Nel nostro ospedale un parto gemellare spontaneo
Parla Jessica: "Sono stata assistita come una di famiglia. Non immaginavo una cosa del genere per di più sotto coronavirus. Un grazie particolare al primario Abate, l'angelo delle mie gemelle"
“Un ringraziamento speciale al primario, l’angelo delle mie gemelle, scriva proprio così, il dottore lo sa gliel’ho ripetuto spesso in questi giorni. Un grazie a tutta l’equipe: ostetrica, ostetrico, ginecologa, anestesista, pediatra e infermiera del nido, che mi hanno assistito durante e dopo il parto. E un ringraziamento alla terapia sub intensiva neonatale”. Ne ha davvero per tutti Jessica Ferrara – 29 anni, residente a Collesalvetti assieme al marito Michelangelo Romano – che mercoledì 22 aprile ha dato alla luce Ludovica e Ginevra con un parto gemellare spontaneo (ringraziamo pubblicamente Jessica per aver accettato di essere intervistata). Un evento eccezionale per l’ospedale di Livorno visto che l’ultimo parto di questa tipologia, gemellare naturale, e il solo dello scorso anno, risale a settembre 2019. “Sono stata assistita come una di famiglia. Con calore e affetto. Non immaginavo una cosa del genere per di più sotto coronavirus. Tutti sempre presenti e accoglienti. Anche in camera dove le ostetriche hanno di fatto sostituito il ruolo di mio marito che per le misure anti covid non poteva essere presente. Insomma, non mi sono mai sentita abbandonata. E’ stato un parto molto emozionante, intenso. C’era abbastanza preoccupazione visto che si sente dire che il primo nasce spontaneo e il secondo cesareo”. Parla il primario Abate – “In un momento di paura generalizzato per via della situazione che stiamo attraversando, gratifica me e non solo un evento del genere che non capita tutti i giorni”. Commenta così Sergio Abate, il neo primario di ostetricia, il parto gemellare spontaneo. “Io sono qui da due mesi circa ma devo dire che il reparto con tutto il suo personale ha tutte le caratteristiche per tornare agli splendori di un tempo. Tornando sull’avvenimento mi sento di aggiungere che quando una donna partorisce in maniera spontanea, senza condizionamenti e suggestioni derivanti dalla società, credo riesca ad esprimere al meglio la propria naturalità, il proprio essere donna. Beninteso: non sto dicendo no al cesareo, ci mancherebbe, quando occorre farlo è doveroso andare in sala operatoria. Tra l’altro la sala operatoria era chiaramente già attrezzata per ogni evenienza”. Il primario è voluto essere presente durante il parto: “Devo dire – sorride – che alla fine ho guardato perché l’equipe ha svolto il proprio lavoro in maniera egregia. Avevo promesso alla coppia che sarei stato presente e così ho fatto. La mia presenza è stata di conforto. Credo e spero abbia fatto piacere alla coppia e a tutto il personale impegnato nel parto. Debbo dire, personalmente, che a me piace essere partecipe. Non voglio soltanto informarmi e gestire”. Soddisfatta e non potrebbe essere altrimenti anche la responsabile ostetriche Marzia Chellini.
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