Livorno, provincia “anziana”: popolazione in calo e famiglie più ristrette. I DATI
Interessante studio della della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno rivela un calo della popolazione nella nostra provincia. Motivo principale? La crisi economica. Il rapporto completo
È ben noto come la popolazione della provincia di Livorno sia fra le più anziane in Toscana, una regione che è fra le più anziane in Italia che, a sua volta, è uno dei Paesi con l’età media più avanzata nel mondo (clicca sul link al pdf in fondo all’articolo per consultare il report completo).
Proprio per questo motivo, nella mattina di giovedì 31 ottobre la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ha illustrato uno studio dal titolo L’inverno demografico, presentato da Federico Doretti del centro studi e ricerche con il commento del vicepresidente Alberto Ricci.
Nella provincia di Livorno il totale della popolazione residente nell’anno 2018 ha registrato un calo del –0,41% rispetto al 2017, mentre nonostante la presenza di un tasso di crescita migratorio del 2,10‰, questo, non è risultato sufficiente a colmare il tasso di crescita naturale che si attesta a –6,22 ‰.
“Il fatto che la popolazione invecchi molto potrebbe essere letto anche come un dato positivo nel senso che si ha un’aspettativa di vita molto alta – ha detto il vicepresidente Ricci – Tuttavia, questo mostra un aspetto molto preoccupante dal punto di vista economico: le persone che lavorano sono decisamente inferiori alle persone che percepiscono la pensione”.
Basti pensare che nella nostra provincia nel 2018 ci sono state 2137 nascite e 4225 decessi, ovvero il tasso di mortalità è praticamente il doppio di quello di natalità.
Anche per ciò che concerne il numero medio di componenti per famiglia la provincia di Livorno si classifica al penultimo posto con un 2,12; peggiore solo Grosseto con 2,11, mentre in vetta alla classifica spicca Prato con ben 2,48.
Sono invece 1,28 il numero medio di figli per donna e 32,1 l’età media al parto, in pari con la media Toscana e in negativo rispetto a quella nazionale.
“Una situazione di questo tipo dipende probabilmente dal fatto che in Italia per aiutare la popolazione si è fatto poco – ha commentato Doretti – Le crisi economiche degli anni Settanta, Novanta e l’ultima del 2008 hanno contribuito al fatto che le coppie scegliessero di fare pochi figli, o di non farne affatto, a causa delle scarse disponibilità economiche”.
In definitiva, poche nascite, tante morti, flusso migratorio insufficiente a colmare il gap derivante dal saldo naturale, popolazione strutturalmente anziana e riduzione del numero medio di componenti per famiglia, con vaste conseguenze in termini culturali, sociali ed economici.
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