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Gadsos e Amatori Rugby Rosignano: donati 5mila euro

Giovedì 12 Dicembre 2019 — 18:05

La somma donata è stata di 5mila euro. Gadsos e Amatori Rugby Rosignano condividono ideali comuni: quelli della salute, del rispetto verso gli altri e dell’altruismo

Giovedì 12 dicembre, presso la Club House del campo di rugby (via Gigli) a Rosignano Solvay, si è tenuta la conferenza stampa per illustrare ai giornalisti la scelta dell’associazione Gadsos (Gruppo Autonomo Donatori del Sangue Opere Sociali) di donare all’associazione Amatori Rugby Rosignano, una somma in denaro per contribuire alle esigenze economiche della sua meritoria attività per il territorio. La somma donata è stata di 5mila euro.
Gadsos e Amatori Rugby Rosignano condividono ideali comuni: quelli della salute, del rispetto verso gli altri e dell’altruismo.
L’elargizione vuole porre al centro dell’attenzione di tutti, ma soprattutto delle nuove generazioni, il problema della scarsità di sangue, vuol quindi essere un incentivo per avvicinare i più giovani e i genitori, a compiere questo gesto così importante e altruistico come è appunto quello della donazione di sangue. Gesto che così bene si identifica nelle basilari regole del gioco del Rugby.

Alla conferenza stampa sono intervenuti Luca Felloni, presidente Gadsos, Fabrizio Colombaioni, dirigente dell’Amatori Rugby Rosignano, Gianni Carugi, presidente Amatori Rugby Rosignano ed Enrico Rossi, tesoriere dell’Associazione Gadsos.

“Un sodalizio – ha detto Colombaioni – che permetterà all’Associazione Amatori Rugby Rosignano di poter ottenere un contributo che sarà utile per lo sviluppo delle attività di propaganda del rugby che svolgiamo a Rosignano. La nostra attività sin dal 2007 – 2008 è incentrata sui valori del rugby e abbiamo trovato un appoggio da parte del Gadsos che ben si confà a quelli che sono i valori che intendiamo promulgare: il sostegno alle persone in difficoltà, il senso di altruismo e condivisione di valori propri del vivere civile che in pratica si riassumono in alcune delle regole che caratterrazano il nostro sport: rispetto e sostegno. Il rispetto, nel qual caso, delle regole del gioco, ma soprattutto del vivere una comunità nella quale si venga coinvolti; il rispetto delle regole e dettami che possano rendere la convivenza sicuramente più lieta e aiutino a sopportare meglio il frastorno creato dal vivere quotidiano. Si dà così inizio a un sodalizio che prevede una donazione volontaria che ci servirà per le attività di nostri atleti dagli under 8 ai 16 e ci interessa che tutti i ragazzi che fanno sport da noi si sentano a casa loro e per fare questo abbiamo bisogno di materiale, strutture, di tecnici, di istruttori e tutto questo ha un costo e qualsiasi tipo di sostegno che ci arriva in maniera disinteressata è benvenuto. La Gadsos è un esempio da seguire perché chiunque dedichi il proprio tempo all’aiuto degli altri è sicuramente vicino ai nostri valori”. Colombaioni ha poi invitato tutti gli iscritti e i sostenitori a partecipare alla donazione presso la sede di Gadsos all’interno della società Solvay.

“L’associazione G.A.D.S.O.S. – ha proseguito Felloni –  nasce per volontà di pochi volontari all’interno dello stabilimento Solvay, nel 1963. Il nostro impegno oggi è quello di mantenere vivi quei valori ed essere come allora una presenza attiva sul territorio continuando a operare per promuovere e incentivare la donazione del sangue, per permettirci di fare questo la società Solvay non ha mai smesso di far sentire la sua vicinanza e il suo contributo. La prima volta che ho donato il sangue non me la dimenticherò facilmente. Sono un donatore “tardivo” perché ho iniziato non più giovanissimo. Sono stato (e in buona parte sono ancora ora) terrorizzato dagli ambienti sanitari. Questa premessa è solo per dire che conosco bene e sono perfettamente consapevole della paura (la vogliamo chiamare così?) di chi vorrebbe ma non riesce a diventare un donatore di sangue. Al mio cervello c’è voluto un po’ di tempo (forse troppo) per metabolizzare l’idea, capire quanto fosse importante, decidere che era davvero stupido non farlo. Al mio cuore invece è bastato un attimo, dopo averlo fatto la prima volta, per capire che questo gesto è davvero bello e coinvolgente. Da sempre la nostra Associazione è impegnata sul territorio per sostenere attività meritorie e in questa occasione abbiamo deciso di accompagnare finanziariamente l’Amatori Rugby Rosignano. Perché nel rugby abbiamo riscontrato non poche analogie con la nostra attività. Nel rugby “Andare in meta” significa raggiungere un obiettivo, uno scopo, non senza superare qualche difficoltà. “Buttarsi nella mischia” significa far parte di un gruppo, di una folla, esserci. Il rugby è rispetto, lealtà, stima, fiducia, partecipazione e zero violenza. Uno sport con molte chiavi di lettura. In una società in cui assistiamo a nuovi muri dati dall’indifferenza e diffidenza, oggi allargherei quella mischia per dare una spinta e buttare giù questi muri. Ricordiamoci che possiamo avere colori diversi e venire da luoghi diversi ma il colore del sangue è sempre lo stesso”.

“Un donatore di sangue stende il braccio per far sì che il suo sangue venga dato ad altri – ha proseguito Carugi – nel rugby per andare alla meta c’è bisogno del sostegno di tutti non è mai un gesto finalizzato a se stesso. L’obiettivo del rugbista così come per il donatore è lavorare per la squadra per arrivare all’obiettivo, la vittoria. Ma fare meta, il risultato non è la cosa più bella che ama un giocatore di rugby, la cosa più importante è aiutare il compagno, sostenerlo”.

“Con queste iniziative – ha proseguito Rossi – noi cerchiamo di far capire alle persone il valore e l’importanza della donazione di sangue. Tutti i giorni dobbiamo pensare che c’è sempre qualcuno che potrebbe averne bisogno. La Toscana è una delle regioni che fino a qualche anno fa era autosufficiente per quanto riguarda le donazioni di sacche di sangue, purtroppo questo ultimi anni il trend è calato e siamo arrivati a dover importare sangue da altre regioni, questa occasione è un richiamo per indurre ad andare più volte a donare, non una sola volta all’anno. Colgo l’occasione perché in questi giorni la ASD Vada ha subito un incendio che ha bruciato i container con le attrezzature sportive, anche noi abbiamo pensato di aiutarla economicamente, così come la Società Solvay”.

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