Lettera di un babbo al suo primo pomeriggio, da solo, con il bimbo
E' stata una bellissima giornata quella del 2 gennaio 2020. Io e il mio bimbo, il mio bimbo ed io. Io e lui...
E’ stata una bellissima giornata quella del 2 gennaio 2020. Io e il mio bimbo, il mio bimbo ed io. Io e lui. Da soli. Non voglio dire che sia stata la prima volta, ma sono state poche in questo anno e mezzo le occasioni che ho avuto per stare da solo, ma solo, con lui fra nonni, lavoro, impegni vari ecc… E così mi è venuta voglia di scriverlo. Ecco, credetemi, manco a dirlo mentre scrivo questa nuova “lettera di un babbo” mi è si è accesa la lucina blu della notifica di whatsapp. Mi fermo. Mia moglie: “Sono molto contento che oggi tu abbia passato del tempo con lui, anche Tommi lo sarà”. A giudicare dal fatto che l’ho portato a casa, addormentato, penso si sia divertito.
Proseguo la lettera. Quando dico da solo, intendo per qualche ora questo pomeriggio, dalle 14,30 alle 17,45. Ho sfruttato il fatto che non aveva particolare sonno dopo pranzo (di solito, dopo pranzo, alle 14,30 circa se la dorme un paio di orette); ho gonfiato le gomme alla bici e siamo partiti. Prima tappa parco giochi di villa Fabbricotti: giochi nuovi sia per me che per lui. Non ce lo avevamo mai portato prima. Molto carini. Su tutti ha vinto l’altalena però. Un classico di questi mesi. Poi via alle giostre alla Terrazza. Mi avanzava un gettone (a quale neo genitore con bimbo sotto i, diciamo, tre anni non avanza un gettone…pensate che a dicembre, scherzando, durante uno dei rarissimi pranzi fra amici pensando di fare cosa gradita ho proposto ad un amico il resto di un regalo in gettoni delle giostre. Che strano, ha rifiutato…); abbiamo fatto un bel giro sullo scooterino. Poi siamo andati al parco giochi che c’è lì dietro. Poi di nuovo in bici fino alla Rotonda alle altre giostrine. Indovinate? Mi avanzava un altro gettone: qui, stavolta, è voluto salire sul camion dei vigili del fuoco. Siamo arrivati alle giostre della Rotonda che Tommi dormiva. O meglio stava iniziando a dormire. Quando ha compreso dove eravamo si è subito messo in moto. Perché non ho preso altri gettoni? Ultimamente, pur piacendogli, gli basta un giretto. E comunque iniziava davvero a essere stanco. E comunque si era fatta l’ora della merenda. Via allo chalet. Io ho preso una spremuta e lui si è pappato uno yogurt e un paio di gallette (sì, gallette proprio quelle a cui state pensando, le avevo portate come spuntino aggiuntivo pensando potesse essere affamato) e ha bevuto mezzo succo e un po’ d’acqua. Poco dopo le 17 ci siamo incamminati verso la bici (bibi come la chiama Tommi) per tornare a casa. Tommi invece aveva altri piani. Abbiamo fatto un tratto a piedi, per mano, fino alla strada. “Ora sali amore”. Aveva ancora altri piani. Alla fine sono riuscito a convincerlo e siamo ripartiti verso casa. Il finale l’ho già scritto. Io ho finito di scrivere e lui è ancora di là che se la dorme. Ah, il pomeriggio prosegue. Mamma è al lavoro. Esce alle 21. Tommi cena prima chiaramente. Ho il compito di preparargli e dargli cena. Da solo. Io e lui.
Era un po’ di tempo che non scrivevo “lettere di un babbo”
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