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Frosinone-Livorno 1-0, un rigore nel finale piega gli amaranto

Lunedì 21 Ottobre 2019 — 23:30

Prestazione anonima della squadra di Breda, che rimane ultima in classifica. Dubbi sull'episodio che decide la gara, il fallo di mano di Morganella non sembra volontario

di Simone Panizzi

Terza sconfitta di fila per il Livorno, che cade anche a Frosinone vittima delle proprie insicurezze e delle decisioni del direttore di gara Pezzuto. Gli amaranto, in formazione rimaneggiata (pesante soprattutto l’assenza di Luci) tengono testa ai laziali nella prima mezzora, salvo poi retrocedere sulla difensiva limitandosi a un secondo tempo di puro contenimento, fino all’amaro epilogo.
Non è bastato un super Zima (riabilitato dopo la panchina col Chievo a favore di Plizzari), che ha messo a referto almeno due parate decisive e un rigore parato all’ex Dionisi (54′, fallo di Boben su Beghetto). Nulla ha potuto il portiere ceco sul secondo penalty di giornata battuto da Ciano all’89’, fischiato per un presunto fallo di mano di Morganella (stretto tra due giocatori del Frosinone e di spalle alla palla) e apparso subito molto generoso.
Il Livorno ha punto di tanto in tanto, spinto da un inesauribile Marras, ma Bardi ha sempre risposto presente. La squadra è apparsa spesso abulica, incapace di creare valide trame offensive e di approfittare dei timori del Frosinone, partito con l’obiettivo di un campionato di vertice e fermo invece nei bassifondi (1 vittoria in 7 giornate prima di stasera).
Una classifica che, a cinque giorni dal derby di andata con il Pisa, vede Agazzi e compagni ancora mestamente ultimi a quota 4 punti. Inutile sottolineare come la partita di sabato sia un crocevia fondamentale per la stagione e soprattutto per il futuro di Breda.

IL TABELLINO

FROSINONE: Bardi, Brighenti, Ariaudo, Capuano, Zampano, Rohden (78′ Matarese), Maiello (9′ Tribuzzi), Haas, Beghetto, Ciano, Dionisi (67′ Novakovich). A disposizione: Iacobucci, Bastianello, Citro, Salvi, Vitale, Szyminski, Krajnc, Eguelfi. All. Nesta.
LIVORNO: Zima, Boben, Gonnelli, Bogdan, Del Prato, Rocca (77′ Morganella), Agazzi, Porcino, Gasbarro (67′ Murilo), Marras, Mazzeo (58′ Raicevic). A disposizione: Ricci, Plizzari, Coppola, Braken, Rizzo L, Ruggiero, Morelli, Rizzo A, Viviani. All. Breda.
Arbitro: Pezzuto di Lecce (assistenti Maccadino e Muto, quarto uomo Di Martino)
Reti: 89′ Ciano rig.
Note: ammoniti Brighenti (F), Beghetto (F), Ciano (F), Marras (L), Rocca (L), Mazzeo (L); calci d’angolo 9-3; recupero 2’+5′.

 

di Simone Panizzi

Zima 7,5: dimostra che quello con la Salernitana era stato un episodio. Respinge un rigore, tiene in piedi i suoi con altre parate.
Boben 5: irruento all’eccesso, cerca l’intervento anche quando non è necessario. Ecco come nasce il fallo da rigore su Beghetto.
Gonnelli 6: il migliore dietro, la fascia lo responsabilizza e gioca con il coltello tra i denti.
Bogdan 5,5: non è il muro solido che eravamo abituati a vedere, ha ancora qualche crepa di troppo.
Del Prato 6: Beghetto è un brutto cliente, lo chiude come può. Però non perde mai la bussola e gioca con lucidità.
Rocca 5,5: torna dal 1′ dopo una vita in infermeria, ovvio non abbia il ritmo partita. Si sbatte, ma spesso è poco lucido (77′ Morganella sv: protagonista involontario del rigore che decide il match, non ce la sentiamo di colpevolizzarlo).
Agazzi 6: senza il suo scudiero Luci accanto non perde certezze e misure, ma anzi disputa la solita partita concreta.
Porcino 5,5: da interno piace meno che da esterno, dove stava rendendo bene. Un passo indietro in una posizione non propriamente sua.
Gasbarro 5: un tiro in avvio e stop, la sua partita finisce lì. Perde un paio di palloni che avviano le ripartenze del Frosinone (67′ Murilo 6: stavolta entra bene in partita e ha un paio di spunti interessanti).
Marras 6,5: spesso è l’unica luce del Livorno, l’unico che dà la sensazione di poter inventare qualcosa nel grigiore generale.
Mazzeo 5: solo e isolato davanti, ma sembra crederci poco anche lui (58′ Raicevic 5,5: un filo meglio del compagno che rileva, tra Ariaudo e Capuano la vede poco).
All. Breda 5,5: tattica eccessivamente rinunciataria, giocando solo di rimessa se la squadra si abbassa poi il gol volente o nolente lo prende sempre. Col senno di poi, forse il Frosinone in crisi andava attaccato di più.

 

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