di consegnare, il tutto in un tessuto economico che stenta a decollare a causa della mancanza di ordinativi”. Questione ricerca di un partner: “Ancora prima dell’evidenziarsi di questa situazione noi soci avevamo deciso, visto la nostra fragilità economica, di cercare un partner che potesse portare più sicurezza finanziaria consentendoci di fatto di attuare piani di sviluppo sia in termini di fatturato che di proposta commerciale. Attualmente siamo in trattativa con tre realtà economiche, due del nostro settore e la terza proveniente da un altro ambito lavorativo, tali intese dovranno, per forza di cose, concretizzarsi nel più breve tempo possibile”.
Nuova Londi, Cgil: “Vogliamo risposte” – “Non possiamo permettere che un marchio storico come quello della Londi finisca, e con esso anni di professionalità dei lavoratori. Le organizzazioni sindacali nei giorni scorsi hanno avviato la discussione con le istituzioni, attivando il tavolo di crisi, per difendere i posti di lavoro di questa azienda storica. I lavoratori dell’azienda Nuova Londi, storica produttrice delle famose “Parigine” e “Nuvolette” Londi, non stanno riscuotendo gli stipendi ormai già da troppo tempo. È solo grazie al loro sacrificio che ad oggi è ancora acceso il lume della speranza di un rilancio serio dell’azienda. I 14 dipendenti dell’azienda specializzata nella produzione di merendine hanno infatti dimostrato da 2 anni a oggi un grande senso di responsabilità e professionalita’, continuando nonostante tutto ad andare a lavorare giorno dopo giorno e facendo anche straordinari. Adesso però è giunto il momento di dire basta ad una situazione che sta diventando insostenibile. Abbiamo fatto appello affinché si trovi il modo di rilanciare la società, nella speranza che vi siano soggetti interessati a rilanciare il marchio Londi. Ricordiamo che tutti i lavoratori devono ancora ricevere più di un terzo degli stipendi relativi all’anno 2019. Gennaio, febbraio e marzo 2020 sono stati accreditati dopo diverse sollecitazioni: poi più niente, portando così il numero degli stipendi da ricevere a 8 mensilità. L’azienda ha difficoltà a pagare le spettanze dei lavoratori: in questo caso però non c’entra l’emergenza covid 19 e neanche il passaggio di qualche anno fa al prodotto senza olio di palma. L’azienda ha una grave crisi di liquidità e al contempo non ha ancora fornito ai dipendenti risposte concrete. I lavoratori sono ormai allo stremo delle loro forze, tanto che, per cercare una fonte di sussistenza, alcuni hanno preferito licenziarsi dopo più di 35 anni di servizio. Abbiamo bisogno – ora come non mai – di risposte certe. Pensiamo di meritarcele. Visto che la Nuova Londi ha un ottimo mercato e notevoli prospettive di sviluppo in contrapposizione a tutto ciò che stiamo vivendo (basti pensare che per soddisfare le esigenze della clientela lavorano da anni ben 6 lavoratori interinali) sarebbe un peccato non tentare di salvare l’azienda e il lavoro nella nostra città”.
Cgil provincia di Livorno
Flai-Cgil provincia di Livorno
Lavoratori “Nuova Londi”
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