Cure Palliative, nel 2018 l’eccellenza livornese ha seguito mille pazienti
Il personale delle cure palliative interviene quando la medicina non può guarire, ma è comunque in grado di prendersi cura della persona malata per migliorarne, il più possibile, la qualità della vita
Nel 2018 sono stati circa mille i livornesi, 400 ricoverati in hospice e 570 seguiti al proprio domicilio, che hanno potuto contare sul servizio di cure palliative messo a disposizione dall’Azienda USL Toscana nord ovest.
Il personale delle cure palliative interviene quando la medicina non può guarire, ma è comunque in grado di prendersi cura della persona malata per migliorarne, il più possibile, la qualità della vita. Possono farlo attraverso il ricovero nel reparto ospedaliero oppure seguendo la persona al domicilio, un servizio con numeri in forte crescita per venire incontro alle volontà dei pazienti.
“L’esperienza ultradecennale del nostro servizio – dice Costanza Galli, primario del reparto livornese e responsabile delle Cure Palliative dell’Azienda USL Toscana nord ovest – ha fatto da battistrada a livello nazionale tracciando un percorso che negli anni si è imposto come modello da imitare. La nostra missione è quella di affermare il valore della vita, considerando però la morte come un evento naturale. Non spetta a noi prolungare o abbreviare l’esistenza del malato. Noi ci occupiamo di provvedere al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi, considerando anche gli aspetti psicologici, emotivi e spirituali vissuti nel particolare momento del “fine vita”. Siamo un servizio particolare anche perché ci rivolgiamo non solo ai nostri pazienti, ma anche alle loro famiglie aiutandole a vivere la malattia e il lutto”.
Nel 2018 il reparto che ha disposizione 12 posti letto ha ricoverato 400 persone, la maggior parte dei quali (285) con età superiore ai 70 anni e con una patologia di tipo oncologico. Ma l’impegno del personale è grande anche al di fuori del reparto con 493 visite effettuate all’ambulatorio Cord e 651 consulenze in altre unità operative e soprattutto fuori dall’ospedale. Il servizio domiciliare effettuato nei comuni di Livorno e Collesalvetti ha ricevuto 1.134 segnalazioni lo scorso anno, che hanno portato a 210 consulenze del medico palliativista e 570 prese in carico con assistenza di secondo livello assicurata direttamente nell’abitazione del paziente. Un servizio importante nella quantità, ma anche nella qualità visto che il tempo medio fra la segnalazione e l’inizio dell’assistenza domiciliare o del ricovero è di appena un giorno.
“I nostri interventi – ricorda Galli – non sono sempre di tipo strettamente medico o infermieristico, anche se questi sono chiaramente predominanti. Esistono, infatti, altri aspetti connessi e ugualmente fondamentali in questo percorso come gli interventi psicologici, fisioterapici o anche quelli musico-terapeutici che possono avere una loro importante funzione nella fase di accompagnamento. Siamo orgogliosi del cammino fatto, ma anche consapevoli che c’è molta strada ancora da fare. Quello che sicuramente non ci mancherà mai l’affetto e la vicinanza di tutti i livornesi che quotidianamente, e non è un modo di dire, avviene davvero ogni giorno, ci fanno sentire la loro vicinanza e il loro sostegno. In questo aspetto e non solo, fondamentale è il ruolo delle associazioni operanti sul territorio che, in un settore delicato come il nostro, riescono sempre a dare quel valore aggiunto che fa la differenza fra un buono servizio e un ottimo servizio”.
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