Bici e scooter rubati per vendere droga: smantellata rete di spaccio
Agli arresti domiciliari (con braccialetto elettronico) due tunisini. Nel mirino altri due connazionali attualmente irreperibili
Tra un “portami mezza ciabatta” e un “arrivo con la pianta in piazza Mazzini” si nascondeva un giro di spaccio che ha interessato le piazze cittadine da circa un anno a questa parte. Sono queste alcune delle frasi intercettate che hanno consentito agli agenti della sezione Narcotici della squadra mobile di Livorno, diretta da Valentina Crispi, di portare a termine con successo un anno di indagini sulle tracce di quattro spacciatori raggiunti da altrettante ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari con braccialetto elettronico. Di questi due malviventi però soltanto due, tunisini di 33 e 23 anni, sono stati trovati e quindi puniti dal provvedimento del Gip del tribunale di Livorno. Gli altri due sono attualmente irreperibili. Tutto il gruppo è formato da tunisini regolarmente residenti in Italia in quanto sposati con livornesi.
L’indagine è partita nell’ottobre del 2018 quando una giovane di 33 anni si è sentita male, rischiando l’overdose, dopo aver assunto della droga spacciata da uno degli indagati che l’aveva contattata per riprendere i rapporti “commerciali”.
“Sono tornato sulla piazza, se vuoi sai dove trovarmi”. E’ stato questo il tenore della telefonata che ha messo di nuovo in contatto il pusher con la 33enne. Ma qualcosa è andato storto dopo l’assunzione di eroina. Motivo che l’ha spinta a denunciare il tutto alla polizia fornendo il numero di telefono del suo spacciatore e una descrizione con la quale gli agenti hanno potuto lavorare al meglio.
In quasi dodici mesi di indagine non sono mancati appostamenti, pedinamenti ed intercettazioni telefoniche che hanno permesso di ricostruire la piazza di spaccio di questa rete di pusher. Uno prendeva gli ordini e poi mandava gli altri a spacciare con motorini o biciclette rubate. Poche quantità. Una o due dosi al massimo alla volta per essere “più leggeri” in caso di “retata” delle forze dell’ordine. Piazza Mazzini, piazza e via Garibaldi, zona Parco Levante e viale Carducci. Sono questi i punti più “caldi” sui quali si muovevano i malviventi per effettuare le loro consegne di droga. Dopo l’ok della procura di Livorno sono scattate anche le perquisizioni domiciliari dove sono spuntati soldi in contanti in piccolo taglio, i telefoni cellulari con i quali venivano presi gli “ordini” e alcune dosi di droga già pronte per essere vendute.
La squadra mobile ha dunque smantellato questo network di piccolo spaccio dedicato ai giovanissimi, ai quali era venduto maggiormente l’hashish, ma che strizzava gli occhi anche agli adulti con cocaina ed eroina.
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