Lettera di un babbo al suo primo sculaccione
Il primo sculaccione non è il massimo da raccontare. D’altra parte diventando genitore lo devi mettere nel conto. E’ capitato in casa. Da esploratore, come lo sono tutti i bambini di un anno, Tommi ama passare da una stanza all’altra gattonando/camminando. Nel corridoio c’è un oggetto potenzialmente pericoloso, anche perché è alla sua altezza. Attratto da questa cosa ci va intorno ma il rischio è che gli cada addosso. Un giorno, dopo averlo allontanato diverse volte, ci è tornato. Io ero in salotto. Impaurito da un rumore diverso dal solito, e resomi conto che l’oggetto si era spostato, mi sono alzato e, istintivamente, gli ho dato due sculaccioni sul sederino. Poi l’ho preso in braccio. Ma non ho comunque potuto evitare che piangesse. La colpa, piccolo, è stata mia. Dovevo starti più vicino in quel momento e portarti via come le altre volte. Oppure, più banalmente, starete pensando, avrei dovuto togliere dal corridoio questa cosa. Però da quel giorno, Tommi, ha imparato. Non ci si avvicina più per toccarla questa cosa. Ci passa solo vicino.
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